Il MEDEVAC con elicotteri dell'Esercito italiano

MEDEVAC DELL’ESERCITO ITALIANO: COME FUNZIONA LO SGOMBERO SANITARIO NEI TEATRI OPERATIVI

A differenza della guerra guerreggiata, che siamo stati abituati a studiare sui libri di Storia, gli odierni scenari operativi sono caratterizzati da un basso livello di conflittualità seppur strisciante e insidioso.

A differenza della Seconda Guerra Mondiale, oggi non esiste un concetto di fronte e di retrovie, ma sussiste una condizione definita Three Block War ovvero, una situazione dove all’interno di una nazione possono verificarsi contemporaneamente operazioni militari, operazioni di polizia e attività di sostegno umanitario alla popolazione.

Una conseguenza di questi conflitti definiti asimmetrici, data la sproporzione qualitativa e quantitativa tra i contendenti, è la dispersione sul territorio delle unità militari.

Il settore operativo dove operano i 4.000 militari italiani e gli altri 2.000 sotto il nostro comando appartenenti a varie nazioni, è grande quanto il nord Italia dove invece operano non meno di 100.000 appartenenti alle forze di polizia.

I nostri militari dispersi sul territorio afgano fanno riferimento ad una catena di sgombero sanitario basata essenzialmente su un sistema di elicotteri e aerei, che cerca di minimizzare i disagi dati dalle lunghe distanze tra i luoghi di ferimento e i luoghi di assistenza.

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medevac1Esercito Italiano, il MEDEVAC (Medical Evacuation)

E’ questo il termine tecnico militare con cui vengono definite una serie di azioni volte allo sgombero dei feriti dal campo di battaglia o, per essere più aderenti alla realtà attuale, dalla zona di operazioni.

Spesso il termine viene erroneamente confuso con CASEVAC (Casualties Evacuation), ovvero lo sgombero di personale ferito con mezzi di circostanza il cui impiego non è pianificabile a priori.

Nell’attuale scenario afgano la catena di sgombero sanitario deve ricondursi almeno per i casi più gravi all’impiego di mezzi ad ala rotante, sarebbe infatti impensabile gestire per via ordinaria dei trasporti di traumatizzati sulle impervie strade dell’Afghanistan.

Infatti, oltre al dissesto della rete stradale, va considerata anche la distanza dei Medical Treatment Facilities (MTF) sparsi nell’area di operazioni.

Questo è un elemento fondamentale di differenza tra gli interventi sanitari svolti sul territorio nazionale e quanto avviene nei Teatri operativi.

Sul territorio nazionale, un individuo può essere sgomberato sull’ospedale di riferimento in termini di minuti, mentre in Teatro Operativo soltanto il semplice viaggio, benché svolto in elicottero, può impiegare ore.

Per fare fronte a tali esigenze il sistema di sostegno sanitario si basa su due componenti, una “laica” e una propriamente sanitaria.

La formazione dei laici, avviene tramite i corsi Combat Life Saver, soccorritore militare e Combat Medics; i primi due assimilabili a semplici corsi BLS e BTLS mentre il terzo, della durata di tre settimane, viene svolto presso la scuola forze speciali di Pfullendorf, in Germania, dove esperti della medicina d’urgenza militare insegnano manovre più approfondite.

Con intensità crescente questi corsi forniscono a fucilieri, conduttori, artiglieri e altri militari le necessarie conoscenze per poter intervenire a supporto dei commilitoni, a premessa dell’intervento di personale specializzato; l’obiettivo è quello di intervenire, seppur in maniera sommaria, all’interno della golden hour. All’atto pratico l’impiego di queste figure si è rivelato superiore alle aspettative rivelandosi risolutivo in almeno due episodi accertati negli ultimi due anni.

Una volta attivata la catena di sgombero sanitario, mentre il laico provvede ad effettuare manovre salvavita di base, interviene il personale del corpo della sanità militare o in alternativa altre unità mediche di Paesi alleati.

In particolare, il servizio MEDEVAC svolto con assetti ad ala rotante è attuato a rotazione da differenti nazioni che, nella divisione dei compiti e delle forze sul terreno, hanno ricevuto questo incarico.

