Potremo identificare in automatico le convulsioni neonatali

Le convulsioni neonatali (che spesso diventano situazioni di epilessia neonatale) sono una patologia neurologica con età-specifica, difficili da individuare e da classificare. le crisi vengono sospettate in occasioni di manifestazioni cliniche anormali e ripetute.

Ma da oggi l’individuazione di questa disfunzione è più semplice, grazie ad una ricerca dell’Università degli Studi di Parma, che ha messo a punto un metodo innovativo per l’identificazione delle convulsioni neonatali cloniche. Lo studio – pubblicato sulla rivista “Clinical Neurophysiology” con il titolo “Real-time automated detection of clinic seizures in newborns”) è interdisciplinare ed è frutto della collaborazione fra il gruppo di ricerca del prof. Francesco Pisani, del dipartimento di Neuroscienze, e quello dei prof. Riccardo Raheli e Gianluigi Ferrari, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

Oggi la diagnosi avviene tramite la registrazione video-elettro encefalografica (EEG) del neonato, ed ha tempi di attuazione e costi di applicazione che non la rendono sempre eseguibile, né tantomeno rapida nell’inidivuazione della malattia. La diagnosi inoltre rimane una valutazione complessa su registrazioni poligrafiche, quindi complesse, con parametri che possono interferire nella determinazione della patologia, tali da non consentire sempre una diagnosi in tempo reale.

Il metodo innovativo sviluppato all’Università di Parma si basa invece sull’elaborazione e sull’analisi di segnali video ottenuti durante la registrazione video-EEG delle convulsioni cloniche neonatali, effettuando riprese continue dei pazienti mediante alcune telecamere. I segnali video così ottenuti vengono “processati” automaticamente per riconoscere i movimenti parossistici patologici, sfruttando la periodicità intrinseca dei movimenti di tipo clonico. Nel caso il sistema rilevi situazioni potenzialmente patologiche può automaticamente allertare il personale medico per gli approfondimenti diagnostici necessari.

Questo metodo, testato su un campione sufficientemente rappresentativo di convulsioni neonatali cloniche e di movimenti non convulsivi, ha dimostrato valori di sensibilità, specificità e potere discriminatorio molto incoraggianti. Esso potrebbe consentire una diagnosi in tempo reale, a basso costo, basata su una metodica completamente non invasiva, utilizzabile per monitoraggi continui e fruibile anche da personale non specializzato.

Ulteriori studi potranno in futuro validare questa metodica come test di screening per la tempestiva identificazione di movimenti parossistici abnormi conseguenti a una sofferenza neurologica acuta, e per la potenziale inclusione in sistemi di monitoraggio per il riconoscimento di convulsioni neonatali a differente semiologia.

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