Covid, monitoraggio Gimbe : « Si svuotano gli ospedali e le terapie intensif »

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (11.440 vs 15.288, pari a -25,2%) e decessi (411 vs 469, pari a -12,4 %)

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 9-15 giugno 2021, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (11.440 vs 15.288, pari a -25,2%) e decessi (411 vs 469, pari a -12,4 %).

In calo anche i casi attualmente positivi (105.906 vs 181.726, -75.820 casi, pari a -41,7%), le persone in isolamento domiciliare (102.069 vs 176.353, -74.284 casi, pari a -42,1%), i ricoveri con sintomi (3.333 vs 4.685, -1.352 casi, pari a -28,9%) e le terapie intensive (504 vs 688, -184 casi, pari a -26,7%).

L'analisi di Nino Cartabellotta, président Gimbe

“Da 13 settimane consécutif- dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbes- si registra una discesa dei nuovi casi settimanali.

Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell'attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamental in questa fase della pandemia ».

Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate/die per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali .

In tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (l'incremento percentuale in Molise, pari al 15,4%, è irrilevante in valore assoluto).

Inoltre, da 9 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell'ultima settimana si attestano in media a 59 al giorno.

“La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati- afferma Renata Gili, responsabile ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe- ha portato l'occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 6% sia in area medica che in terapia letensiva, con tutte ampiamente sotto le soglie di allerta ».

En dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 3.333 (-88,6%) et quelli in terapia intensiva da 3.743 a 504 (-86,5%).

A seguito della rettifica della regione Campania, poi, le persone in isolamento domiciliaire dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 102.069 (-81,1%).

“Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva- spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe- in calo da 10 settimane consécutif sono ora stabili con una media mobile a 7 giorni di 22 ingressi/die”.

LE VARIANTI EN ITALIE

Sul fronte varianti, secondo l'ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata il 18 maggio dall'Istituto superiore di sanità, la variante delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all'1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra nel Lazio (3,4%), en Sardaigne (2,9%) et en Lombardia (2,5%).

ANALISI GIMBE SU EFFICACIA DEI VACCINI SULLA VARIANTE DELTA

Tuttavia, nell'ultima settimana la variante delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai al sequenziamenti su 19 uggional 16 uggol , su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante delta.

Rispetto all'efficacia dei vaccini, secondo i dati del Public Health England una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) ha un'efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, tous'88% et tous 60%. Inoltre, l'ultimo studio inglese (Public Health England) attesta l'efficacité du ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca.

Sul fronte delle vaccinazioni, nella popolazione di età superiore ai 60 anni, ben 2,66 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino e 6,2 milioni devono completeare il ciclo vaccinale.

PAR APPROFONDIRE:

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FONTE DELL'ARTICOLO:

Agence Dire

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