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L’ATTIVITÀ MEDEVAC CON ELICOTTERO DELL’ESERCITO ITALIANO

L’attività più efficace delle missioni MEDEVAC è quella svolta con l’ausilio di mezzi aerei dedicati, in modo da avere uno sgombero più rapido possibile; ovviamente per avere un intervento di qualità è necessario che il personale sanitario abbia ricevuto uno specifico addestramento all’intervento aereo e che le strumentazioni medicali siano compatibili con il trasporto e l’impiego in volo.

L’Aviazione dell’Esercito (AVES) ha avuto il compito di coordinare tutte le risorse dell’Esercito volte a formare un equipaggio di volo sanitario secondo gli Standardization Agreements (STANAG) della NATO e secondo gli standard richiesti dalla normativa nazionale.

Infatti, l’Esercito disponeva di tutte le risorse necessarie, ma che mancavano della necessaria amalgama per essere definite senza mezzi termini un servizio MEDEVAC come impongono gli standard della NATO.

L’attività di coordinamento dell’Aviazione dell’Esercito è stata rivolta, non solo a creare un team ad hoc per l’esigenza afgana o libanese, ma a creare un sistema permanente di addestramento e gestione degli equipaggi di volo sanitari identificabile nel “Polo d’eccellenza MEDEVAC” creato presso il Comando AVES di Viterbo.

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I CANDIDATI PER IL TEAM MEDEVAC

medevac3Il personale selezionato per far parte del team MEDEVAC dell’Esercito Italiano deve, innanzitutto, essere idoneo fisicamente al servizio di volo, cosa che viene accertata dall’Istituto Medico Legale dell’Aeronautica, in quanto come membro di equipaggio deve operare e interagire in qualsiasi momento della missione di volo con precise responsabilità.

La parte addestrativa dedicata al volo viene svolta presso il Centro Addestrativo Aviazione dell’Esercito (CAAE) di Viterbo, dove è stato istituito il corso “Forward MEDEVAC”, volto a far diventare equipaggio di volo il personale sanitario.

Le materie trattate sono di stampo squisitamente aeronautico, e l’unica parte sanitaria è quella volta a familiarizzare con i sistemi medicali specifici in dotazione agli aeromobili dell’Aviazione dell’Esercito, nonché con le Policy di gestione dei pazienti in base alle risorse disponibili ed ai possibili scenari di intervento.

Gli allievi sono personale medici e infermieri altamente qualificati, motivato e, come sempre quando si tratta di equipaggi di volo, volontario, proveniente da tre bacini: “area critica” del Policlinico Militare Celio, personale sanitario delle basi AVES e personale della riserva ordinaria e selezionata operante nel settore delle emergenze.

La necessità degli equipaggi MEDEVAC è quella di avere personale sanitario specializzato nelle attività di intervento pre-ospedaliero, caratteristica che il personale sanitario in servizio presso le basi dell’AVES deve raggiungere tramite un percorso training on job formativo che prevede i corsi Advanced Trauma Life Support (ATLS) e Pre-Hospital Trauma Life Support (PHTLS), nonché stage presso idonee strutture cliniche.

Il personale anestesista/rianimatore della riserva è un validissimo ausilio in quanto, provenendo dal mondo civile è il più allenato ad interventi d’urgenza rispetto al personale militare.

A complemento degli equipaggi di volo sono stati inseriti anche graduati di truppa con incarico Assistente di Sanità (ASA) una figura professionale militare a cui ultimamente si sta dando sempre più importanza tecnica, assimilabile al volontario del soccorso ma potenzialmente migliorabile col tempo.

Le materie trattate nel corso riguardano nozioni basiche relative al volo con elicotteri e al loro impiego operativo, terminologia aeronautica, impiego dei sistemi interfonici di bordo primari e di emergenza, capacità di carico degli elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito, modalità di imbarco e sbarco, sicurezza del volo e prevenzione incidenti, meteorologia, sopravvivenza e condotta d’evasione e fuga in caso di crash in territorio avversario, procedure d’emergenza, familiarizzazione con i sistemi NVG e con gli elettromedicali del sistema PTS (Portable Trauma and Support System) STARMED®.

