Trasmissione ECG: si, ma con che cosa?

Articolo di: Daniele Cereda

 

All-in-one? Touchscreen? Tastiera fisica? Come effettuare la trasmissione di un ECG in centrale? Queste domande potrebbero benissimo andar bene in una recensione youtube dell’ultimo modello di smartphone, eppure qui, il mio intento è di parlare di tutt’altro. Allora perché porsele?

Le pongo perché oramai sono quesiti che possono benissimo andar bene nel momento in cui si debba scegliere il miglior device per ottemperare alla domanda iniziale dell’articolo: con che cosa fare una buona trasmissione ECG?

Brevemente riassumiamo il  motivo per cui farla, una lettura ECG a distanza. Negli ultimi anni grazie sopratutto alla tecnologia della trasmissione dati su dispositivi mobili, ha preso sempre maggior piede la valutazione cardiologica del tracciato elettrocardiografico in remoto, svolta cioè dallo specialista ospedaliero direttamente in reparto. Lo scopo è la corretta centralizzazione del paziente con dolore toracico qualora ci sia la necessita di intervenire tempestivamente con una PTCA primaria. Le ultime linee guida raccomandano un tempo di 90 minuti come limite per il D2B(door to balloone), ragion per cui una rapida e sicura diagnosi di IMA STEMI è la base di partenza per accorciare i tempi di ospedalizzazione.

Quindi appurata la grande positività di questa procedura diventa sicuramente interessante chiedersi con cosa effettuarla.

Quasi sicuramente questo quesito non sarà il cruccio di chi gestisce Associazioni di soccorso in Italia, in quanto l’acquisto di questi materiali solitamente è totalmente a carico delle Centrali 118 di riferimento che attuano i protocolli per la trasmissione ECG, però sono fermamente convinto dal fatto che essendo poi i soccorritori sul territorio gli utilizzatori finali di questi prodotti è buona cosa che abbiano una visione d’insieme di cosa offra oggi il mercato in termini di differenze di utilizzo dei vari device nella (ahimè) remota possibilità che vengano interpellati da chi di dovere prima di procedere all’ordine del materiale da utilizzare.

trasmissione_ECG1Partiamo degli albori, dalle prime macchine portatili su mezzi di soccorso che si sono potute vedere all’opera,una tra le più utilizzate era questa a destra:

Nessun tipo di automatismo,una sola derivazione leggibile (la II) direttamente da piastre (rigorosamente manuali e multiuso),un rotolino di carta termica per la stampa dell’ECG. Un dispositivo pesante, ingombrante (benchè robusto), quasi esclusivamente sul territorio americano si è vista implementata da un modulo per la trasmissione ECG via telefono(FISSO). E parliamo della fine degli anni 80!

Per nostra fortuna (e dei nostri pazienti) le cose sono mutate negli ultimi 25 anni, aggiungerei in maniera radicale potendo oggi scegliere tra varie tipologie di strumenti e di optional. Prima di fare un rapido excursus su quello che ci propone il mercato,  partirei da qualche domanda che credo si debba porre chi intende attuare progetti di trasmissione ECG sul proprio territorio:

  • Quali figure principali si troveranno ad usare il materiale?Sanitari? Tecnici? Dipendenti? Volontari?
  • Quali altri progetti sono attivi e con quali presidi? (DAE)

X_EMS_Girl_UpStairs_HRIl motivo della domanda sull’utilizzatore deriva dal fatto – per me – che il device vada ponderato in base al suo utilizzo: se ho già attivo un progetto DAE che vede il posizionamento su ogni mezzo base di un defibrillatore, se i maggiori utilizzatori saranno tecnici volontari ha senso dotare l’ambulanza di un All-in-one complesso come quello in figura?

