Scena Sicura: "Sicuri di essere al sicuro?"

Autore: Davide Pezzetta

Nel soccorso sanitario ogni buon soccorritore conosce chiaramente il significato di scena sicura… ma della propria sicurezza nel lavoro? Nella campo della sicurezza dei lavoratori (81/2008, ex 626/94), esiste una formula matematica che i responsabili del servizio prevenzione e sicurezza (RSPP), conoscono perfettamente, ed è bene tenere in mente: 3…. 27…. X…. che significa:

ARTICOLO 013 = sono i morti (escono di casa per andare a lavorare e non vi faranno più rientro la sera).
27= gli infortuni gravi (anche con lesioni permanenti).
X = incognita (lavoratori in nero).
Ecco cosa accade OGNI GIORNO in Italia. Le stime ufficiali INAIL (gennaio-dicembre 2014), parlano di 1009 denunce d’infortunio con esito mortale “morti bianche”.

Qual è lo scopo delle normative in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro?

La tutela della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori, ossia:
Evitare l’insorgenza di malattie causate dall’attività lavorativa (attività di prevenzione).
Evitare il verificarsi di eventi infortunistici e quindi di lesioni al corpo, a prescindere dall’entità delle lesioni stesse (attività di prevenzione).
Impedire che una situazione di emergenza degeneri (attività di protezione).

ambulanza02La Catena dell’infortunio è una catena composta dalle seguenti maglie:

PERICOLO : proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità, avente il potenziale di causare i danni (pericoli generici, specifici, ergonomici, di processo, organizzativi).
RISCHIO : effetto combinato tra la probabilità di accadimento e le dimensioni del danno conseguenti all’esposizione ad un pericolo.
DANNO : effetto avverso prodotto dall’agente sulla salute (connotazione squisitamente biologica).

 

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tabella02Tipologia dei maggiori rischi in “Casa Nostra”

Per la sicurezza sono:
1. Strutturali: strade, case, fabbriche, Corsie e reparti, ospedali, ecc.
2. Attrezzature tecniche: elettromedicali, barelle, zaini, ecc.
3. Incendi ed esplosioni: bombole di ossigeno, batterie, impiantistica elettrica, ecc.
4. Aggressioni e violenze: pazienti, parenti, rivolte, animali domestici, ecc.
Per la salute dovute a:
1. Agenti chimici: detergenti, disinfettanti, materiale per la sanificazione con caratteristiche tossiche, nocive, infiammabili, corrosive, irritanti, ecc.
2. Agenti fisici: il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche, ecc.
3. Agenti biologici: Il rischio biologico è spesso di tipo ambientale, presente sia in attività lavorative in cui è “tradizionalmente” riconosciuta la presenza di agenti biologici (ambienti sanitari, laboratori di diagnosi e ricerca, settore dei rifiuti, allevamenti animali, ecc.), sia in ambienti come gli uffici, le scuole, i mezzi di trasporto, i centri estetici e sportivi, ecc., non esiste, pertanto, un ambiente di lavoro in cui tale rischio possa essere realmente ignorato.

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* (VDT corrispondono ai video terminali; MMC alla movimentazione manuale dei carichi).

Lo scopo della valutazione dei rischi è identificare i pericoli e valutarli, stabilirne le misure necessarie di prevenzione e protezione, verifica e controllo, che le misure adottate siano adeguate, fornire priorità di prevenzione e protezione, fornire alle autorità competenti, ai lavoratori, ai loro rappresentanti e al sistema aziendale stesso la testimonianza che i fattori di rischio “i pericoli” siano sotto controllo.

L’infortunio sul lavoro è un evento dannoso alla persona che si manifesta in modo rapido, violento e involontario, in occasione del lavoro e ne pregiudica la capacità lavorativa del soggetto interessato, in contrapposizione alla malattia professionale che si manifesta come un evento dannoso alla persona in modo lento, graduale e progressivo, involontario, in occasione del lavoro, e pregiudica la capacità lavorativa del soggetto interessato.

