Dopo l'emergenza: soccorritori Usa svelano lo stress post intervento

Intervenire su un grave incidente di bus, con molti morti e feriti. Uno scenario vissuto dai soccorritori intervenuti sulla Interstate 40, in Tennessee, Stati Uniti dopo uno spaventoso incidente stradale che ha coinvolto un bus di fedeli diretti a un raduno religioso. Otto i morti e 14 i feriti, alcuni dei quali in condizioni disperate. Finito il tempo dell’emergenza, gli uomini intervenuti sul luogo dell’incidente, ripercorrono quegli istanti e si interrogano sulla loro capacità di risposta su uno scenario così complesso e stressante.

“In 25 anni di servizio -dichiara John Holland, paramedico di Jefferson County il primo a giungere sul luogo- sono intervenuto su tantissimi incidenti, ma niente di questa portata. Siamo arrivati dopo una vera e propria carneficina. Persone sdraiate ovunque, invocazioni di aiuto, e quella sensazione di dover scegliere su quale ferito intervenire per primo, pensando intanto a quanti stanno morendo intorno a te in quel momento. Tutti soccorritori hanno visto qualcosa di molto traumatico, era una scena di caos estremo. Ma, allo stesso momento, sapevamo che avremmo dovuto controllare la situazione al più presto”.

Quando l’adrenalina smette di circolare, è tempo di fare le giuste considerazioni sul proprio ruolo e su come poter, eventualmente, migliorare in futuro la propria capacità di risposta e quella di tutto il team. I soccorritori coinvolti in situazioni particolarmente stressanti si rivolgono a un debriefing antistress, per riunirsi e discutere di ciò che è andato bene, cosa è andato storto, e avere la possibilità di rinsaldare il gruppo dall’interno. “Vediamo cose che nessuno dovrebbe vedere -conclude Holland- dico ai miei figli tutto il tempo, spero che tu non debba mai assistere a qualcosa di simile”.

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