Marche, le ambulanze si fermano: "le associazioni non ricevono rimborsi dal 2013". Nel frattempo parte il 112, con una sola centrale

Le Marche rimangono al centro delle polemiche per una gestione dell’emergenza che vede le associazioni di volontariato senza rimborsi dal 2013, ed una impostazione del Numero Unico 112 che fa presagire brutti presentimenti a chi ha vissuto l’esperienza laziale. Dopo la polemicha sull’omeopatia, ecco cosa sta succedendo

ASCOLI PICENO, MARCHE – Non bastasva la polemica sui medicinali omeopatici per i terremotati. La Regione Marche oggi si trova di nuovo al centro della buriana perché dal 2013 le associazioni di volontariato che assicurano il servizio di ambulanza del 118 non ricevono i rimborsi chilometrici per far funzionare i mezzi. Una situazione che impedisce la sopravvivenza delle associazioni, come denunciato in una lunga lettera dal presidente ANPAS Marche.

Il primo marzo le associazioni consegneranno le chiavi delle ambulanze ai sindaci dei rispettivi comuni perché non sanno più come fare per far funzionare i mezzi. Se il personale volontario infatti può coprire determinati turni,  non si può pensare che il gasolio nei serbatoi arrivi gratis, nè si può pensare che i consumabili, le revisioni ed i controlli siano forniti senza un adeguato ristorno delle spese sotenute e documentate. La lettera di Anpas Marche è estremamente chiara e accorata:

“Da sempre le associazioni ANPAS della Regione Marche cercano di vedere garantita la loro dignitosa sopravvivenza, la possibilità di continuare a fornire preziosi servizi ai cittadini e di essere punto di riferimento sociale per tante comunità marchigiane. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo invece subito il progressivo degrado nel rapporto con la Regione Marche e con l’ASUR, incapaci di valorizzare un patrimonio formato da migliaia di persone che da oltre un secolo dedicano il proprio impegno a favore del prossimo, accecati da dinamiche gestionali perverse e dannose”.

Secondo Anpas Marche l’ASUR non liquida alle Associazioni di Volontariato i rimborsi delle spese effettivamente sostenute dal 2013. Da ormai 5 anni ASUR trattiene i soldi stanziati dalla Regione e le associazioni continuano a pagare i fornitori anticipando i soldi, e sono ormai talmente indebitate da non poter più pagare nemmeno il carburante. C’è di più: “la stessa ASUR non applica le norme emanate nel 2014 e le modifica radicalmente per il futuro, stravolgendo dinamiche funzionali mai sottoposte a verifica, determinando il collasso del settore e la scomparsa di decine di associazioni. Per non parlare del trasporto dializzati,  dal 1° ottobre non più autorizzato con mezzo disabili e, tra informazioni lacunose e mezze verità, si tenta di far diventare questo un problema delle associazioni che devono coprire i costi chiedendo soldi ai malati”.

“La Regione Marche sta a guardare, demandando ad ASUR il lavoro sporco di mattanza delle associazioni e di taglio irrazionale di servizi, salvo difendersi invocando l’autonomia di una Azienda di cui invece detiene il controllo. DA GIOVEDI’ 1 MARZO LE ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO SARANNO COSTRETTE A FERMARE I PROPRI MEZZI ED A CONSEGNARE LE CHIAVI AI SINDACI”. 

Le trattative per arrivare ad un punto di svolta e permettere alle associazioni di sopravvivere sono andate avanti per mesi, nonostante ci siano situazioni di gravissima criticità che interessano il sistema. ANPAS si è interessata affinché la soluzione venisse risolta, ma si è arrivati al punto in cui il servizio sanitario garantito dalle organizzazioni di volontariato non può più stare in piedi. Il tentativo di ottenere un reale dialogo e di porre rimedio alle situazioni gravissime che si stanno verificando è ormai arrivato al limite ultimo. “I danni cagionati al sistema da problematiche croniche, aggravate da inopportune quanto pregiudizievoli modifiche normative ed organizzative adottate in tempi più recenti, e nessuna reale disponibilità al dialogo del competente Servizio Regionale e dall’ASUR” hanno portato ANPAS e le altre associazioni coinvolte a trovarsi in una situazione insostenibile. Si è osservato “un gravissimo degrado nei rapporti ed accanimenti, anche sul piano operativo e relazionale, mai constatati in oltre venti anni di intensi rapporti”. Sono pochi ma molto importanti i punti da risolvere:

