Protezione Civile: il Capo Dipartimento ringrazia il Sistema

Si sono concluse le operazioni a Rigopiano, il sistema continua a lavorare e non si ferma. Ci sono 15.000 persone da assistere, ci sono ancora tante cose da fare. Ma il Capo Dipartimento Fabrizio Curcio ha deciso di ringraziare pubblicamente il Sistema della Protezione Civile. Un sistema che è fatto da tanti uomini – in questo caso almeno 11.000 quelli che hanno preso servizio – e da tanti funzionari che non possono essere dimenticati per lo sforzo profuso affinché l’emergenza neve e l’emergenza terremoto fossero il più limitate possibili nella loro forza distruttiva.

 

“Da parte di tutti gli operatori del soccorso c’è stata grande professionalità tecnica e operativa, resa ancora più preziosa dal senso di umanità, coraggio e sensibilità che ogni operatore ha saputo manifestare”. Così il Vice Ministro dell’Interno – Filippo Bubbico – incontrando la stampa insieme al capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e ai rappresentanti delle strutture operative intervenute dal 18 gennaio nelle attività di ricerca e soccorso sul sito dell’hotel Rigopiano. Nel corso della conferenza stampa – che si è svolta nel Centro Operativo Comunale di Penne – il Viceministro ha anche espresso solidarietà e sostegno alle famiglie delle 29 vittime e un affettuoso pensiero agli 11 sopravvissuti .

“Si è concluso un momento importante dal punto di vista tecnico di ricerca, ma non l’attività del Sistema di Protezione civile che sta garantendo dallo scorso 24 agosto , giorno del primo forte terremoto in queste zone, la propria costante presenza e azione nelle quattro Regioni del Centro Italia” ha detto il Capo Dipartimento Curcio.
Lo scenario sul quale si sono svolte le operazioni è stato particolarmente difficile sul piano tecnico ma anche sul fronte delle forti emozioni che ha prodotto: “abbiamo gioito quando sono state tratte in salvo 11 persone e ci siamo rattristati nel computo delle 29 vittime” ha proseguito Curcio.
Alla conferenza stampa hanno preso parte i rappresentanti delle diverse componenti del Sistema di protezione civile a sottolineare che “i veri obiettivi nell’interesse del Paese si possono raggiungere se tutte queste eccellenze del Paese lavorano in modo coeso” ha proseguito il Capo Dipartimento. “Protezione civile è un sistema in cui ognuno contribuisce per la propria parte: dal volontariato ai Vigili del Fuoco , dalle Forze di Polizia a quelle Armate, dal Soccorso Alpino alla comunità scientifica – che come sempre ha saputo mettere a disposizione della sicurezza degli operatori le proprie conoscenze, professionalità e strumenti – senza dimenticare il lavoro che in emergenza svolgono i tecnici di Anas, Autostrade per l’Italia, Strada dei Parchi, Enel e Terna fino ai Comuni e agli Enti locali per arrivare al singolo cittadino”.
Da mesi il sistema è stato sotto pressione ma ha saputo dare risposte ai massimi livelli, sempre.
“Oggi siamo qui per ringraziare e sostenere questo sistema, ma bisogna supportarlo tutti i giorni, perché l’emergenza è il momento in cui si raccoglie il frutto di un percorso in cui ogni forza pianifica e si struttura per il tempo dell’emergenza” ha sottolineato Curcio.
Il Capo Dipartimento ha concluso esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime e dei colleghi che hanno perso la vita nell’incidente che ha coinvolto un velivolo del 118 lo scorso 23 gennaio, proprio durante un’operazione di soccorso, ricordando che “chi lavora in emergenza si espone sempre a dei rischi, fino a sacrifici estremi”.

Le forze in campo. Nelle regioni interessate dall’eccezionale ondata di maltempo e dalle scosse di terremoto del 18 gennaio sono stati, complessivamente, circa 4mila i mezzi e quasi 11mila le donne e gli uomini del sistema di protezione civile impegnati sul campo, tra strutture operative, organizzazioni nazionali di volontariato, colonne mobili regionali, centri di competenza tecnico scientifica e aziende erogatrici di servizi. A questi va aggiunto il personale delle amministrazioni statali e delle regioni interessate, nonché delle associazioni di volontariato regionale e locale. In particolare, relativamente alle organizzazioni nazionali di volontariato, sono state impiegate nella gestione dell’emergenza neve: Anffvc, Ana, Anc, Anpas, Cisom, Cri, Fir-cb, Misericordie, Modavi, Prociv Arci, Corpo Aib, Psicologi per i popoli, Fmi e Cnsas. Per quanto riguarda le colonne mobili, sono state attivate le Province autonome di Trento e Bolzano e le Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e Campania.

