Razzismo, xenofobia e soccorso: circolare di avviso ai volontari Croce Rossa

Contro un uso improprio dei social network: l’appello del Presidente Rocca ai Soci della CRI

Il Presidente della CRI, Francesco Rocca, ha nei giorni scorsi ribadito l’esigenza di un uso adeguato dei social network da parte dei Soci della Croce Rossa Italiana. L’appello del Presidente nasce perporre un freno all’uso improprio dei social network per diffondere commenti di stampo razzista e xenofobo. Il Presidente ha, tra l’altro, ribadito che “la qualità di Socio della Croce Rossa Italiana è incompatibile con l’utilizzo di espressioni razziste o xenofobe o, comunque, con la diffusione di contenuti che incitano all’odio o che costituiscono apologia di reato”. Un comportamento simile è contrario al regolamento e pertanto sanzionabile, secondo quanto previsto dall’art. 10 dello Statuto per cui “l’adesione ai principi fondamentali è condizione per l’iscrizione alla Croce Rossa Italiana”.

La circolare non vieta la diffusione di contenuti politici, religiosi o filosofici, a condizione che non siano superati i limiti di cui sopra. Come previsto dal Codice Etico, infatti, il Socio è tenuto a specificare che le proprie idee non coinvolgono la CRI o eliminare qualsiasi riferimento, anche in termini di immagini di divise o utilizzo di emblemi, dalla propria pagina personale.

IL TESTO DELLA CIRCOLARE

Alcuni comitati CRI hanno posto a questa presidenza la questione relativa all’utilizzo da parte dei soci, delle pagine personali dei social network per diffondere commenti di stampo palesemente razzista e xenofobo, in diretto con trasto con l’azione umanitaria della nostra associazione.

A tal fine si intende chiarire in maniera ferma e definitiva che la qualità di socio della CRI è incompatibile con l’uso di espressioni razziste e xenofobe o con la diffusione di contenuti che incitano all’odio e che costritutiscono apologia di reato.

Un comportamento sifatto è sanzionabile in termini di regolamento anche nel caso in cui sui social, il socio non utilizzi la propria foto o immagini che richiamano l’appartenenza all’associazione. Si tratta di una condotta che lede ipso facto l’articolo 10 dello statuto a norma del quale l’adesione ai principi fondamentali è condizione per l’iscrizione alla CRI.
Diversa questione riguara la diffusione di contenuti politici, religiosi o filosofici: tale comportamento è assolutamente leggittimo, ove non travalichi i limiti di cui sopra. In questi casi il socio dovrò aver cura di tenere indenne l’associazione da commistioni, specificando che le proprie idee non coinvolgono la CRI o eliminando qualsiasi riferimento anche in termini di immagini di divise o utilizzo di emblemi dalla propria pagina personale.

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