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L’attività risulta molto serrata da svolgere in due settimane, per tanto le lezioni pratiche si svolgono talvolta in modo continuativo sino a tarda notte, soprattutto per ciò che attiene le attività di imbarco e sbarco notturno o le attività survival.

Le settimane sono suddivise in una teorica e una pratica, ed è proprio nella seconda che gli allievi svolgono la maggior parte delle attività di volo, di marcia a seguito di “abbattimento” e altre attività dove sia necessario “metterci le mani” più che studiare.

UOMINI, MEZZI E MATERIALI IN MEDEVAC
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Una volta formati gli operatori questi compongono dei team MEDEVAC composti da 6 uomini, suddivisi in due equipaggi da 3 uomini, con la possibilità di rimodularsi in casi di estrema necessità.

In condizioni normali gli equipaggi operano compatibilmente al carico pagante degli aeromobili, con un medico e un infermiere, di cui almeno uno appartenente all’area critica, e un ASA di supporto.

In caso di assoluta necessità ovvero in caso di un mass casualties (MASSCAL) un equipaggio potrà intervenire anche sottodimensionato o suddividersi per aumentare il numero degli aeromobili MEDEVAC.

Ogni equipaggio dispone di una doppia serie di materiali, una zainabile e una fissa basata sul sistema PTS STARMED, oltre a varie combinazioni tra le due in base al profilo di missione.

IL PARCO ELICOTTERI DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO ITALIANO

L’Aviazione dell’Esercito dispone del più vasto parco elicotteri di tutte le forze armate e, pertanto, il team MEDEVAC deve essere addestrato ad operare su tutte le macchine disponibili per il supporto al combattimento.

Le macchine più complesse, per via degli spazi ristretti, sono gli elicotteri multiruolo della serie AB-205 e B-12, all’interno del quale l’equipaggio e la barella PTS STARMED trovano posto, ma senza troppi lussi; per contro all’interno di NH-90 e CH-47 esiste la possibilità di imbarcare anche più di un equipaggio/sistema PTS.

Il sistema PTS STARMED è un sistema modulare di trasporto di elettromedicali e feriti studiato su incarico delle Forze Armate Tedesche, adattabile ad una serie di mezzi terrestri, navali e aerei, adattabile ad ogni sistema/veicolo rispondente agli standard della NATO.

In particolare il PTS può essere configurato/personalizzato dal personale sanitario con differenti elettromedicali e all’occorrenza poter essere imbarcato e sbarcato in modo solidale alla barella con il paziente.

La capacità di disporre in modo ergonomico di strumentazioni medicali a bordo degli elicotteri è una necessità molto sentita in ambito militare.

Gli elicotteri civili dedicati all’elisoccorso hanno degli allestimenti specifici che rendono la macchina idonea a svolgere il compito.

Purtroppo in ambito militare non è possibile dedicare una macchina ad un incarico esclusivo per differenti ragioni; innanzi tutto bisogna considerare che le macchine militari vengono schierate in un Teatro Operativo in base al profilo di missione che devono svolgere e in base al supporto logistico disponibile, in secondo luogo in base alla disponibilità di ore di volo vi è la necessità di spostare le macchine da un profilo di missione ad un altro e in ultimo bisogna sempre ponderare che l’elicottero MEDEVAC possa essere danneggiato.

Ad esempio è noto che il Teatro Operativo libanese è equipaggiato con macchine della serie B-12; disporre in modo esclusivo di un MEDEVAC montato su un altro tipo di macchina vorrebbe significare due linee logistiche.

La necessità di disporre di un kit rapidamente trasferibile da un elicottero ad un altro ha spinto SME IV Reparto Ufficio per la Mobilità ad individuare la barella PTS prodotta dalla ditta tedesca STARMED e commercializzata da SAGOMEDICA, che aveva già affrontato la problematica per conto della Bundeswehr le Forze Armate tedesche

La PTS è stata ritenuta idonea per le necessità dell’Aviazione dell’Esercito di equipaggiare rapidamente i propri elicotteri dedicati allo sgombero sanitario; infatti la caratteristica più evidente della PTS è di inserirsi sui supporti NATO per le barelle.

