Croce Rossa contro sindacati: "I posti di lavoro saranno tutelati, finirà solo il clientelismo"

“Nessuno perderà il posto di lavoro”. Non è una promessa, ma una certezza che deriva dai passaggi parlamentari delle ultime settimane e che la Croce Rossa sottolinea in un comunicato dedicato alle manifestazioni di questi giorni contro la privatizzazione dell’ente.

Non si capisce quindi su quali basi poggi la manifestazione di oggi visto che la recente approvazione alla Camera dei Deputati di due emendamenti al decreto Milleproroghe prevede la salvaguardia di tutte le posizioni lavorative. Da un lato riconoscendo alla parte del personale di Croce Rossa in esubero (circa 900 persone sui 2600 totali) lo stesso trattamento riservato ai dipendenti delle Province e dall’altra salvaguardando, come abbiamo sempre chiesto in ogni sede, il posto di lavoro dei cosiddetti ‘richiamati’, 150 lavoratori del Corpo Militare, gli unici per cui il decreto di riorganizzazione della CRI 178/2012 non prevedeva tutela alcuna. Tutto senza alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica. Questi numeri servono per fare chiarezza ed evitare una disinformazione tesa all’indebolimento di tutta la Croce Rossa che, ricordiamo, è un’Associazione di Volontariato che sta lavorando invece a pieno ritmo e senza sosta per sostenere vecchie e nuove sfide umanitarie.

È falso, come sostengono i sindacati, dire che si registra un calo dei servizi. È forse dolosamente miope non vedere la nostra presenza capillare su tutto il territorio. È inoltre manipolativo il dato sul patrimonio immobiliare messo in vendita. Il ricavato ottenuto finora attiene solo alla vendita effettiva di una piccola percentuale di immobili. Il resto è ancora di proprietà della CRI. D’altronde proprio la Corte dei Conti, nella relazione dell’ottobre scorso, ha riconosciuto a questa Governance il merito di aver riportato ordine amministrativo e di aver rimesso a posto i bilanci. Chi dice il contrario rende lo spessore delle ragioni vantate. Con questa Governance è terminato il consociativismo. Se ne facciano una ragione i sindacati e le RSU. Per quello che ci riguarda, noi siamo più forti di prima. La Croce Rossa non è in crisi, è andato in crisi un sistema clientelare che non era più sostenibile e nessuno sta usando un bene comune per il proprio tornaconto personale. Ogni azione intrapresa finora è volta al risanamento di quasi 30 anni di “cattive” gestioni. Su una cosa invece siamo d’accordo con i sindacati, quando dicono che la Croce Rossa è impegnata ad aiutare i più deboli e i più vulnerabili. Ecco, questo è il nostro compito, l’impegno di un’Associazione di volontariato che, attraverso una rete composta dai suoi 150mila volontari a cui si aggiunge il numero di dipendenti che servono realmente, possa affrontare con serenità la sua missione, come sempre al servizio del Paese in maniera indipendente come previsto dai suoi principi fondamentali”.

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