Emergenze e Catastrofi: Perché per salvare e soccorrere le persone bisogna comunicare bene?

Quando arriva un disastro naturale bisogna essere pronti, preparati e ricettivi. Ma perché le virtù migliori di una comunità vengano fuori è necessario, prima di tutto, comunicare bene prima, durante e dopo il cataclisma, sia esso un terremoto, un’alluvione o un incendio. Per questo – durante il corso di formazione per giornalisti sul tema “La comunicazione della Protezione Civile” – si è parlato molto anche dei sistemi di allertamento e del ruolo dei social media e della stampa in caso di emergenza. Genova, Carrara e Parma, nel 2014 sono stati tre casi distinti di alluvione, gestiti con tre impostazioni differenti da parte delle amministrazioni e da parte dei giornali. Così la popolazione ha reagito in tre modi differenti e le difficoltà sono state diverse.

In questo articolo non vogliamo focalizzarci sulle presentazioni dell’evento (che sono state molte e di gran spessore, i nostri complimenti agli organizzatori ndr) ma sulle domande sorte durante il convegno e a cui sono state date ottime risposte. In calce all’articolo potete trovare il comunicato ufficiale del Comune di Parma.

Partiamo dalla comunicazione prima di una emergenza.

Italy Floods ParmaPrima di tutto, niente allarmismi
E’ emerso chiaramente dagli interventi, soprattutto da quello di Roberto Oreficini, capo dell’ufficio rischi idro-geologici della Protezione Civile, e da quello di Francesca Maffini, capo ufficio stampa della Protezione Civile, che evitare gli allarmismi è fondamentale. La comunicazione non deve esagerare nell’allarme, né essere assente nel post evento. La bilancia dell’informazione dev’essere sempre a favore del cittadino che – messo in allarme troppe volte – può non curarsi di una allerta quando questa è reale e decisiva. Dall’altra parte non ci si può dimenticare del condividere informazioni ufficiali dopo un cataclisma, perché la popolazione ha bisogno di sapere come uscire dal fango e dove trovare i giusti aiuti per le sue necessità.
Informazione immediata, sempre
Un punto di grande importanza lo ha sollevato il delegato alla Protezione Civile dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, Marco Iachetta. Con anni di esperienza sul campo, Iachetta ha sottolineato l’importanza dell’allertamento immediato con ogni mezzo. “Il problema per adesso è quello delle liste dei numeri di telefono cui possiamo inviare i messaggi vocali o testuali. Sono ancora pochi i cittadini che hanno dato la liberatoria per la privacy al’uso dei telefoni cellulari”. Ma con l’avvento delle nuove tecnologie e di nuove app per il soccorso, il passaggio graduale verso l’allerta immediata sarà molto semplice. Anche grazie alle innovazioni tecnologiche che nel campo dell’allertamento stanno avvenendo. Proprio Parma è un esempio da analizzare e capire a fondo. Con una centrale telefonica posizionata in area golenale, ci si è trovati in pochi minuti senza più il supporto di una dorsale telefonica Telecom di grandissima importanza, non solo per le comunicazioni dei cittadini, ma anche e soprattutto per quelle dei soccorritori. In questo caso – dove erano rimaste attive solo le linee Vodafone, per esempio – il supporto di internet e dei servizi dati è risultato imprescindibile.

maxresdefaultUltimo miglio sempre più importante
L’ANCI aiuta i sindaci ad avere buone relazioni in campo di Protezione Civile con i cittadini – spiega Iachetta – e anche i giornali. E’ importante evitare i falsi allarmi, gli isterismi, e dare informazioni precise. Se c’è una stampa che riceve buone informazioni, ci saranno persone che avranno buone informazioni e si potranno tutelare meglio. Bisogna pensare – oltre ai piani di emergenza – a dei piani di comunicazione. Uno per la preparazione e uno per la risposta. Così può essere costruito – prima di un evento – il rapporto diretto con la stampa e con i cittadini. E’ durante le fasi di quiete che bisogna collaborare e costruire, perché in emergenza non si può improvvisare. C’è poi il tema dell’ultimo miglio, che va coperto con tecnologie nuove, diventate ormai fondamentali. Per esempio i social media aiutano molto a coprire l’ultima distanza che separa la Protezione Civile dal cittadino. Dato che poi nell’emergenza vale sempre l’ultimo post, bisogna anche pensare a come presidiare questi mezzi. Un comunicatore infatti deve tenere viva la pagina in fase di emergenza e aggiornarla in corso di evento”.

headerServizi multicanale, per i soccorritori e per i cittadini
L’informazione corretta è quindi fondamentale per il cittadino, e lo è ancor di più quando si parla di coerenza. Messaggi con hashtag errati o multipli, messaggi programmati o ritardati, situazioni di fonti contrastranti danno certamente grossi problemi nelle operazioni di salvataggio immediate e in quelle di recupero successivi all’evento. Per questo anche i sistemi di comunicazione sull’ultimo miglio vengono studiati in maniera attenta e ponderata. Tutto ciò ha un costo, certo, ma molto meno grande di quanto ci si possa attendere e molto più importante quante più vite si riescono a mettere al sicuro, grazie al modo e alla velocità con cui si comunica. Parma è anche un esempio di come la comunicazione – senza dorsale telefonica – sia stata gestita magistralmente fra diversi gruppi di soccorritori. Il territorio infatti è stato presidiato da staffette armate di radio e gli aggiornamenti del passaggio della piena del Baganza e della Parma sono stati monitorati anche con i social media e non solo. Esempi di grande capacità adattiva sono stati dati dall’Assistenza Pubblica di Sala Baganza e Collecchio, e da tutti i servizi di emergenza, che si sono attivati con volontari e con ponti radio speciali.

