"Da Mare Nostrum al Blocco Navale, questa è schizofrenia": L'appello della Croce Rossa

“Mi piacerebbe capire come si può giustificare il passaggio schizofrenico da un’operazione umanitaria come Mare Nostrum all’ipotesi molto concreta e lontana dal rispetto dell’essere umano del blocco navale in Libia”. Così il Presidente della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Francesco Rocca commenta le ultime dichiarazioni dell’inviato Onu Bernardino Leon. “Come si possono salvare 170mila vite umane in tutto il 2014 e arrendersi, appena due mesi dopo, all’idea che il blocco navale sia l’unica soluzione. Un’opzione peraltro che va contro alla stessa Dichiarazione Universale dei diritti umani del ‘48 in cui è previsto per ogni individuo il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona. E allora sono io lo sciocco a pensare ancora che le Nazioni Unite siano deputate alla difesa dei diritti dell’Uomo. Le stesse Nazioni Unite che, peraltro, nel 2009 condannarono l’Italia per i respingimenti dei migranti provenienti dalla Libia. Qualcuno mi spieghi che differenza c’è, a livello sostanziale, tra quella politica così contrastata dall’Onu perché considerata lesiva dei diritti umani e quella di oggi più che paventata dall’inviato Leon. Qualcuno mi spieghi perché in nome di una minaccia alla sicurezza nazionale e di tutta l’Europa debbano rimetterci sempre gli stessi. Gli ultimi, scudi umani in questo folle balletto di posizioni politiche su cui nessuno ha avuto il coraggio di prendere l’unica posizione che tuteli la vita umana, i corridoi umanitari. La fortezza Europa non è idonea a salvare vite e c’è una chiara responsabilità politica perché se è vero che da un lato c’è un problema libico, dall’altro c’è il tema di chi si trova in mezzo al mare e non può essere abbandonato a se stesso.

Va ricordato, perché spesso la memoria in questi casi sembra labile, che si tratta di persone che scappano dalla guerra. Non possiamo pensare alla Nigeria, condannare la violenza di Boko Haram e dimenticarci poi delle vittime. Quando è caduto il regime di Gheddafi, l’Ue non è corsa in Libia e dal nuovo Governo instauratosi per far firmare le Convenzioni Internazionale sui richiedenti asilo, ma c’è stata una vera e propria corsa all’oro per accaparrarsi i contratti sull’energia, sul petrolio e sul gas. Nessuno ha pensato al tema dei diritti umani e a come creare un canale umanitario. Il messaggio dato dall’Europa è rimasto legato a interessi economici”.

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