Apparato tegumentario

Anatomia

La cute è costituita da uno strato superficiale epiteliale, l’epidermide e da uno strato profondo che comprende il derma ed il tessuto sottocutaneo.

  • L’ epidermide è costituita da 4 strati che sono, procedendo dal basso in alto:

1) strato basale (è il livello in cui avviene la moltiplicazione delle cellule, le quali poi si spostano verso la superficie per sostituire le cellule morte che si sfaldano);
2) strato granuloso;
3) strato lucido;
4) strato corneo (costituito da cellule inattive sul piano metabolico, cioè cellule morte destinate a sfaldarsi).

  • Il derma è costituito da fibre (collagene ed elastiche), alcuni tipi di cellule, vasi sanguigni, vasi linfatici e nervi.
  • Il tessuto sottocutaneo è un tessuto connettivo caratterizzato dalla più o meno abbondante rappresentazione di tessuto adiposo.

Fanno parte dell’apparato tegumentario gli annessi cutanei, costituiti, principalmente, da: peli, ghiandole sebacee e ghiandole sudoripare. Le ghiandole sopra menzionate hanno sede nel derma. Il sebo, costituito da acidi grassi, secreto dalle ghiandole sebacee ed il sudore contribuiscono alla formazione del cosiddetto film idrolipidico che ha importanti funzioni, come di seguito descritto.

Fisiologia

La cute non è un semplice rivestimento ma presenta numerose funzioni quali:

  • difesa dagli insulti meccanici grazie alla struttura caratteristica e alla presenza di fibre collagene ed elastiche che le conferiscono resistenza ed elasticità;
  • difesa da agenti infettivi (batteri e funghi); questa funzione è dovuta all’acidità del film idrolipidico, per la presenza di acidi grassi, e al sudore, che creano un ambiente sfavorevole allo sviluppo di germi;
  • azione di termoregolazione, cioè di regolazione della temperatura. Tale funzione viene svolta attraverso due meccanismi: uno che determina la dispersione del calore attraverso la sudorazione e l’altro che regola la dispersione del calore, aumentandola o riducendola, attraverso il fenomeno, rispettivamente, della vasodilatazione o della vasocostrizione, in altre parole, aumentando o diminuendo il calibro dei vasi sanguigni a seconda della temperatura esterna;
  • azione tamponante, cioè di neutralizzazione delle soluzioni diluite di acidi o di alcali.
  • azione di depurazione, attraverso una vera e propria funzione escretoria.

Le ferite

La ferita è un’interruzione della continuità della cute che può interessare anche i piani profondi sottostanti. Sulla base della profondità della lesione e delle caratteristiche legate alla natura dell’agente lesivo le ferite vengono così classificate:

  • escoriazioni lesioni superficiali da corpo tagliente;
  • abrasioni lesioni superficiali da corpo contundente irregolare, ruvido (spesso contengono all’interno piccoli corpi estranei che possono causare infezione);
  • da punta ferita penetrante con foro di entrata piccolo e danno interno più o meno profondo (chiodo, pugnale, spina di rosa etc.). Il rischio di infezione è molto alto dal momento che sporcizia e germi possono essere portati in profondità;
  • da arma da fuoco tipo particolare di ferita da punta;
  • da taglio tagli netti causati da un bordo affilato (lama, vetro rotto ecc.). Poiché i vasi sanguigni ai bordi della ferita sono tagliati di netto ci può essere abbondante emorragia. Le ferite da taglio ad un arto possono anche recidere strutture tendinee;
  • lacere a margini irregolari prodotte da un urto o da una forza lacerante (es. un macchinario);
  • lacerocontuse a margini irregolari e contusi. possono sanguinare in modo meno abbondante rispetto alle ferite ma il danno e la contusione dei tessuti sono più gravi.

La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione e della profondità della ferita stessa e dell’eventuale presenza di corpi estranei. Sono, comunque, sempre gravi e necessitano di cure ospedaliere le ferite al viso, agli orifizi naturale del corpo, al torace e all’addome.

Le complicanze delle ferite sono rappresentate dalle seguenti condizioni:

Per quanto riguarda il trattamento è importante distinguere le grandi ferite dalle piccole ferite, in quanto, nel primo caso, il problema è rappresentato dal controllo dell’eventuale emorragia per il quale si rinvia al capitolo specifico. Per quanto riguarda il trattamento delle piccole ferite, sono necessarie le seguenti operazioni:

  • Lavarsi bene le mani
  • Utilizzare i guanti monouso
  • Lavare la ferita con acqua e sapone ( farla sanguinare sotto l’acqua corrente)
  • Completare la pulizia con acqua ossigenata
  • Disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché lesivi)
  • Coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppure protette da tubulare di rete
  • Non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici
  • Lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di toglierla.

La guarigione delle ferite avviene quando si forma la crosta ed il tessuto di granulazione senza comparsa di sintomi di infezione. Si sottolinea l’importanza delle norme igieniche sopra indicate per evitare il rischio di infezione. Tutte le ferite aperte, infatti, possono essere contaminate da microrganismi presenti nell’oggetto che ha determinato la ferita, nell’aria o nelle dita. La ferita si infetta quando entrano germi e si riproducono; ciò si verifica soprattutto se residuano sporcizia o particelle di tessuto morto.

Ferite al torace

Una ferita che penetra nel torace può produrre una grave lesione interna agli organi contenuti nel torace stesso e può anche mettere in comunicazione l’esterno con il cavo pleurico portando alla complicanza del pneumotorace. In questi casi, pertanto, gli scopi da porsi sono: coprire la ferita con garza sterile; prevenire o ridurre al minimo lo shock ponendo il soggetto in posizione semiseduta se è cosciente), in posizione laterale di sicurezza se è incosciente; il trasporto urgente in ospedale.

Ferite all’addome

La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un’emorragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto addominale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è alto. Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perforante né vanno effettuate manovre per far rientrare l’intestino fuoriuscito. L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.Anche in questo caso è essenziale garantire il rapido trasferimento in ospedale previa attivazione del 118.

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