Training congiunto per esercito e soccorso alpino

Un’esercitazione notturna, quella che ha visto protagonisti la sera del 6 giugno l’esercito e il soccorso alpino, per un sistema emergency italiano sempre più efficiente. L’esercitazione è avvenuta nello stupendo scenario delle dolomiti bellunesi; lo scopo principale era testare attentamente due elicotteri dell’esercito italiano e provare i visori notturni durante la movimentazione e il trasporto del personale in montagna.

Un allenamento bello tosto che ha visto l’impiego di molte unità; 2 elicotteri dell’esercito AB205 e ben 35 soccorritori provenienti da diverse stazioni del soccorso alpino del bellunese; in primo piano dunque, le tecniche Sar  (Search and Rescue), in situazioni complesse determinate da un ambiente impervio ed ostile. Il gruppo si è ritrovato nel pomeriggio presso Passo Duran, dove il tenente colonnello Graziano Cappello ha spiegato l’operatività degli elicotteri: dall’allertamento agli spostamenti mediante Ngv.

Diversi sono stati dopo il tramonto gli imbarchi effettuati dai soccorritori divisi in 8 gruppi, con tanto di trasporto e sbarco in hovering in quota; alle 23 a causa della forte nebbia purtroppo si è deciso di concludere il training.

Perché questo tipo di esercitazioni? Non sono mancati quest’inverno interventi che hanno visto il coinvolgimento sia dell’esercito che del soccorso alpino. Lo specifico riferimento è riguardo a due emergenze notturne che hanno visto di recente l’intervento congiunto dei due corpi: il recupero lo scorso ottobre in Val di Fassa di un pilota di parapendio ferito e l’incidente con la motoslitta di una comitiva di turisti russi sul Cermis.

Francesco Nardone, colonnello dell’esercito ha voluto sottolineare le origini del “collegamento istituzionale” fra i due enti, sottolineando la grande robustezza della collaborazione e l’utilità della stessa per la collettività.

La cooperazione tra Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e Ministero della Difesa è regolata da un accordo tecnico del 2009 anche se effettivamente la collaborazione è precedente agli anni ’50. In ambiente ostile, il Cnsas richiede l’intervento del Ministero, aeronautica, esercito e marina, e il punto di contatto per l’allertamento è Poggio Renatico a Ferrara. Gli ausili della visione notturna per il soccorso aereo in montagna sono in vigore da una decina di anni. Per il momento esclusivamente per i militari, ma non escludo che in futuro possano essere utilizzati anche nell’aeronautica civile. L’esercitazione di ieri nasce per addestrarsi in funzione di operazioni reali e rientra in un programma annuale predisposto dalla direzione nazionale del Soccorso alpino.

 

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