  1. Mancata liquidazione dei rimborsi per le spese effettivamente sostenute dalle Associazioni di Volontariato dal 2013 ad oggi. La normativa regionale, nazionale e comunitaria prevede che alle Organizzazioni di Volontariato (OdV) possano solamente essere rimborsati i costi effettivamente sostenuti e documentati inerenti il servizio prestato, senza sovracompensazione. Negli ultimi 4 anni ASUR ha erogato alle OdV solamente degli acconti, con riduzione percentuale rispetto al rimborso massimo ammissibile presunto, mentre il conguaglio a saldo doveva essere liquidato dopo la presentazione delle rendicontazioni annuali e dei relativi documenti giustificativi. Nonostante le Regione Marche abbia asserito di avere già stanziato da anni gli importi necessari a liquidare le associazioni, l’ASUR non ha verificato neppure una delle centinaia di rendicontazioni consegnate dalle Associazioni. Ne consegue che ASUR sta trattenendo indebitamente i conguagli a saldo dovuti alle OdV, mentre queste ultime hanno anticipato ormai da anni importanti somme necessarie agli acquisiti per l’erogazione dei servizi (benzinai, meccanici, gommisti, carrozzieri ossigeno, materiale di consumo). I disavanzi complessivi sono molto ingenti e vanno a sommarsi al diffuso tentativo di mancato riconoscimento delle aliquote applicate da marzo 2017 per i trasporti NON prevalentemente sanitari ancora oggi svolti in regime transitorio dalle OdV, su basi economiche chiaramente rese note in anticipo al loro erogazione.
  2. Revisione dei criteri di rendicontazione delle spese effettivamente sostenute. I criteri di rimborso delle spese effettivamente sostenute sono stati definiti con determina ASUR n. 900/2014, con la previsione di un tavolo tecnico permanente avente il compito di valutare le singole voci di costo ed adeguare i tetti di spesa in base alle evidenze risultanti dalle rendicontazioni progressivamente validate dai controlli ASUR che tuttavia non sono mai stati effettuati. L’ASUR ha tuttavia emanato unilateralmente una determina (n. 675/2017) che sostituisce la precedente determina 900/2014, senza che questa abbia mai trovato applicazione (come esplicitato al punto precedente). La nuova determina stravolge completamente i presupposti condivisi nel 2013 ed alla base della Det. 900/2014, introducendo gravi elementi di criticità più volte segnalati e pregiudizievoli per la stessa sopravvivenza della maggior parte delle OdV attive nel settore, al punto che si è resa necessaria l’impugnazione al TAR, con giudizio tuttora pendente. Corollario di tale condotta impositiva è anche il blocco dei rapporti convenzionali fra ASUR e OdV, che dal 1° gennaio 2017 sono prive di qualsiasi accordo contrattuale e, di conseguenza, di un affidamento ufficiale del servizio di trasporto sanitario, che pure continuano a garantire (incluse le postazioni di emergenza sanitaria “118”).
  3. Situazione del trasporto dei pazienti dializzati nelle loro diverse condizioni cliniche e di deambulazione. Tramite il combinato disposto delle DDGR 301/2017 e 716/2017 la Regione Marche ha tolto la possibilità ai pazienti in trattamento dialitico con problemi di deambulazione di essere trasportati a cura del Servizio Sanitario Regionale con il pullmino attrezzato per disabili, ed oggi ad essi viene direttamente riconosciuto solamente il rimborso di 1/5 del prezzo della benzina per recarsi con mezzi autonomi presso il Centro Dialisi. Tale nuova modalità, mai discussa preventivamente con le rappresentanze delle OdV operanti nel settore, non è stata adeguatamente resa nota ai pazienti e neppure ai Centri Dialisi e risulta ancora oggi che molti dei pazienti non ne siano informati, mentre le stesse CCT dell’ASUR hanno sovente omesso di specificare ai pazienti ed alle OdV la modalità di rimborso attuata. Il risultato è che le Associazioni stanno continuando a trasportare i pazienti, prevedendo tuttavia che il rimborso che essi indirettamente riceveranno non sarà in grado di coprire i costi sostenuti, dovendo a breve decidere di chiedere integrazioni economiche ai pazienti o interrompere il servizio di trasporto generando gravi disagi in persone già duramente provate.
  4. Procedura di affidamento in convenzione del servizio di trasporto sanitario (c.d. “interpello”) Con determina n. 905 del 16/12/2013 ASUR ha avviato la procedura per l’affidamento in convenzione del servizio di trasporto sanitario ai sensi delle DDGR nn. 292/2012 e 968/2013, con rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate secondo i criteri della det. ASUR n. 900/2014. A tutt’oggi la procedura, applicata dalle AA.VV. in maniera anomala e assolutamente priva dei necessari criteri di rigore e trasparenza, non risulta conclusa e nessuna occasione di confronto sul tema è stata promossa nei confronti degli organismi rappresentativi regionali del volontariato, nonostante sia in itinere da oltre quattro anni. E’ pertanto necessaria una ridefinizione dell’intero processo, peraltro ormai anacronistico viste anche le rilevanti modifiche normative nel frattempo intervenute, fra cui l’abolizione delle previsioni di cui alle DDGR 968/2013 e 131/2014, oltre che la contestata abrogazione della det. ASUR n. 900/2014.