La PTS si compone di 5 parti principali:

  • contenitore principale;
  • cassetto porta strumenti;
  • barella convenzionale;
  • tavola spinale/toboga;
  • elettromedicali.

Tra i principali sistemi in dotazione alla PTS scelti dal personale sanitario e acquistati dall’Esercito figurano, monitor multiparametrici defibrillatore Argus, pompe Perfusor, video laringoscopi, ventilatori da trasporto Medumat ad alta tecnologia ma d’estrema facilità d’uso, e bombole per ossigeno da 6 litri.

In alternativa esiste anche una serie di materiale trasportabile a zaino (che include un piccolo monitor multiparametrico Propaq, un ventilatore d’emergenza ad ossigeno, e tutto il materiale di gestione delle vie aeree ed infusione) di dimensioni più compatte impiegabile in situazioni in cui il personale debba essere sbarcato e restare isolato dal sistema PTS.

Il sistema PTS permette di assistere il paziente attraverso tutta la catena di sgombero, infatti, grazie alla modularità il sistema può essere configurato anche per il trasporto strategico ovvero per viaggi di lunga durata.

Benché gli apparati medicali prescelti fossero garantiti per l’impiego in volo, l’Aviazione dell’Esercito ha dovuto svolgere una lunga campagna di prove, volte al rilascio della certificazione operativa, ovvero della piena compatibilità degli apparati medicali con gli apparati di bordo al fine di non creare interferenze, sia di tipo elettromagnetico che meccanico.

Ciò include anche prove di monitoraggio/defibrillazione a bordo dei vari modelli d’aeromobile impiegando il Monitor/Defibrillatore Argus Pro che oggi rappresenta il modello più compatto della categoria, con caratteristiche di robustezza e sicurezza che ben si adattano al volo operativo militare, pur conservando tutte le caratteristiche tecniche necessarie.

I predetti test hanno comportato ulteriore lavoro ai tecnici aeronautici dell’esercito anche in virtù delle sofisticatissime apparecchiature di autopratezione contro i missili a ricerca termica e a guida radar, che hanno comportato agli addetti ai lavori la conduzione di ulteriori test.

MODALITÀ DI INTERVENTO

Il sistema di sgombero dei feriti sul campo di battaglia è organizzato su una serie di MTF dislocate nella zona di operazioni, con capacità crescente man mano che ci si allontana dalla zona dei combattimenti, infatti, come la maggior parte delle procedure della NATO anche la MEDEVAC è stata concepita per operare in un Teatro Operativo convenzionale europeo a partiti contrapposti non propriamente idoneo al Teatro afgano.

Quando una pattuglia sul terreno viene fatta oggetto di fuoco avversario e subisce feriti viene inoltrato un messaggio di richiesta di intervento denominato 9-line, dove sono codificate nove informazioni ritenute importanti per organizzare i soccorsi.

Contemporaneamente i Combat Lifesaver iniziano ad operare manovre salvavita sul soldato colpito e lo preparano per essere recuperato dal team Forward MEDEVAC.

Presso l’eliporto si preparano ad intervenire gli elicotteri armati in funzione di scorta e due elicotteri per effettuare lo sgombero.

Per primi giungono sul luogo dello scontro a fuoco gli elicotteri A-129, che cercano di eliminare la sorgente avversaria con il fuoco dei cannoni da 20mm; una volta messa in sicurezza la zona intervengono gli elicotteri MEDEVAC dei quali uno è la piattaforma principale e l’altro funge da riserva o per sgomberare feriti deambulanti tra i quali possono esserci soldati colpiti da stress post traumatico.

Qualora ci siano particolari resistenze da parte dell’avversario, intervengono anche i giganteschi CH-47 da trasporto, ognuno con a bordo 30 soldati che possono sbarcare per rinforzare il dispositivo a terra.

Può sembrare singolare che per un intervento sanitario si muovano 6 elicotteri e 80 persone tra piloti e soldati, ma questa è la realtà dell’Afghanistan.