Le attività di ricerca e soccorso a Rigopiano. Nel delicato scenario operativo dell’hotel Rigopiano le attività di ricerca e soccorso continuano ininterrotte da sette giorni. Al momento sono 11 i sopravvissuti – 9 estratti vivi, cui si aggiungono 2 tratti in salvo all’esterno della struttura – e 24 le vittime. Continua il lavoro di ricerca dei 5 dispersi da parte dei circa 200 uomini impegnati sul posto, tra Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Esercito, Carabinieri, Soccorso Alpino e 118. Le squadre di soccorso sono affiancate da un nucleo di tecnici esperti nella valutazione del rischio valanghe. Sul versante sovrastante l’albergo, l’Università di Firenze-Dipartimento di Scienze della Terra ha inoltre installato nei giorni scorsi un radar dotato di una sirena in grado di allertare le squadre dei soccorritori in caso di valanghe. Nel bilancio generale delle vittime, alle 24 dell’hotel Rigopiano se ne aggiungono purtroppo altre 5 trovate nei giorni scorsi nei comuni di Crognaleto, Campotosto, Castel Castagna e Rocca Santa Maria.

Gli altri interventi delle componenti e delle strutture operative. Da ieri, nelle regioni interessate dall’eccezionale ondata di maltempo e dalle scosse di terremoto del 18 gennaio, tutte le frazioni isolate sono state raggiunte. Sono oltre 200 i comuni in cui il sistema di protezione civile ha effettuato interventi di diverso tipo: recupero di persone, evacuazione, soccorso, assistenza, trasporto di viveri, farmaci o carburante, ripristino della viabilità e delle infrastrutture, rimozione della neve, distribuzione di foraggio per gli animali, messa in sicurezza, ricognizione di frazioni isolate, monitoraggio delle zone a rischio valanghe e delle dighe.

In circa 60 di questi comuni – distribuiti nelle province di Ascoli Piceno e Macerata nelle Marche, a Chieti, l’Aquila, Pescara e Teramo in Abruzzo – l’impegno delle componenti e delle strutture operative è stato particolarmente consistente in termini di numero e complessità delle operazioni effettuate. Sono oltre 4mila le persone assistite dal sistema di protezione civile in conseguenza dell’emergenza neve e delle scosse del 18 gennaio. A queste si aggiungono le circa 10mila persone già assistite in seguito ai terremoti di agosto e ottobre.

Le condizioni meteo, caratterizzate da nuvolosità bassa e compatta, hanno ostacolato nei giorni scorsi l’utilizzo degli elicotteri e molte operazioni sono avvenute via terra. Nonostante questo, la Dicomac, che ha contato sulla disponibilità massima di 28 elicotteri – dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dell’Esercito, della Polizia, dell’Aeronautica e della Capitaneria di Porto – ha coordinato fino a oggi circa 320 missioni aeree, in stretto raccordo con le Prefetture e i Centri di coordinamento presenti sul territorio. Notevole è stato anche il contributo del 118, che ha impiegato ulteriori 4 elicotteri con equipaggi di ricerca e soccorso. I voli sono avvenuti anche durante la notte. L’attività aerea finalizzata alla ricognizione in aree inaccessibili ha riguardato anche i droni, per un totale di circa 40 voli.

In Abruzzo e nelle Marche proseguono gli interventi di sgombero e pulizia delle strade comunali e provinciali. Le attività di ripristino della circolazione – che inizialmente si sono concentrate sulle direttrici di collegamento dei principali centri urbani, poi sulle arterie di collegamento con i comuni, quindi sulle frazioni – hanno coinvolto Anas, Autostrade per l’Italia, Strada dei Parchi con il concorso delle colonne mobili e del volontariato. A oggi rimane attualmente interdetta al traffico solo la statale 80, interrotta in due tratti per rischio valanghe e per una frana.

A eccezione di qualche situazione puntuale in via di risoluzione nel teramano, sono state risolte le criticità relative alle disalimentazioni di energia elettrica. Dall’inizio dell’emergenza, Enel ha lavorato al ripristino delle utenze con 1600 tecnici, 400 mezzi e 570 gruppi elettrogeni. In seguito agli eventi sismici del 18 gennaio, Enel ha inoltre provveduto a effettuare verifiche tecniche sulla diga di Campotosto secondo le procedure stabilite dalla Direzione generale per le Dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche, previste in caso di eventi sismici di magnitudo maggiore a 4.

La sequenza sismica. Sono quasi 50mila gli eventi sismici registrati dal 24 agosto a oggi, con 9 eventi di magnitudo superiore a 5 e 57 di magnitudo compresa tra 4 e 5. Circa 3mila quelli registrati dal 18 gennaio, in un raggio di 15 chilometri dall’epicentro, di cui 4 superiori a 5 e 7 di magnitudo tra 4 e 5.

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