112 : come funziona il Numero Unico per le Emergenze?

Il 112 numero unico per le emergenze è in molte Regioni il primo filtro alla richiesta di aiuto del cittadino: 113, 115 e 118 di Polizia, Vigili del Fuoco e ambulanze sono supportati con geolocalizzazione e servizi tecnologicamente avanzati.

Questo numero di telefono unico per le emergenze è attivo oggi in TUTTI i paesi Europei, dall’Austria all’Ungheria. Solo in Austria è un numero che re-indirizza la richiesta di supporto alla centrale della Polizia. E, solo in Italia, il numero è attivo a macchia di leopardo, con tutte le Regioni del Nord Italia che hanno il servizio funzionante, e gran parte del sud che invece fa ancora riferimento ai numeri singoli. A volte il 112 è ancora in collegamento con il centralino dei Carabinieri.

La decisione di istituire il numero unico 112 è nata ormai quasi 30 anni fa.

Era il luglio del 1991 quando il Consiglio Europeo varò il decreto all’interno del quale c’era la proposta di un numero unico per l’emergenza.  La riforma ovviamente ci ha messo un po’ di tempo ad essere digerita e assorbita dalle varie realtà europee. E la pubblica amministrazione italiana, regionalizzata, ci ha messo del suo. Il numero unico quindi è entrato in vigore solo in alcune Regioni: Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Liguria, Piemonte, Lazio (nella sola zona con prefisso 06), Sardegna, Umbria, Marche, Parte della Puglia, dell’Emilia-Romagna e in gran parte della Sicilia. Il disegno di legge che ha velocizzato l’instaurazione del nuovo modello di risposta all’emergenza è stata la “legge Madia” sulla riforma della Pubblica amministrazione. L’istituzione del numero unico europeo 112 su tutto il territorio nazionale con centrali operative da realizzare in ambito regionale dovrebbe concludersi entro il 2020.

Addio ai vecchi numeri? Non dappertutto

Scompariranno gli attuali 113, 115 e 118? No, non è dovunque così. In caso di emergenza – a seconda del modello di sviluppo intrapreso da ogni Regione – i cittadini potranno chiamare unicamente il 112 oppure trovare le centrali operative singolarmente raggiungibili. Per esempio, in Emilia-Romagna oggi il 112 è attivo ma il 115, il 118 e il 113 rispondono ancora alle chiamate dirette. La geolocalizzazione del chiamante viene comunque effettuata tramite il passaggio telefonico di primo livello, che sarà la prerogativa del numero unico centralizzato. Con il 112, su tutto il territorio nazionale, sarà possibile localizzare con precisione millimetrica il chiamante, affinché le stime di arrivo sul paziente siano precise e non ci si debba più trovare in situazioni di ricerca e soccorso complesse e potenzialmente dannose per la sopravvivenza del paziente. I vantaggi della centrale informatizzata e tecnologicamente avanzata però non sono solo legati alla “localizzazione”. Per esempio, la centrale unica delle emergenze dell’Emilia rappresenta un buon benchmark di confronto per capire quanto vantaggiosa sia l’installazione di un servizio avanzato. 

Quindi, a cosa serve il 112?

La divisione delle centrali di risposta all’emergenza in due livelli, come spiegato bene dai nostri servizi dopo i malfunzionamenti del 112 in Lazio, permette di dare una risposta più rapida alla chiamata del cittadino, e indirizzare meglio le richieste. Il primo livello (PSAP1) è infatti deputato solo alla funzione di filtro e alla geolocalizzazione. In pochi secondi la chiamata viene dirottata al rispettivo servizio (PSAP2) che ha l’obbligo di rispondere con la corretta funzione. Il cittadino chiamante dovrà fornire qui il maggior numero di informazioni possibili sull’episodio accaduto, sulle necessità di emergenza, rispondendo alle domande dell’operatore che gli potrà anche dare preziosi consigli per mettersi in sicurezza, per operare un primissimo soccorso sul paziente (soprattutto utile in caso di arresto cardiaco), e potrà chiedere informazioni specifiche per valutare la chiamata e il numero di risorse sanitarie/emergenziali necessarie a risolvere il caso. L’operatore di centrale operativa sanitaria, per esempio, solitamente può rispondere con:

  • semplici consigli di indirizzo;
  • l’invio di una ambulanza di soccorso base o ordinario;
  • l’invio di una ambulanza di soccorso avanzato, con equipaggio infermieristico;
  • l’invio di una ambulanza o di una automedica, con attrezzature per la rianimazione e il soccorso critico;
  • l’invio dell’elicottero sanitario del “Elisoccorso Regionale“;
  • l’attivazione del protocollo maxi-emergenza;

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