A questo punto il ferito percorre un percorso a ritroso verso il posto raccolta feriti, il ROLE 1, ovvero il primo anello della catena di sgombero e, qualora non ritenuto idoneo al trattamento del ferito, questo viene spostato sul MTF successivo, ovvero il ROLE 2, con capacità rianimatoria e chirurgica, infine al ROLE 3 vengono svolti gli interventi di particolare complessità che necessitano di una struttura ospedaliera vera e propria.

Purtroppo la realtà dei Teatri Operativi attuali non vede uno schieramento lineare con una mobilità dei sistemi dall’avanti alle retrovie, ma, per contro, una dispersione a macchia di leopardo di FOB, check point e pattuglie che si muovono continuamente in territorio impervio che, in parte, vanificano il concetto dei ROLE.

Il sistema del Forward Surgical Team statunitensi si propone di spostare competenze rianimatorie e chirurgiche del ROLE 2 verso il ROLE 1 in modo da accorciare la catena di sgombero e intervenire sempre meglio all’interno della golden hour.

L’attività del sistema Forward MEDEVAC dell’ Esercito italiano consiste in un sistema pre posizionato di mezzi aerei, in una zona in cui si ritiene le forze amiche potrebbero venire a contatto con l’avversario o in cui è sospetta una attività ostile contro il contingente.

Grazie al pre posizionamento di mezzi soccorso è possibile spostare i pazienti direttamente sul MTF più idoneo al trattamento delle ferite ricevute.

Va da sé come: la vasta area di responsabilità, i lunghi tragitti di volo per raggiungere un eventuale casualty, la complessità dello scenario (che potrebbe non consentire una stabilizzazione in area sicura per tempi lunghi ed in spazi vasti), le distanze da coprire per raggiungere la MTF più adeguata al trattamento del paziente e l’elevata tecnologia del materiale a disposizione, richiedano una skillness non comune all’equipaggio di volo sanitario impiegato per la Forward MEDEVAC dell’ Esercito italiano.

Altri impieghi degli elicotteri MEDEVAC possono invece prevedere un posizionamento baricentrico in modo da intervenire in tutto il Teatro Operativo ma con tempi più lunghi, ciò viene definita Tactical MEDEVAC mentre l’invio in Patria del paziente con mezzi aerei ad ala fissa viene definito STRATEVAC (Strategic Evacuation) tipo Falcon o Airbus.

MEDEVAC DELL’ ESERCITO ITALIANO, CONCLUSIONI

L’Esercito è la Forza Armata che, nelle missioni all’estero, ha pagato, e sta pagando, il maggior tributo in termine di vite umane e di feriti; infatti, la particolare attività di counter insurgency e tutti gli aspetti ad essa connessi, come lo sminamento e le attività CIMIC, prevedono una sovraesposizione del personale ai rischi di ferimento.

In tal senso l’Esercito italiano ha voluto inquadrare il team MEDEVAC nella maniera più completa e all’avanguardia possibile, sia in termini di materiali che di competenze e procedure.

A tal fine nel team Forward MEDEVAC dell’Esercito italiano basato su aeromobili dell’AVES è il condensato quanto di meglio si possa avere a disposizione, non solo nelle Forze Armate, ma in ambito nazionale.

Le strumentazioni medicali unite a piattaforme volanti di eccezionali prestazioni forniscono al personale sanitario altamente qualificato un dispositivo difficilmente riscontrabile in altre realtà.

I mezzi ad ala rotante si sono rivelati fondamentale in tutte le forme di attività del contingente ISAF siano esse di carattere spiccatamente militare o meramente logistiche di supporto alla popolazione, non poteva quindi mancare di affinare materiali uomini, mezzi e procedure per ottenere il meglio anche nel settore del sostegno sanitario alle operazioni militari.

Attualmente il team MEDEVAC opera con gli aeromobili dell’Aviation Battallion italiano come rincalzo al dispositivo sanitario aeromobile spagnolo a supporto delle operazioni del Regional Command West (RC-W) di Herat.

PER APPROFONDIRE:

Le origini dell’elisoccorso: dalla guerra in Corea ad oggi, la lunga marcia delle operazioni HEMS

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