Storia delle ambulanze: Grazia, 62 anni che hanno segnato il soccorso in Italia

 

Ancora, ottenne un buon gradimento il Mercedes 310, del quale si deve ricordare, oltre alla ambulanza per usi civili, quella specificamente creata per il Papa: con livrea a bassa visibilità, destinato a seguire il corteo papale, sulla scorta di quanto già realizzato su un Fiat Ducato negli anni ’80 per il Presidente della Repubblica ( Pertini, all’epoca) . La versione civile aveva gli stessi stilemi estetici tipici delle realizzazioni degli anni ’90.

La produzione Grazia prosegue – limitatamente alla ambulanze, giacché per parlare di tutto, dai laboratori mobili odontoiatrici, schermografici, rilevatori idrogeologici, autofunebri, veicoli pubblicitari, elicotteri, auto blindate non basterebbe un libro – con il nuovo e rivoluzionario Fiat Ducato presentato nel 1993, che vede la sparizione del portalampeggiante anteriore con la scritta retroilluminata, in favore di uno più piccolo. Gli interni invece seguono ancora, in linea di massima e con le evoluzioni permesse dallo sviluppo dei materiali, lo schema visto nel decennio precedente.

Foto 93: Mercedes 310 dimostrativo, la livrea è la classica Grazia anni ’90 – foto da depliant Grazia
Foto 94: tradizionale è anche la presenza della pedana che facilita l’accesso posteriore al mezzo – da depliant Grazia
Foto 95: foto ufficiale di fabbrica della ambulanza realizzata per il Vaticano e che seguiva il Papa (Wojtyla ) nelle sue visite in Italia; per non creare apprensione, la livrea esterna è a bassa visibilità e praticamente limitata ai soli 4 faretti blu, 2 davanti e due sul retro; anche i vetri non sono smerigliati – tradirebbero la reale funzione – ma scuri come si addice invece ad un veicolo di rappresentanza – foto Grazia
Foto 96: il vano posteriore mostra invece tutta la ricca dotazione di questa particolare ambulanza, vanto del costruttore – foto Grazia
Foto 97: con la nuova serie dei Ducato sparisce, su ogni versione, la “classica” balconata che alloggiava lampeggiatore, scritta e frecce sul rialzo del tetto, e nasce questa, più contenuta, che caratterizza la produzione di questa serie di Ducato, identificata anche dalle bande rifrangenti di forma più semplice –foto Alberto Di Grazia
Foto 98: barella traslante sul lato sinistro con piatto predisposto esclusivamente per autocaricante: foto Alberto Di Grazia
Foto 99: tipici gli strapuntini a scomparsa sia laterali a destra che, più ampio, quello alla testa del paziente; per quest’ultima era disponibile una più comune panca in posizione sempre aperta. Foto Alberto di Grazia
Foto 100: anche con la nuova serie, prosegue la possibilità di affiancare alla barella principale una seconda di emergenza abbattendo sopra gli strapuntini il pianale normalmente ribaltato a parete sul fianco destro – foto Alberto Di Grazia
Foto 101: uno dei pochi allestimenti che presenta il doppio lampeggiante anteriore – foto Alberto Di Grazia
Foto 102: una diversa soluzione per il vano barella con quella principale addossata al fianco sinistro per maggior spazio nel corridoio centrale fra le due lettighe – foto da depliant Grazia

Nel massimo momento di espansione – negli anni 60-70 – Grazia arrivò a toccare i 160 dipendenti, distribuiti fra via Cimabue ed una seconda struttura non lontana adibita alla gestione delle auto blindate, ed era in grado di sfornare oltre 200 ambulanze, una sessantina di funebri ed altrettante unità di diverso genere ogni anno, oltre alle blindate ed ai mezzi per la Polizia autostradale (tra i quali occorre citare almeno l’ Alfa Romeo Giulia Giardinetta e la Fiat 125 Giardinetta) e realizzazioni di familiari su richiesta di singoli -e facoltosi – clienti.
Negli anni 90 vi erano comunque ancora una sessantina di dipendenti, sufficienti sia per il mercato interno che per quello estero che tirava, tanto che si contano in quegli anni realizzazioni in grandi quantità per la Cina, con 300 ambulanze oltre a 5 Ospedali fra militari e civili per Pechino e TienPing ( in collaborazione con la Galileo-OTI di Firenze, leader nelle apparecchiature elettromedicali).
Non deve sorprendere, quindi, che ad un certo punto oltre ad allestire meccaniche altrui abbia pensato anche alla realizzazione diretta di un telaio, seppur relativamente semplice, come il Boxel elettrico, frutto della acquisizione della azienda omonima.

