Storia delle associazioni d'Italia: la Misericordia di Viareggio

Fra i servizi sociali deve essere inquadrata anche la gestione di un punto dialisi, con 6 letti, in collaborazione con la Asl di Viareggio, cui appartenevano medici ed infermieri distaccati dal reparto ospedaliero, mentre della Misericordia erano i locali posti al primo piano di fronte alla sede storica: tale centro ha costituito per molti anni un punto di riferimento importante per gli assistiti della Versilia Sud nonché per  i turisti che potevano contare su un centro dialisi più vicino di quello posto nell’Ospedale di Pietrasanta dove era stata razionalizzata la presenza del reparto per tutta la Versilia.

Vediamo ora l’attività fondamentale di ogni Misericordia, l’assistenza agli ammalati ed il soccorso ai feriti.

Qui, tralasciando il servizio ambulanze h24 ( che ad onor del vero, complice una crisi strutturale di questi ultimi anni è stato ridotto a 12 ore, in attesa finalmente del ritorno al ruolo consueto) è opportuno invece segnalare l’esperienza dei polmoni d’acciaio, a partire dal 1956, che coincide con la presenza del medico a bordo di tutti e  3 i mezzi così attrezzati.

Dislocati uno in sede, gli altri due su postazioni fisse, a Sud, o Levante, ed a Nord, o Ponente, rispettivamente in zona Lecciona ed al Lido, coprivano con tempi di intervento contenuti nei  5 minuti tutto il litorale viareggino e versiliese.

Importante anche ricordare come il Centro Antipolio di Bologna richiese espressamente due di questi mezzi , oltre a due autisti, un medico e 4 confratelli per il trasporto dallo stesso centro alla abitazione di Teramo di una donna che non era in grado di respirare in via autonoma ed aveva quindi bisogno di assistenza continua.

La richiesta di due macchine era dovuta alla necessità di avere una ambulanza , e un polmone, di ricambio in caso di guasto o di incidente della prima: non sarebbe stato possibile, infatti, recuperare un altro polmone d’acciaio lungo il percorso. Il trasferimento ebbe una notevole rilevanza a livello nazionale e fu documentato ampiamente anche dal telegiornale Rai.

Purtroppo, fu durante un servizio con un polmone d’acciaio, il 21 Agosto 1963,  che perse la vita il giovane volontario Giuliano Del Chiaro, appena 17enne.

Leggiamo la motivazione con la quale gli fu conferita dal Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor civile:
“Con generoso slancio si offriva volontariamente come capo cordata in una pericolosissima  operazione di soccorso di due bagnanti in procinto di annegare nelle agitate acque del mare. Tratto in salvo uno dei malcapitati, voleva ancora addentrarsi, alla testa di una nuova cordata, nel mare burrascoso, nel disperato tentativo di salvare anche il secondo bagnante, ormai esanime. Raggiunto lo sventurato, si sganciava, per afferrarlo, dalla cordata ma, travolto dai violenti marosi, perdeva con lui la giovane vita. Mirabile esempio di nobile altruismo, spinto fino alle estreme conseguenze.”

Nella stessa occasione si distinse anche un altro confratello, Alessandro Martignoni, che venne insignito della medaglia di Bronzo al Valor Civile.

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Ambulanza Uaz – Foto Archivio Storico Misericordia di Viareggio.

Alla Lecciona venne introdotto un sistema di soccorso basato su una postazione fissa grosso modo posta a metà di quella spiaggia.

Qui si trovava l’equipaggio in turno, comprensivo di medico e volontari, una ambulanza su telaio Uaz 469 – in grado di percorrere senza problemi  la finissima spiaggia dove la maggior parte dei fuoristrada viceversa finivano per arrendersi – , una ambulanza vera e propria che serviva per portare il ferito dalla postazione all’Ospedale e, negli ultimi anni ’90 anche un paio di mezzi antincendio della Misericordia con relative squadre.

Il sistema, partito nel 1981 a telefonini ancora lontani da venire funzionava in questo modo: sulla spiaggia erano disposti 12 pali a distanza di circa 500 metri uno dall’altro, che coprivano quindi l’intera lunghezza della spiaggia libera viareggina.

Ogni “palina”, alta una quindicina di metri, aveva una bandiera rossa che il richiedente aiuto avrebbe dovuto issare ( come spiegava un cartello posto alla base di ogni palina e scritto in italiano, inglese, francese e tedesco) in caso di bisogno.