Dopo l’emergenza, continuare a seguire i canali ufficiali
Infine è stato interessante analizzare l’intervento sia di Clarissa Dondi che di Alessandra de Savino, rispettivamente Protezione Civile Emilia-Romagna e ufficio ARPAE, che hanno insistito sull’importanza che riveste la comunicazione ufficiale, che tutti i cittadini possono seguire liberamente online per avere informazioni precise e puntuali. Di sicuro non previsioni apocalittiche o che danno in arrivo “nelle prossime settimane l’inverno del secolo” come è capitato spesso di sentire in questo mite inverno 2015/2016 da parte di notissimi siti di previsioni meteorologiche. Siti dei quali non si è vista traccia nel simposio organizzato a Parma.
L’incontro voluto dal Comune di Parma e dalla Fondazione ODG ha visto come ospiti
Roberto Oreficini della Protezione Civile
Francesca Maffini, capo ufficio stampa Protezione Civile
Marco Iachetta delegato Protezione Civile dell’Anci Emilia Romagna
Clarissa Dondi dell’Agenzia Protezione Civile Emilia Romagna
Alessandra de Savino per ArpaER
Claudio Pattini, responsabile Protezione Civile del Comune di Parma
Luca Calzolari direttore de Il Giornale della Protezione Civile
Federico Pizzarotti, sindaco di Parma

 

Il comunicato dell’evento

Contributo del sindaco, Federico Pizzarotti, al corso di aggiornamento e formazione, rivolto ai giornalisti, che si è svolto questa mattina all’auditorium della Casa della Musica dove erano presenti circa 150 giornalisti. Intervenendo in chiusura del seminario organizzato dall’Ordine, il sindaco, anche in veste di responsabile di Anci per la protezione civile, ha messo in evidenza il ruolo centrale della stampa nelle situazioni di rischio, auspicando che analoga attenzione venga prestata alla fase ancora più importante della prevenzione e dell’informazione ai cittadini affinché siano messi in condizione di conoscere i piani di intervento e di mettere in atto le misure di autoprotezione. Federico Pizzarotti ha quindi evidenziato le contraddizioni di chi protesta quando gli alberi intasano i fiumi, e poi protesta quando vengono rimossi per ragioni di sicurezza. Ha poi parlato della sua esperienza diretta con l’uso dei social media durante l’alluvione provocata dalla tracimazione del torrente Baganza nel 2014 e delle responsabilità che è in capo al Sindaco per l’incolumità dei volontari che si prestano spontaneamente e generosamente. “I sindaci – ha concluso Pizzarotti – non possono farsi carico di tutto, anche in materia di protezione civile occorre che ci sia una responsabilità diretta prima di tutto in capo ai tecnici e ai professionisti della materia, perché serve competenza”, ed ha concluso con un appello ai giornalisti, chiedendo loro “attenzione, responsabilità e coscienza”.
Il corso è nato dalla consapevolezza che la comunicazione in relazione elle emergenze connesse ai temi della protezione civile ha un ruolo strategico a livello territoriale: da qui la necessità di chiarire competenze e modalità di allerta per la popolazione con contributi importanti. Roberto Oreficini del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile si è soffermato sui vari livelli organizzativi della Protezione Civile: comunale, provinciale, regionale e statale. Previsione, prevenzione, emergenza e post emergenza: ecco le fasi su cui il tecnico si è focalizzato. Il sistema della Protezione Civile è un sistema complesso che si fonda sulla collaborazione virtuosa tra Stato e Regioni, Province e Comuni e che vede la partecipazione di vari soggetti: dalla polizia municipale ai vigili del fuoco, dall’esercito ai volontari.
E del rapporto fra i vari soggetti coinvolti ha parlato Marco Iachetta di Anci Emilia Romagna, con particolare riferimento al ruolo dei sindaci, mentre l’ingegner Clarissa Dondi, esperta di rischi industriali e ambientali dell’Agenzia Protezione Civile Regionale, ha illustrato il funzionamento del sistema di allerta della Protezione Civile a livello regionale. Prosegue lo sforzo per rendere questo tipo di comunicazione chiaro, comprensibile e trasparente, con particolare riferimento al sito della Protezione Civile stessa e alle comunicazioni che vengono diramate dall’Agenzia. Francesca Maffini del Dipartimento della Protezione civile nazionale si è soffermata sul vocabolario legato a questo ambito. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Ansa Giorgia Bentivogli consigliera dell’Ordine dei giornalisti. Sul tema hanno portato il loro contributo Luca Calzolari, che ha parlato della comunicazione del rischio e dell’emergenza con particolare riferimento ai social media e Claudio Pattini, responsabile Protezione Civile Comunale, che si è soffermato sull’esperienza del Comune di Parma durante l’alluvione del Baganza dell’ottobre del 2014.

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