Ritardo nei soccorsi in Canada, rescue team sotto accusa per incompetenza

Il crollo di una parte della copertura del centro commerciale di Elliot Lake, in Canada, il 23 giugno scorso, ha provocato la morte di due donne e qualche decina di feriti. Ora un’inchiesta cerca di far luce sull’episodio che ha scosso tutto il paese nordamericano. E i primi risultati mettono alla gogna l’Heavy Urban Search and Rescue Team di Toronto, una squadra specializzata nel soccorso in caso di calamità in ambito urbano. In particolare, durante le udienze, uno dei testimoni, il titolare di un’impresa di escavazioni Dave Selves, ha puntato il dito contro la scarsa preparazione dei soccorritori.

“Sembravano muoversi senza avre un’idea precisa sul da farsi – spiega Selves – mostrando una scarsa capacità operativa e la mancanza della conoscenza di base su come è realizzato un edificio”. Seves è intervenuto sul luogo del crollo la mattina seguente, su richiesta della polizia dell’Ontario, per rimuovere con i suoi mezzi le pesanti travi di cemento armato che formavano un reticolo intricato, inaccessibile per i soccorritori.  Alcuni segnali, provenienti dalle macerie, avevano illuso i soccorritori sulla speranza di estrarre persone ancora vive. Allo stop dei soccorsi, gli abitanti del luogo hanno improvvisato una catena umana per cercare di trarre in salvo eventuali superstiti. “Troppe persone sul luogo – conclude Selves – e troppi messaggi contraddittori, rendevano le operazioni poco efficaci e pericolose. Non solo: l’Heavy Urban Search and Rescue Team appariva del tutto privo dell’attrezzatura necessaria per operare in uno scenario come quello”.

Immediata la replica da parte del portavoce dell’Heavy Urban Search and Rescue Team di Toronto, una delle cinque squadre di soccorso d’elite che opera sul territorio canadese, specializzata in disastri su scenario urbano. L’instabilità della struttura, la minaccia di nuovi crolli e la mancanza di segnali da sotto le macerie, dopo che i 12 presunti dispersi erano stati ritrovati sani e salvi, hanno ritardato le operazioni di ricerca. I corpi delle due vittime, Doloris Pelizzolo e Lucy Aylwin, sono stati infatti recuperati solo quattro giorni dopo il crollo. I soccorritori, constatata l’estrema difficoltà nel muoversi sulle macerie, hanno preferito abbattere la facciata del centro commerciale e aprirsi un cunicolo dall’altro lato, con un’attrezzatura speciale per tagliare il cemento armato.

L’autopsia ha, comunque, rivelato che entrambe le donne erano morte quasi sul colpo, schiacciate da tonnellate di macerie. Tuttavia rimane un’ombra sul grado di preparazione delle squadre di soccorso e sulla loro scarsa capacità operativa. “Molti soccorritori sembravano camminare avanti e indietro senza avere un’idea precisa su cosa fare”. conclude un abitante della zona che ha seguito in prima persona tutte le operazione di salvataggio dopo il crollo.

http://youtu.be/A3BQnqDuHSQ

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