Il defibrillatore in auto? Funziona! A Bologna un uomo è stato salvato grazie a un tassista

BOLOGNA – Bologna è una città più sicura, perché sui taxi ci sono i defibrillatori. In questo modo, il 5 settembre, una vita è stata salvata con un intervento rapido ed efficace, da un negoziante e da un autista che in via Galliera sono riusciti a far ripartire il cuore di un uomo di 70 anni usando massaggio cardiaco e defibrillatore.

Tutto è avvenuto attorno alle ore 11 nel centro di Bologna. L’uomo si è accasciato a terra vicino alla Drogheria dalla Pioggia. Senza respiro e senza circolo, l’uomo è stato soccorso immediatamente da un commerciante, Luca Sarti, titolare della drogheria. “Il signore è caduto a terra a qualche metro dalla macelleria, vicino a noi – ha spiegato sarti al Corriere di Bologna – sapendo che avevamo il defibrillatore ci hanno chiesto aiuto. Sono intervenuto, ho constatato che era in corso un arresto cardiaco e ho chiamato il 118, per iniziare poi a praticare il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca prima di usare il defibrillatore”.

In quel momento è arrivato il tassista della CoTaBo, che ha in dotazione il defibrillatore su alcune macchine e che ha, soprattutto, un’app che attiva i first responder abilitati alle manovre salvavita. “Quando il tassista è giunto sul posto abbiamo attivato il defibrillatore, lui ha attaccato le piastre e io ho continuato il massaggio”.

Il settantenne, senza circolo e senza respiro, “era morto” racconta Sarti sempre al Corriere. “E’ stato emozionante vedere il battito ripartire e il segnale aumentare”.

Il 118 è arrivato sul posto per stabilizzare l’uomo e trasporatarlo all’ospedale Maggiore. E’ di fondamentale importanza avere una rete di first responder sul territorio e Bologna da questo punto di vista è all’avanguardia in Italia, con un servizio specifico per i taxisti: “quando si è attivato il segnale che mi ha informato del malore avvenuto in zona Galliera ero vicino, in sosta in piazza Malpighi” spiega Francesco Sangiorgi, il tassista. “Mi sono precipitato, era segnalato codice blu per arresto cardiaco. Sul posto c’era il droghiere che stava facendo il massaggio, così abbiamo attaccato il defibrillatore. In CoTaBo siamo in 30 ad avere fatto il corso e ad essere equipaggiati. Consiglio a tutti i miei colleghi di farlo”.

 

Ogni anno, in Italia, circa 60.000 cittadini muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco (ACC), a insorgenza spesso talmente improvvisa da non essere preceduto da alcun sintomo o segno premonitore.

Le cause più frequenti dell’arresto cardiaco sono l’infarto del miocardio, le aritmie cardiache, l’annegamento, la folgorazione, l’asfissia, i traumi, gli avvelenamenti. La sopravvivenza per questo evento è inferiore al 10%.; la carenza di ossigeno al cervello produce infatti lesioni che possono diventare irreversibili già dopo 4-6 minuti di assenza di circolazione.

Le possibilità di prevenire questo danno dipendono dalla rapidità e dall’efficacia delle procedure di soccorso riassumibili nella corretta applicazione della Catena della Sopravvivenza. La letteratura scientifica internazionale ha infatti dimostrato che un soccorso tempestivo e corretto, in caso di arresto cardiaco improvviso, contribuisce a salvare fino al 30% delle persone colpite.

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