La tecnologia sta cambiando la formazione? E come cambiare la formazione nei prossimi anni?

La formazione deve evolvere grazie alla tecnologia? Andiamo a fondo sul tema del training sanitario e delle novità che si stanno sviluppando grazie a 360° e realtà virtuale

di: Daniele Cereda

Esulando dalla risposta almeno per me scontata, andiamo per gradi: in questo titolo ho messo i miei grandi “amori”; la formazione(in ambito sanitario) e la tecnologia, che credo oramai nel 2016 debbano andare avanti di pari passo e la prima non può che beneficiare da questo matrimonio.

Se facciamo un salto indietro di qualche anno il must in ambito formativo era dedicarsi alla solita carrellata di slide che i più fortunati (o attrezzati) potevano proiettare in aula durante le sessioni di lezioni frontali.

Dopo di che si passava alla pratica, solitamente skill lab sempre più o meno uguali, per portare i discenti ad un uso basilare dei presidi nelle ore dedicate. In questa parte si cercava solitamente la cavia di turno da poter torturare o, nel caso del BLS, un manichino meccanico che almeno ogni Associazione ha a disposizione (o almeno dovrebbe avere!).

Ancora oggi la situazione è più o meno questa per quanto ho potuto vedere negli anni, il plus che ho trovato è stato, grazie ad un abbassamento dei prezzi, una dotazione per videoproiezione più o meno presente in quasi tutti gli ambiti associativi. Quindi tranne questi pochi cambiamenti l’approccio formativo ai discenti ,per quanto concerne l’emergenza,è rimasto sempre questo… Ah, giusto, dimenticavo l’immancabile test finale (per i corsi giornalieri) che dovrebbe comprovare l’avvenuto recepimento delle nozioni.

Possiamo continuare così? La risposta è no. In ambito medico e infermieristico si sono già accorti da tempo  che qualcosa andava cambiato e sempre più Atenei si stanno dotando di centri di formazione tecnologici che permettano simulazioni sempre più reali di patologie e di interazione con i pazienti, in modo non solo da formare i propri studenti ma di porli di fronte a situazioni critiche senza i rischi reali dell’interazione con pazienti veri.

Che poi sarebbe l’approccio areonautico portato in medicina: da decenni i piloti vengono formati tramite simulatori sempre più avanzati. In più siamo alla soglia della grande distribuzione della realtà aumentata e virtuale, una innovazione che se ben applicata alla formazione porterà grandissimi benefici, rendendo sempre più reali le simulazioni di eventi da affrontare.

Per chi si sta chiedendo se questo serva davvero posso solo rispondere “si” avendo provato sulla mia pelle (questa volta in veste di studente) cosa ci si guadagna nell’essere “immersi” nella simulazione, si esula da quel concetto di teatrino che troppe volte viene rilevato dal discente e ci si accorge solo a evento concluso che l’approccio verso un manichino cambia totalmente se posti in un determinato contesto.

Va poi considerato l’aspetto forte, formativamente parlando, del riprendere il tutto e rivedersi, come accade da tempo per gli sportivi agonisti,con la grande attenzione al non utilizzare questo strumento in forma denigratoria ma costruttiva, per vedere di comprendere gli errori fatti e di cosa si può fare per corregerli. Dobbiamo crescere in campo formativo per quanto concerne i soccorritori tecnici, se per un corso BLSD basta (e parlo del minimo!) un manichino e un trainer DAE, per formare personale che debba uscire su un mezzo di soccorso ci va ben altro che uno skill-lab pratico fatto con la cavia di turno.

E’ ora che in ambito almeno provinciale si creino strutture adeguate alle quali possano accedere le Associazioni per formare i propri volontari/dipendenti secondo i nuovi criteri che si utilizzano già nelle nostre Università, per poter avere personale formato ex novo,ma soprattutto, per i refresh periodici che oltretutto nemmeno sono obbligatori in molte realtà.

 

 

For.Em.

Formazione Emergenza

Daniele Cereda

 

Responsabile Formazione

EFR Instructor BLSD/PTC/CFC

 

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