Seus, volontariato e incompatibilità: cosa sta succedendo in Sicilia?

 

Le associazioni di volontariato – Croce Rossa e Misericordie in particolare – hanno scritto una lettera aperta per stigmatizzare l’aut-aut: o dipendenti o volontari. Ma il direttore della SEUS Montalbano risponde: “Non lo diciamo noi, lo dicono le leggi”.

PALERMO – “Abbiamo letto con preoccupazione e incredulità la lettera del presidente della SEUS, Gaetano Montalbano, ai suoi dipendenti su una presunta incompatibilità tra incarichi in associazioni di volontariato e l’impiego con la SEUS, intimando le dimissioni da eventuali incarichi per mantenere il posto di lavoro. Questa minaccia limita l’esercizio dei diritti dei nostri volontari e va contro la legge del volontariato ed è una decisione incredibile dal punto di vista etico e giuridico”. E’ iniziata così, nei giorni scorsi, una diatriba in Sicilia sul ruolo dei dipendenti sanitari impiegati anche in attività di volontariato presso associazioni che svolgono servizi di emergenza. La nota è stata firmata in maniera congiunta dal presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, e dal presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi.

“Abbiamo mandato una lettera al presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, perché fermi immediatamente la decisione arbitraria dei vertici della SEUS contro il volontariato siciliano, altrimenti si creerebbe un precedente molto pericoloso contro chi dedica il proprio tempo libero per aiutare chi ha bisogno. Vogliamo ricordare che in Sicilia il 118 è gestito in maniera monopolistica dalla SEUS e che quindi non c’è nessuna competizione con alcuna associazione di volontario. Anzi, in realtà c’è un accordo sulle eccedenze del servizio, dove tutte le associazioni accreditate intervengono con il proprio personale e i propri mezzi per sostenere la SEUS e il sistema sanitario d’emergenza regionale. Questa è una situazione paradossale: da una parte, la Regione Siciliana loda quasi quotidianamente il lavoro fatto dalle associazioni di volontariato nei luoghi di sbarco di persone migranti e nelle tante grandi e piccole emergenze nelle nostre città, mentre dall’altra una società partecipata al 100% dalla Regione si arroga il diritto di decidere cosa devono fare i propri dipendenti nel loro tempo libero. Il Presidente Crocetta intervenga immediatamente altrimenti l’Istituzione regionale darà un segnale molto grave di mancanza di rispetto del volontariato che potrebbe portare anche a una disaffezione dei volontari di cui nessuno dovrebbe sentire il bisogno”, hanno concluso Francesco Rocca e Roberto Trucchi.

LA REPLICA DEL SEUS – Smorza i toni invece il direttore del SEUS siciliano GAetano Montalbano, presidente del consiglio di gestione: “I dipendenti della Seus sono persone da encomiare per le migliaia di vite che contribuiscono a salvare come operatori dell’emergenza ed a maggior ragione da prendere ad esempio quando dedicano pure le ore libere dal lavoro a cause nobili come quelle del volontariato. Siamo doppiamente orgogliosi di loro e non abbiamo mai messo in discussione questa lodevole pratica. Il semplice volontario, anche se dipendente della SEUS, potrà continuare a svolgere il proprio ruolo in favore della società, ma dobbiamo attenerci alle norme sul conflitto di interesse: ci stiamo limitando a richiamare l’attenzione dei nostri dipendenti sulla normativa che non consente di assumere ruoli di vertice o direttivi, a titolo oneroso o anche di volontariato, esclusivamente se ciò accade in associazioni oppure enti, come la Croce Rossa Italiana, i cui ambiti statutari ed operativi coincidano in tutto o in parte con quelli della Seus. Nulla quaestio, invece, nei confronti di tutti i semplici volontari o di coloro che assumano incarichi, in altri settori di volontariato, come invece una lettura affrettata da parte di alcuni ha voluto fare intendere”.

In estrema sintesi, non ci stiamo ritrovando di fronte ad un nuovo “Documento 100”, la famosa circolare di AREU che impone ai medici che prestano servizio come volontari di frequentare il percorso laico per ottenere l’abilitazione a salire in ambulanza e impongono il divieto di operare come medici a bordo di ambulanze in servizio 118.
In Lombardia il sanitario (medico o infermiere) che opera come volontario a bordo di una MSB non può saltare la formazione laica, non può qualificarsi come sanitario, non deve qualificarsi a inizio turno con AREU come sanitario e non può applicare sulla divisa tesserini o riconoscimenti della sua qualifica professionale. Quindi in Lombardia AREU ha scritto a chiare lettere che “la centrale non può impedire al personale sanitario di fare volontariato, ma non può autorizzare tali soggetti ad effettuare prestazioni sanitarie”.

Più o meno sembra che in Sicilia si sia arrivati alla stessa conclusione, per motivi puramente organizzativi e assicurativi. Nessuno sembra voler “togliere” volontari alle associazioni, ma sembra che le centrali vogliano iniziare a tutelarsi da situazioni che rischiano di diventare legalmente molto complicate.

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