Se considero l’equipaggio tipo di molte Regioni – dove si opera a due soccorritori – ci si ritroverebbe a dover arrivare al piano del paziente con almeno: Zaino, bombola O2, aspiratore, DAE, Monitor. Forse un po’ troppo per quattro mani, se consideriamo che allora si può optare per l’eliminazione del DAE in quanto, oramai, la macchina sopra visibile può essere bloccata – a livello software – al solo uso come DAE e trasmittore ECG, il tutto sbloccabile da password direttamente sul monitor in caso intervenga un medico o un infermiere con un mezzo avanzato. Personale che potrebbe sfruttare tutte le potenzialità del prodotto (in uso manuale,come pacing etc).

In più per questi prodotti sono disponibili fasce ecg delle 6 derivazioni precordiali pre-formate,in modo così da non oberare l’utilizzatore(solitamente un volontario, quindi con bassa manualità, non per capacità ma per uso) dall’onere del giusto posizionamento degli elettrodi (se le derivazioni vengono posizionate male si sta pesantemente inficiando il buon risultato della lettura in remoto!).

trasmissione_ECG3Una alternativa che ho visto utilizzare da taluni servizi diventa quella a sinistra: sicuramente attendibile in quanto ad accuratezza per la lettura del tracciato e trasmissione, ma onestamente il gioco non vale la candela. Sono prodotti che hanno come loro territorio naturale di utilizzo un reparto ospedaliero e che male si adattano alla trasposizione nell’extra-ospedaliero, sia per ingombro che per delicatezza che per praticità d’uso. Se abbandoniamo il mondo del “tutto in uno” le scelte si ampliano con due tipologie di prodotti interessanti: il solo trasmittore ECG, dimensioni contenutissime, tastiera fisica, possibilità di fasce per le precordiali, volendo ottimizzare si potrebbe pensare di porlo in uno zaino assieme al DAE e risolvere in unica soluzione il trasporto e gestione.

Forse questa è la solzuione maggiormente performante se si attiva un progetto di trasmissione in tandem con uno DAE,con prodotti validi e alla portata di buontrasmissione_ECG5a parte degli utilizzatori. Il secondo (sotto) ci porta nel mondo dei tablet multifunzione, con gestione in remoto dall’unità di ricezione dei segnali biomedici (lo scatolotto grigio che si vede a sinistra del tablet in figura a cui si collegano le caverie per ECG,NIBP,SpO2), gestione della cartella sanitaria,trasmissione ECG.

Sicuramente una generazione differente,più votata al multitasking,che si porta dietro però,per me,due annosi problemi:

  1. Mancanza della stampa nell’immediato
  2. Impossibilità dell’uso come defibrillatore /pacing

Direi che concordiamo sul fatto che tale spesa è sostanzialmente sprecata se lo si archivia come presidio per l’uso svolto da tecnici, risulta altresì complicata la gestione da parte degli equipaggi sanitari che devono districarsi tra questo e un monitor tradizionale (di qualsivoglia casa produttrice) per dover poi stampare il tracciato e gestire la parte relativa alla terapia elettrica delle aritmie.Per quanto mi ritenga un technology addicted ritengo che l’uso sul campo in ambito pre-ospedaliero mi abbia insegnato che ci va una giusta dose di mix tra tecnologia e praticità d’uso,partendo da punti fermi che anche nel 2016 non possono essere bypassati,ed uno di questi ritengo sia la lettura di un ECG correttamente eseguito su cartaceo e non su un monitor.

trasmissione_ECG4Per concludere,abbiamo visto come le variabili siano molte e le offerte svariate (anche a livello di costi),il mio umilissimo consiglio è che la scelta va mirata soprattutto sull’utilizzatore del presidio ,anche considerando la gestione logistica,e sulla possibilità economica di investire sul lungo periodo,per quanto concerne un progetto che preveda in maggioranza tecnici,se invece l’ottica è per il puro sanitario che opera sul territorio non credo si debba discutere troppo propendendo per un all-in-one:

  1. Unico device
  2. Unica caveria
  3. Tramissione in continuo senza shift tra diverse macchine
  4. Defibrillatore/pacing integrato

Mi sento di poter dire a qualsiasi economato ospedaliero che il maggior costo iniziale è ampiamente ammortizzato dall’uso quotidiano degli operatori e dal beneficio che ne traggono i pazienti.

 

 

 

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