Perché accadono gli infortuni?
Accadono per molti fattori quali:
-L’organizzazione del sistema di sicurezza non presente.
-La scarsa padronanza dell’attrezzatura e/o della macchina (mancata informazione, formazione e addestramento).
-Assuefazione ai rischi (abitudine dei gesti).
-Sottostima dei rischi (neutralizzazione delle protezioni viste come ostacoli o non aiuti).
-Diminuzione della attenzione nel lavoro che si stà svolgendo (stanchezza, uso del cellulare in modo improprio, ecc.).
-Mancato rispetto delle procedure (protocolli operativi, regolamenti interni e leggi nazionali).
-Aumento dello stress (intervento complesso, rumore, ritmo del lavoro, ecc.).
-Manutenzione poco o male eseguita (rischi insospettati dall’operatore, barelle e attrezzature vecchie e non collaudate da personale qualificato, teli portaferiti ricuciti, ecc.).
-Dispositivi di protezione inadatti (guanti monouso non adeguati al lavoro da svolgere , caschetti non a norma o scaduti, calzature non idonee ecc.).
Sistemi di comando e controllo troppo sofisticati (strumenti troppo complessi e di difficile uso da parte dell’operatore in condizioni di emergenza).
-Mezzi e/o attrezzature non adatte allo scopo o all’ambiente in cui si lavora (elettromedicali obsoleti, pesanti da trasportare ad uso interno e non extraterritoriale e viceversa, carelli o zaini adattati ma non specifici al lavoro).
-Circolazione di persone non autorizzate (curiosi, parenti, ecc.).


Quanto costa l’infortunio in Italia?soccorritore 01

Per “costo dell’infortunio” si intendono sia i costi diretti che quelli indiretti che corrisponde circa al 3% del PIL Nazionale ed è valutabile in circa 45 miliardi di euro. Nel 2010 sono stati denunciati all’ Inail 775.374 infortuni sul lavoro e 42.347 malattie professionali per un totale appunto di 45 miliardi di euro.

Cosa si mette in moto dopo l’infortunio?
Per prima cosa arrivano i primi soccorsi per il danno più o meno grave al lavoratore e il trasporto della vittima, l’interruzione dell’attività lavorativa dei colleghi, sovvenzioni accordate all’infortunato e alla sua famiglia, pratiche amministrative e giuridiche, salario all’infortunato durante la sua assenza dal lavoro, salario ad altro lavoratore che sostituisce l’infortunato, rendimento iniziale del lavoratore che sostituisce l’infortunato, danni materiali collegati all’infortunio per le macchine, attrezzature e/o costruzioni, con relativo arresto di produzione, fermo ed eventuali sanzioni per interventi degli organi di vigilanza (es. Az. ASL, VVF, Ispettorato del Lavoro).
Riparazione o sostituzione del macchinario, perdite economiche collegate alla diminuzione di produzione per i danni a persone e cose.
Danno dell’immagine dell’azienda, insoddisfazione del cliente/appaltatore per eventuali disservizi, insoddisfazione del personale, aumento dei premi di assicurazione (INAIL e per responsabilità civile), procedimento penale, spese per perizie, procedure legali.

Quali sono le cause degli infortuni sul lavoro in ambito nazionale?
Il 2% fattore accidentale, il 20% fattore tecnico, il 78% fattore umano.

Cultura della sicurezza? Siamo ancora lontani?
Nel settore sanitario abbiamo ancora molto da fare, la sicurezza dei lavoratori viene visto ancora troppo spesso come una “spesa” obbligatoria ma poco importante dal datore di lavoro per la sua azienda, e da parte del lavoratore vengono visti come una perdita di tempo i corsi sulla sicurezza e le eventuali esercitazioni.
Ed in tanto nelle corsie ospedaliere continuiamo a vedere personale con calzature non adatte, senza occhiali protettivi, senza guanti, senza maschere facciali dove ne necessità l’uso oppure non corrette, ecc.
In strada continuiamo a vedere soccorritori senza caschetti protettivi e visiere, durante le fasi di soccorso con scarpe da ginnastica, ecc..
Ricordo che L’art.36 e 37 del D.L.gs. 81/08 obbliga che in ogni azienda i lavoratori e i loro rappresentanti ricevano una formazione adeguata per ciò che riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nel caso in cui questa norma non venisse rispettata sono previste una serie di sanzioni per il datore di lavoro. Inoltre la legge prevede che qualsiasi lavoratore, compresi i neoassunti e collaboratori, debbano essere formati nel momento stesso in cui cominciano a lavorare nell’azienda.

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La mia non è una generalizzazione, esistono anche realtà di eccellenza, ma invito tutti, a guardarvi intorno alla vostra realtà lavorativa e di porvi questa semplice domanda:
“Sono sicuro di essere al sicuro?”

 

Riferimenti bibliografici e web:
Elaborazione statistica degli infortuni mortali sul lavoro anno 2014: aggiornamento al 31/12/2014 a cura dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering su base dati Inail:
http://www.vegaengineering.com/osservatorio-sicurezza-sul-lavoro-infortuni-mortali/2014/12/
D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 – Suppl. Ordinario n. 108) (Decreto integrativo e correttivo: Gazzetta Ufficiale n. 180 del 05 agosto 2009 – Suppl. Ordinario n. 142/L)
REV. DICEMBRE 2014

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