Emergenze, stress e PTSD: imparare a gestire se stessi (PARTE 2)

Emergenze, stress e PTSD: imparare a gestire se stessi (PARTE 2)

Di Luca Tomaiuolo 

Nella PARTE 1 di questo articolo, scrivevo:

Il ridicolizzare l’errore, mettendo in dubbio le competenze e responsabilizzando un singolo soggetto, è quanto di più pericoloso e deleterio si possa fare: si rischia di incrinare tutto il lavoro fatto fino a quel momento. Soprattutto di gruppo.  Perché in un’ottica  il miglioramento collettivo può essere idealmente rappresentato come il traslare i vari tracciati in un foglio allargato, in cui è proprio la sommatoria delle linee a creare il solco di competenza utile ad intervenire in maniera efficace, professionale e collettiva.

Fondamentale in tutto questo il mind set del singolo e del team per una creazione di basic minds procedures utili per il completamento dei tre aspetti sopra descritti. Lo sviluppo di fiducia, forza e capacità in ogni singolo elemento (formazione, allenamento e soprattutto esperienza), il miglioramento di modelli di apprendimento (anche indiretti), di problem solving e di team building, il miglioramento costante delle condizioni fisiche e mentali sono gli aspetti fondamentali per la creazione di un processo di formazione professionale valido e performante.

Possiamo dunque iniziare a parlare di competenza, intendendo con questo termine non solo l’insieme delle capacità e abilità personali (dettate da capacità, conoscenza ed esperienza) che un soggetto mette in atto per lo svolgimento di uno specifico compito ma come la sommatoria di queste con altri due fattori: motivazione e contesto. Entrambi direttamente collegati con la realtà personale e, soprattutto, con quella collettiva in cui ci si trova ad operare. In questo modo, in aggiunta alla competenza emerge la necessità di una congiunta azione di consapevolezza, opportunità e presenza del gruppo dei pari.

 

Solo in questo modo, il capitale intellettuale condiviso diventa fondamentale anche nel sostenere eventuali problemi legati alla gestione dello stress. Soprattutto in caso di  un importante evento critico in grado di destabilizzare il soggetto.

Un buon debriefing, ad esempio, dovrebbe essere effettuato dopo 24 ore fino a 76 ore dall’evento in modo da ridurre l’impatto emotivo, favorire il recupero e quindi evitare eventuali conseguenze negative. Con l’aiuto, laddove necessario, di psicologi specializzati .

Proprio in riferimento a questo, alcune realtà si sono mosse per tempo, invitando psicologi a tenere specifiche lezioni di gestione dello stress (anche per permettere ai singoli soggetti il riconoscimento precoce in “autonomia” di eventuali disturbi legati allo stress: burn-out, disturbo acuto da stress in primis), partecipando ad esercitazioni ben studiate in cui la figura dello psicologo è stata opportunamente centralizzata per la gestione anche dei soccorritori, sensibilizzando i propri volontari e dipendenti alla comprensione di queste problematiche. Soprattutto in ragione del fatto che un disturbo come il PTSD è allungato nel tempo e nelle esternazioni.

E’ chiaro come un disturbo da stress post traumatico sia statisticamente consistente ma ben lontano dall’operatività giornaliera di chi comunque vive situazioni (urgenze ed emergenze) “gestibili”; di fatto sono maggiormente ravvisabili ben altri disturbi psicologici ma è importante poter attingere da svariati aspetti e situazioni per poter meglio accrescere la propria competenza e professionalità. Anche se, come visto precedentemente, i possibili traumi scatenanti sono molteplici, sfaccettati e dipendenti anche dalle caratteristiche psicologiche del singolo individuo.

Un interessante spunto arriva dal sopracitato sito governativo americano: “Six Ways to Raise PTSD Awareness3.

–         Learn

–       Discover the fact: Start with PTSD Basics, key information about trauma, PTSD and treatment options.

–       Watch and learn: Take the mystery out of PTSD treatment.

–         Connect

–       Work together: Promote PTSD Awareness all year long!

–       Help someone. Help yourself: Do you want to find out if you have PTSD or talk about treatment options? Take action for yourself or someone you care about.

–         Share

–       Give support. Get support: It can be hard to reach out for help.

–       Share what you learn: Stay up-to-date and ask us questions about PTSD.

E’ ovviamente un approccio studiato per supportare i veterani con l’aiuto del materiale didattico e pubblicitario del sito, ma con il giusto mind set, può diventare un riferimento valido per tutti, perché in questo “percorso” sono presenti tutti i passaggi chiave di cui si è scritto sopra. L’importanza di una formazione valida per comprendere i fatti, la necessità di una predisposizione mentale per l’assimilazione dei dati e insegnamenti; il giusto approccio mentale per lavorare in team, aiutando gli altri e migliorando dunque di gruppo, responsabilizzando il singolo per arrivare a rendere responsabile il team; condividere e valutare, durante la fase di debriefing, per crescere e migliorare e, soprattutto, per valutare eventuali eventi stressanti.

In tutto questo i media e le nuove tecnologie possono rappresentare un’arma a doppio taglio. Alcune ricerche infatti ritengono che la copertura mediatica di eventi traumatici è in grado di stressare soggetti predisposti. Tornando all’attacco del WTC, è stato dimostrato che nei primi giorni dopo il crollo, soggetti adulti hanno guardato programmi televisivi legati all’evento per una media di otto ore, mentre i bambini tre, mostrando sintomi da stress maggiori rispetto a chi aveva assistito a meno ore di programmazione.

In Israele, Stato già di per sé giornalmente “colpito” da eventi stressanti, soggetti che guardavano clip televisive legate al terrorismo hanno riferito una sensazione d’ansia maggiore rispetto a chi evitava certi programmi.

Di esempi di questo tipo ce ne sono molti altri quello che si sta cercando di comprendere è come questo meccanismo lavori sulla psicologia dei soggetti. Ma è facile comprendere come su soggetti predisposti (veterani su tutti) questi stimoli possono essere deleteri e scatenanti. Proprio per questo la tecnologia ci salva da se stessa. App opportunamente studiate vengono proposte ai soggetti che soffrono di PTSD per supportare la terapia, il recupero e il riconoscimento:Prolonged Exposure (PE) Coach an evidence-based psychotherapy for PTSD that helps you decrease distress about your trauma. PE has been shown to be one of the most effective treatments for PTSD. PE Coach is a mobile application (mobile app) for patients to use with their therapists during PE therapy for PTSD4.

In conclusione, preparazione, allenamento, giusto approccio mentale e una corretta gestione dell’esperienza acquisita (valorizzazione, analisi, debriefing e condivisione) sono i punti di forza per la crescita professionale, in grado di diventare in maniera automatica di supporto e difesa attiva nei confronti dei quotidiani pericoli del settore. Perché, contro ogni machismo e supponenza, sono proprio le decine di sfaccettature psicologiche/emotive a rendere l’uomo un professionista performante.

 

Note:

http://www.ptsd.va.gov/

http://www.treccani.it/vocabolario/trauma/

http://www.ptsd.va.gov/about/ptsd-awareness/index.asp

http://www.ptsd.va.gov/public/materials/apps/index.asp

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