Non sarà l’unico esempio di veicolo elettrico, in quanto anche il Piaggio Porter con analoga trazione verrà allestito come ambulanza.

Dal lato opposto, come dimensioni, abbiamo invece le ambulanze costruite a partire dal Volkswagen TL, nelle due portate di 28 e 31 q.li.

Foto 103: Boxel elettrico, progettata e costruita negli stabilimenti Grazia che aveva acquisito la Boxel , e destinata nella versione ambulanza ai trasporti intraospedalieri – foto Alberto Di Grazia
Foto 104: interno della Boxel; le batterie secondo il produttore garantivano una autonomia di 100 km, trasportando l’autista, il barellato e 4 passeggeri ad una velocità massima di 55 km/h (di fatto teorica visto l’uso a cui il mezzo era destinato) – depliant Grazia
Foto 105: Piaggio Porter elettrico; come suggerisce il nome, Interpad, anche questo era un veicolo che trovava il luogo di elezione nell’ambito dei trasferimenti intraospedalieri – foto Graziafoto 106: il pacco batterie viene alloggiato sotto il piano barella ed occupa insieme al motore elettrico tutto il vano sanitario – foto Grazia

Foto 107: rendering esterno di un’ambulanza su Vw TL, mezzo piuttosto ingombrante che venne allestito in pochi esemplarti da svariati allestitori tra i quali non poteva mancare, ovviamente, il nostro – foto da depliant Grazia

Foto 108: interni del VW TL31,realizzati come tutti gli altri in vetroresina senza ricorso a verniciature interne – foto Grazia
Foto 109: Mercedes Sprinter, che dal 1995 ha preso il posto del 310 nella gamma della casa tedesca – foto da depliant Grazia
Foto 110: gli interni di questa pregevole ambulanza, nello stile della carrozzeria Grazia sul finire del secolo scorso – foto Grazia
Foto 111: Sprinter in salsa Volkswagen: è il nuovo Vw TL concepito in accordo con la Mercedes da cui si differenzia esternamente per la sola parte frontale; ritroviamo su questo esemplare il doppio lampeggiante anteriore che sfoggia anche una grafica delle bande laterali leggermente diversa da quelle viste fino a quel momento – foto Alberto Di Grazia

Anche il nuovo Sprinter fa in tempo a vedere la propria versione bolognese, nella quale gli interni in VTR non verniciata vengono adattati alle nuove forme del sostituto del Mercedes 310 . E lo stesso vale per la nuova versione del TL Volkswagen, diventato una rivisitazione del “cugino” Sprinter.

Da segnalare, infine, l’allestimento di due mezzi che sono ambulanze in senso generico: si tratta di due grandi elicotteri Sikorsky per l’elisoccorso siciliano, realizzati fisicamente – grazie alla collaborazione con Bologna Soccorso – nel piazzale elicotteri di quest’ultima in quanto non vi sarebbe stato modo di fare entrare nel vicino stabilimento di Via Cimabue- che pure aveva visto realizzare versione executive di qualche elicottero più piccolo per clienti facoltosi – questi due grandi mezzi.
Con questi allestimenti si arriva così all’anno 2000, sul finire del quale, per una serie di cause e di sfortunate coincidenze l’azienda è costretta a chiudere i battenti dopo 62 anni di attività.
Resta, ancora oggi, il ricordo di molte sue realizzazioni che hanno davvero segnato – per restare al nostro ambito – tappe fondamentali nel mondo del soccorso; ma, più in generale, di una azienda che ha significato moltissimo anche in altri settori del mondo dell’auto nel suo complesso grazie ad un campo di attività estremamente vasto ed eterogeneo. Non solo ”semplice” carrozzeria, ma vero e proprio costruttore.

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