A quel punto l’operatore sul tetto della postazione, vedendo la bandiera alzata, inviava la Uaz sul punto, che al massimo veniva a trovarsi a 250 metri dal luogo in cui si trovava la persona da soccorrere.

Dopodiché, caricato il paziente e prestategli le prime cure, veniva portato alla Postazione e da qui, se il caso lo richiedeva, all’Ospedale con la ambulanza “normale”.

Può sembrare tutto strano e forse farraginoso, ma bisogna pensare che questa spiaggia, lunga circa 6 km e larga fra sabbia, dune e pineta, oltre 1 non aveva cabine telefoniche, se non lontane, per cui senza la postazione serviva fiato per arrivare ad un telefono fisso, e tempo prima di avvisare i soccorsi…

Un altro settore importante è il servizio antincendio, che ha visto la Misericordia di Viareggio impegnata su questo fronte con un proprio reparto di veri pompieri fino al 1941, anno della costituzione del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco nel quale confluirono tutti i corpi volontari e comunali esistenti all’epoca.

Nel 1988,  limitatamente al servizio antincendio boschivo – fattispecie particolarmente rilevante in città per la presenza delle due pinete di Levante e Ponente – venne ricostituito un gruppo dedicato a tale tipologia di intervento, svolto in convenzione, negli anni, sia con la regione Toscana che con il Comune di Viareggio e disimpegnato con un Magirus Deutz 125s con serbatoio da 2500 litri e due Land Rover Defender, entrambe dotate di serbatoio da 400 litri.  Più di recente si è aggiunta anche un pick-up Tata con analoga dotazione.

Da non dimenticare è anche l’istituzione del servizio Cardiologico, che prese le mosse nel 1986 grazie ai contributi di un pool di banche e con la collaborazione dell’Istituto di Fisiologia Clinica dell’Università di Pisa da cui provenivano i medici specialisti,  con l’utilizzo di ambulanze studiate e realizzate esclusivamente in funzione del particolare servizio coronarico, ed attrezzate dunque a questo scopo, sia dal punto di vista della strumentazione medica che dei farmaci presenti. Con l’introduzione del 118 il primo agosto del 1996, ed il passaggio dei medici alle dipendenze della Asl di Viareggio, questo importante servizio – del quale in Toscana è esistito un solo omologo, a Firenze gestito congiuntamente da Misericordia e Croce Rossa – è purtroppo cessato. La nuova organizzazione ha infatti previsto l’introduzione delle automediche con conseguente dismissione dei medici sulle ambulanze.

Altro vanto della Associazione  è stato, nel 1992, la gestione della parte sanitaria dell’elisoccorso sulla Sestri Levante-Livorno. La Salt (Società Autostrade Ligure Toscana) , che è la concessionaria del tratto autostradale, volle garantire per il periodo estivo la presenza di un elicottero sanitario nei fine settimana nei mesi tra Giugno e Settembre e per l’intera settimana nel periodo di Ferragosto. L’elicottero era un Eurocopter BK-117, marche I-MABR, di proprietà Elilombarda. I piloti erano ovviamente dipendenti della società, e la Misericordia di Viareggio metteva invece il medico ed un volontario a bordo, nonché un’ambulanza fissa in base con equipaggio completo, e sempre presso la base, il centralinista dedicato unicamente a questo servizio. La base – formata da un prefabbricato dove si trovavano i servizi essenziali, (sala radio, sala relax, locale per consumare i pasti , pure quelli forniti dalla Misericordia tramite la propria mensa, nonché i  bagni) – era baricentrica rispetto al tratto servito, e si trovava presso il casello Versilia.

Elemento caratterizzante per la maggior parte della popolazione ( e per questo  nella mostra riportate tutte, nessuna esclusa, mentre per gli altri settori si è scelta una selezione dei mezzi più rappresentativi) sono le ambulanze: fra le tante, quasi tutte di eccellenza, vogliamo qui ricordare la Fiat 130, pezzo realizzato fra mille difficoltà per ottenere il nulla osta alla trasformazione: la Fiat per diverso tempo negò la autorizzazione, forse ritenendo che il ruolo potesse costituire una caduta d’immagine per la grande ammiraglia Fiat. E’ rimasta l’unica realizzata fin da nuova su questo telaio, anche se, successivamente, un altro paio di esemplari – forse tre –  sono stati costruiti sulla base di Fiat 130 usate.

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