Rianimazione e massaggio cardiaco: Tuo figlio vuole imparare a salvare vite, ma la scuola non è ancora pronta per aiutarlo. Che fare?

Arresto cardiaco in classe? Studenti nel caos. Più del 90%vuole studiare il primo soccorso a scuola

Se un compagno di scuola perdesse i sensi, pochissimi ragazzi saprebbero cosa fare per salvargli la vita. Tanti quelli che invece contribuirebbero ad alimentare il disordine in quei momenti cruciali. E la scuola non aiuta: più di 3 su 5 non hanno mai svolto un corso di tecniche di rianimazione tra le mura del loro istituto. Eppure quasi tutti vorrebbero farlo obbligatoriamente.

Roma, 17 Ottobre 2016 – Cosa accadrebbe se uno studente perdesse i sensi in un normale giorno di scuola? In un’ipotetica classe di 20 persone, una si farebbe prendere dal panico, 8 chiamerebbero un’ambulanza senza nemmeno assicurarsi che ce ne sia effettivamente bisogno e un paio inizierebbero a prendere a schiaffi il poveretto. Un caos che di certo non gli salverebbe la vita. A dirlo sono i dati allarmanti di un’indagine svolta su circa 9.500 ragazzi dagli 11 ai 25 anni condotta da Skuola.net e IRC, Italian Resuscitation Council – Associazione scientifica senza scopo di lucro che aderisce a European Resuscitation Council e che da anni si occupa della formazione degli operatori sanitari e dei laici alla rianimazione cardiopolmonare, e che da anni promuove Viva! la settimana per la rianimazione cardiopolmonare.
Proprio per inaugurare Viva! 2016, che inizia oggi e prosegue fino al 23 ottobre con eventi in tutta Italia, con un culmine il 22 con l’evento di mass training di Rianimazione Cardiopolmonare con defibrillazione a Milano per migliaia di studenti delle superiori, Skuola.net e IRC hanno deciso di unire le forze per capire quale fosse la situazione nelle scuole italiane.
In quanto a tecniche di primo soccorso i nostri studenti non se la cavano brillantemente, eppure quasi tutti riconoscono l’importanza di saperle applicare, tanto che ne vorrebbero introdurre l’insegnamento obbligatorio a scuola.
Certo, qualcuno fortunatamente saprebbe cosa fare in caso d’emergenza e arresto cardiaco: almeno 2 intervistati su 5, infatti, avrebbero il sangue freddo di avvicinarsi e scuotere leggermente il compagno privo di sensi per vedere se riesce a riprendere conoscenza. Peccato che nel caso in cui questo non accada, più di 1 su 5 non sarebbe neanche in grado di capire se respira.
I ragazzi chiamerebbero allora i soccorsi? Non tutti: 1 su 8 preferirebbe telefonare ai genitori del suo compagno, un altro 5% si bloccherebbe in preda al panico.
E le difficoltà non terminano nemmeno quando si tratta di chiamare l’ambulanza: se l’88% sa bene che il numero delle emergenze è il 112/118, un altro 5% chiamerebbe, probabilmente a causa del troppo tempo passato di fronte alle serie tv, l’americanissimo 911. Non va meglio a quel piccolo ma pur sempre indicativo 3% che per chiamare un’ambulanza farebbe il 115, o a quel 4% che invece digiterebbe il 113.
Sicuro è che ai ragazzi non manca certo l’intraprendenza. Se dopo essersi messi in contatto con un operatore del 112/118 ricevessero l’indicazione di praticare un massaggio cardiaco, il 58% non si tirerebbe indietro, anche se confessa di non saperlo fare e un altro 11% si rifiuterebbe svelando di non sapere da che parte iniziare. La maggioranza però (il 69%) sa che bisognerebbe fare in modo che il suo compagno sia in posizione supina.

Al momento di effettuare il massaggio cardiaco vero e proprio, pochi conoscono gli aspetti tecnici: solo il 20%, per esempio, saprebbe che il numero di compressioni sul torace da fare in un minuto va dalle 100 alle 120. E se dovesse pure usare il defibrillatore? L’84% non saprebbe nemmeno tenerlo in mano. Questo probabilmente anche perché il 74% del campione non ha mai svolto un corso di rianimazione a scuola. Peggio, in molti casi (1 su 4) i ragazzi raccontano di non avere un defibrillatore nel loro istituto, mentre un altro 49% non lo sa proprio. Eppure la quasi totalità (95%) è assolutamente consapevole dell’importanza di sapere come rianimare una persona in arresto cardiaco. Lo conferma anche il fatto che quasi altrettanti vorrebbero rendere obbligatorio lo svolgimento di alcune ore di teoria e pratica di tecniche di primo soccorso a scuola.
Viva! 2016 è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati, dal Ministero della Salute, dalla Polizia di Stato, dal Ministero della Difesa, dall’ANCI, dalla Conferenza delle regioni e delle Provincie Autonome e dal CONI.

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IRC (Italian Resuscitation Council) – Gruppo italiano per la Rianimazione Cardiopolmonare, nasce nell’ottobre del 1994 con lo scopo primario di diffondere la cultura e l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in italia. L’Associazione coinvolge medici di diverse discipline e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare intra ed extra ospedaliera. L’attività di IRC si integra con quella di analoghe Associazioni italiane e straniere e in modo particolare con quella di European Resuscitation Council. www.ircouncil.it

 

 

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