Incidente a un'industria chimica: 300mila persone senza acqua negli Usa

E’ emergenza acqua in West Virginia, Stati Uniti, dopo un’incidente avvenuto in un’azienda chimica, che ha contaminato le acque del fiume Elk. Il corso d’acqua, che attraversa la capitale dello stato orientale, alimenta il locale sistema idrico. L’azienda incriminata, la Freedom Industries, vende prodotti per scavi in miniera, per il trattamento dell’acciaio e del cemento: da un serbatoio sarebbe fuoriuscita una grande quantità di 4-Methylcyclohexane Methanol, una sostanza impiegata per il lavaggio del carbone, finita poi nelle acque del fiume. Scuole, bar, ristoranti chiusi, 300 mila persone non possono usare l’acqua di rubinetto, mentre lunghe file si sono formate di fronte ai negozi per comprare acqua in bottiglia. Il governatore del West Virginia, Earl Ray Tomblin, ha dichiarato lo stato di emergenza per nove contee, imponendo ai cittadini di usare l’acqua di casa solo per gli scarichi igienici o per spegnere eventuali incendi. “In questo momento, la nostra priorità riguarda gli ospedali, le case di cura e le scuole”, ha fatto sapere Tomblin in un comunicato.

Massima allerta in tutte le articolazioni del locale tessuto di soccorso d’emergenza: protezione civile, esercito, vigili del fuoco. Sono oltre 800 le persone che si sono recate in ospedale con sintomi di contaminazione, il servizio ambulanze ha attivo il codice rosso su tutto il territorio interessato. Intanto, sul versante commerciale, è emergenza sugli approvvigionamenti di acqua confezionata nei negozi e grandi magazzini, ormai rimasti a secco. Vuoti i magazzini, è scattata la corsa ad accaparrarsi l’ultima bottiglia, con ripercussioni anche sulle contee limitrofe.

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