Muore in palestra, aperta inchiesta per omicidio colposo. E' stato arresto cardiaco o infarto?

E’ stato aperto un fascicolo in procura sulla morte del nuotatore Mattia Dall’Aglio. Il ragazzo è morto per un arresto cardiaco, per un infarto o per altre cause mentre si stava allenando in palestra?

MODENA – C’è un indagato per la morte di Gianluca Dall’Aglio, il nuotatore reggiano che domenica sera è spirato mentre si allenava in palestra con i pesi, forse per un arresto cardiaco e non per un infarto come inizialmente era stato comunicato.
Ad aprire il fascicolo la procura di Modena, che vuole capire con una autopsia (che si terrà giovedì mattina) se Mattia sia morto per una causa naturale o per conseguenze successive al malore.

Da quanto è stato finora appurato dalla Procura di Modena, che è al lavoro con il sostituto Procuratore Katia Marino e con il capo della procura, la dottoressa Lucia Musti, sembra che Dall’Aglio fosse ad allenarsi da solo nei locali accanto alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Modena – gruppo sportivo per il quale il ragazzo ventiquattrenne era tesserato. Sarebbe stato proprio un Vigile del Fuoco a notare il giovane a terra, incosciente, e ad aver avviato le procedure di soccorso.
Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera il primo soccorritore avrebbe avuto a disposizione un defibrillatore, ma il suo utilizzo non sarebbe servito a salvare la vita del ragazzo.

Una delle ipotesi sollevate dale fonti in Procura è che non sia stato il malore al cuore a causare la morte di Dall’Aglio, ma forse una contusione presa cadendo dopo il malore. Come è già stato segnalato al fianco di Mattia non è stato trovato nessun tipo di farmaco o di sostanza sospetta. Rimangono quindi tanti gli interrogativi che si stanno ponendo gli inquirenti, ma soprattutto è una la domanda a cui va trovata risposta: Mattia sarebbe potuto essere ancora fra noi, se qualcuno fosse intervenuto in tempo?

 

Foto da: Corsera

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