Ambulanze: si vedono bene o siamo ancora nella nebbia?

Giallo, verde, arancione, loghi, stemmi e scritte. Oggi le ambulanze europee sono tutte diverse e tutte con tassi di visibilità incredibilmente differenti una dall’altra. Nel mondo c’è ancora la prevalenza del bianco e del rosso come colori principali, ma non sono – in maniera quasi categorica – i valori cromatici più visibili dall’esterno. Certo, in alcuni casi (nel deserto) anche il giallo risulta poco visibile. E quando si parla di colori delle ambulanze bisogna a volte combattere contro la paura di perdere l’identità da parte dell’associazione o da parte del soccorritore.
I mezzi nordeuropei, di base quasi tutti gialli e con inserti fluorescenti, sono ben visibili ma poco distinguibili dai mezzi delle forze dell’ordine (spesso con colori invertiti rispetto alle ambulanze). Un problema quello dei colori che in Italia è aggravato dalla solita burocrazia.

Negli ultimi anni i due massimi esperti del tema sono stati Leonardo Ferrazzi e Stefano de Vecchis. Due nomi che hanno discusso e parlato molto di questo problema, che ancora oggi è irrisolto: Basta guardare l’immagine di un’ambulanza bianca con banda rossa in condizioni di nebbia, a Milano, per capire come non sia affatto semplice affrontare il tema dei colori dei mezzi.

La legge che cristallizza la situazione è il Decreto Ministeriale 553 del 1987, che impone come colori di base dell’ambulanza il bianco e due strisce reflettenti posteriori di altezza minima 20 centimetri, di colore arancione. Inoltre dev’esserci la presenza del blu sulle paratie lateriali, e la scritta AMBULANZA sul frontale. Su tutte le ambulanze dovrebbe esserci il simbolo della Star of Life, ma non è affatto così, nella realtà. Proliferano tutti i simboli di riconoscimento delle varie associazioni, gli sponsor che hanno finanziato il mezzo e a volte anche piccoli spazi con foto ricordo che portano il nome della persona a cui è stata dedicata l’ambulanza (per esempio la prima ambulanza pediatrica dell’Assistenza Pubblica di Parma, dedicata al piccolo Tommaso Onofri).

E’ tutto giusto e soprattutto permesso. Ma in realtà in Europa ci sarebbe una normativa per uniformare anche i colori di tutti i mezzi. Si tratta di un allegato alla norma EN 1789. Nel 2004 è stata presentata una proposta di legge per adeguare anche questo standard, ma al momento pare ancora lettera morta.

 

Non essendoci una conformazione a livello europeo i colori diventano quindi i più variegati. Dalla Norvegia alla Spagna, dall’Inghilterra all’Ungheria però il colore più usato è il giallo, proprio come indicato dall’allegato alla EN1789. Un giallo zolfo speciale che è appunto codificato a livello europeo come RAL1016. Perché questa scelta? Lo spiega bene in un suo articolo Stefano de Vecchis: “Clima uggioso, nebbia e prevalenza di periodi con neve fanno scegliere un colore vivace, specie se alternato o contrastato da colori con altrettanta resa visiva”. Ma allora perché anche alle Canarie o in Israele scelgono il giallo? Forse perché, anche di notte, l’impatto visivo del mezzo è talmente elevato e riconoscibile che è immediata la percezione, da parte di chi sopraggiunge, di essere di fronte ad una situazione di emergenza. Oppure per un motivo di buon senso, che finora in Italia ha avuto soltanto la regione Emilia Romagna. In caso di nebbia infatti il pericolo di non vedere un mezzo bianco, magari perché con il portellone posteriore aperto, è molto elevato. Infine c’è da fare un accenno all’educazione alla percezione dei mezzi di soccorso. “È necessario promuovere una cultura della visibilità – scrive Leonardo Ferrazzi sul suo blog Fiammeblu – che vada oltre a quanto imposto da norme, leggi, decreti e mode passeggere: essere visibili significa aumentare la propria ed altrui sicurezza. Sino a quando non saremo intimamente convinti di questo “piccolo” particolare, continueremo a subire passivamente le leggi, i decreti e le norme e non ne afferreremo mai lo spirito che ne ha portato all’emanazione”.

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