 

La situazione descritta è grave: le associazioni di volontariato hanno garantito in perdita totale i servizi di assistenza alla popolazione, hanno garantito in perdita i servizi di emergenza urgenza e hanno garantito in perdita il proprio supporto alla collettività. Chiaramente il volontario non fa nulla a scopo di lucro, ma non fa neppure nulla che possa ledere la sua situazione economica. Pensare che ci siano fornitori senza soldi da anni perché l’ASUR ha bloccato i finanziamenti lascia di stucco.

“Viene realmente lesa la dignità di migliaia di volontari che si riconoscono da decenni in un progetto di aiuto alla collettività, oggi messo quotidianamente a repentaglio da soggetti incapaci di comprenderne le peculiarità ed il valore, operanti con il doloso implicito assenso della politica regionale, a cui tentano ossessivamente di dimostrare (verosimilmente attratti da allettanti feedback) illusorie e fuorvianti performance di economia e razionalizzazione, con il solo evidente risultato di distruggere progressivamente la struttura ed i servizi, a totale discapito della salute dei cittadini marchigiani. Il complesso di quanto esposto ed argomentato determina condizioni di degrado economico – gestionale tali che alla fine del corrente mese gran parte delle associazioni non riuscirà a sostenere i costi correnti per l’erogazione dei servizi”.

“Si preannuncia pertanto che le associazioni ANPAS delle Marche hanno collegialmente preso atto che a decorrere dal 1° marzo 2018 non potranno più erogare servizi di trasporto sanitario per conto dell’ASUR, incluso il servizio di emergenza-urgenza “118”, e in pari data procederanno alla consegna delle chiavi dei loro mezzi ai Sindaci dei comuni in cui ricade la loro sede in segno di solidarietà verso le comunità danneggiate dalle conseguenze di quanto ampiamente illustrato”.

 

Dall’altro lato, la Regione Marche e la Regione Umbria hanno appena siglato un accordo per aprire una centrale NUE112 congiunta, che avrà come centrale di trabocco il NUE112 della Toscana. Come sia possibile che mentre le ambulanze si fermano perché manca la benzina si attivi il NUE112, è da capire.

Chiaramente il NUE112 deve essere attivato in tutta Italia e deve funzionare in modo univoco e senza interruzioni, con tempi di risposta e di delivery dei mezzi – in special modo quelli sanitari – che sia inferiore agli 8 minuti in area urbana e ai 20 minuti in area extra-urbana. E’ molto probabile che l’attuazione di un NUE112 in una situazione complessa come quella attuale (fra l’altro con centrale unica aperta in territorio marchigiano) sia estremamente probante. Ancora non è stato definito dove sarà localizzata la CUR marchigiana, ma è già stato fatto un accordo con la Toscana per attivare il trabocco sulla centrale operativa 112, che sarà a Prato.

L’accordo fra Toscana, Marche e Umbria prevede che se la centrale 112 delle Marche dovesse avere un guasto più lungo di 24 ore, verrà messo a disposizione della centrale operativa vicaria il personale normalmente addetto alla centrale temporaneamente non operativa. “L’accordo siglato a Roma ha la durata di tre anni e stabilisce, come ha osservato l’assessore regionale alla presidenza, un efficace rapporto di mutuo aiuto tecnico operativo tra le tre Regioni dell’Italia centrale, nell’interesse di milioni di cittadini che vedono in questo modo garantito il loro diritto ad essere assistiti e soccorsi nei numerosi casi di emergenza” recita il comunicato della regione Toscana.

 

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