Sanità  privatizzata, si va verso l'incentivo alle assicurazioni

ROMA – La spesa sanitaria in Italia è fra le più basse del mondo, attestandosi al 7,2% del Pil nel 2012. Aggiungendo le spese sostenute dai privati, si arriva ad una spesa totale del 9,2% rispetto al prodotto interno lordo. La media OCSE è del 9,3% mentre la media europea è del 10%. Ma non basta, per poter mantenere attivo il Servizio Sanitario Nazionale bisogna tagliare ancora di più, e spostare sui privati il peso della cura e dell’ospedalizzazione. Tanto che alla Camera la commissione congiunta Bilancio e Affari sociali sta valutando il documento dell’indagine conoscitiva sul SSN e sta cercando di capire come affiancare nuove soluzioni per il futuro.

Una di queste pare essere – oltre al ticket sanitario evoluto – una presenza più forte delle compagnie assicurative a fianco di una sanità istituzionale. I 110,8 miliardi di euro spesi dall’Italia nel settore sanitario quindi devono essere affiancati da risorse private, e non si pensa solo alla via dell’ospedalizzazione, ma anche a quella del soccorso. Già per il 2013 la spesa sanitaria dovrebbe essere tagliata di altri 3 miliardi di euro.
Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano online sarà incentivata la sanità integrativa, tramite le polizze assicurative e la defiscalizzazione. Una serie di tagli dedicati sia alle imprese che ai cittadini. Misure che dovranno iniziare prima di tutto nelle regioni dove le spese sanitarie sono state troppo alte e sono stati quindi attivati i piani di rientro. Inoltre il documento analizzato alla Camera ed elaborato dalle due commissioni congiunte, porta sotto l’occhio della politica la necessità di spostare i pazienti dagli ospedali alle case di cura territoriali, portando cioè l’attenzione e lo sforzo dall’ospedalizzazione dei pazienti acuti ad una gestione più organica dei pazienti-cronici. E per fermare l’illegalità: nel settore della sanità pubblica almeno il 5% dei fondi finiscono in sistemi corruttivi “un fenomeno preoccupante – ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini – che non solo incide sull’efficenza e sull’equità dei servizi, ma che mina alla radice il rapporto di fiducia tra istituzione e i cittadini, in un settore essenziale per la vita del paese”.

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