Violenza di genere. Come si deve comportare il soccorritore?

vittime-attacchi-acido-bangladesh-9La violenza ed il soccorso AREU 112: cosa fa il soccorritore e la Centrale Operativa?

È necessaria una premessa: non è facile per gli operatori del triage telefonico (“dispach telefonico”) capire se dietro una chiamata al 118 per un generico “malessere” si nasconde una richiesta di aiuto di persona vittima di violenza. L’esperienza professionale può però insospettire l’operatore in merito alla richiesta di aiuto in quanto in pochissimi casi essa è diretta e motivata. Nei casi di sospetta violenza gli interventi sono svolti congiuntamente alle forze dell’ordine in quanto possono essere potenzialmente pericolosi ed è pertanto importante che i soccorritori lavorino in sicurezza.

IN SALA OPERATIVA: ASCOLTO ATTIVO

A livello di sala operativa sarebbe auspicabile inserire nel sistema di intervista e triage telefonico, alcune specifiche, o meglio una scheda che possa essere aperta dall’operatore quando si rende conto che qualcosa è anomalo nella richiesta di aiuto. Tale scheda potrebbe contenere alcune domande indirizzate a comprendere la fondatezza del sospetto, ad attivare comunque anche le forze dell’ordine, e a rendere rintracciabile l’intervento al fine di attivare il percorso per la vittima.

maxresdefaultANTICIPAZIONE ALL’EQUIPAGGIO

L’anticipazione prevede non solo il controllo dell’attrezzatura e l’assegnazione dei compiti all’interno dell’equipaggio ma anche le competenze necessarie per essere preparati mentalmente ed emozionalmente ad affrontare il caso. L’equipaggio dell’ambulanza deve chiedere alla Sala Operativa (S.O.):

  • Se le forze dell’ordine sono state allertate ed una stima dei tempi di arrivo;
  • Se ci sono state in passato altre chiamate dello stesso genere dalla stessa abitazione.

ARRIVO SUL POSTO: TRANQUILLITA’ E ATTENZIONE

  • Spegnere la sirena ed i lampeggianti prima dell’arrivo sul target;
  • Parcheggiare l’ambulanza in modo da lasciarsi una via di fuga;
  • All’arrivo fare una attenta valutazione della scena (ascoltare da fuori eventuali urla o rumori di una lite animata); in questi casi non entrare, raggiungere l’ambulanza, comunicare alla S.O. lo stato delle cose ed aspettare l’arrivo delle forze dell’ordine;
  • Suonare alla porta, facendo attenzione a non sostare davanti ad essa;
  • Assicurarsi (se di notte) che le luci siano accese, valutare la presenza di segni che indicano l’uso di alcool o droghe, di segni distruttivi come mobili rotti, buchi sulle porte, bicchieri e bottiglie infrante, capire quante persone sono presenti sulla scena;
  • Cercare di muoversi sulla scena lo stretto necessario per non inquinarla.

Al fine di intervenire in sicurezza, assicurarsi di avere sempre in controllo visivo della situazione (ad esempio, fare in modo che non ci siano persone potenzialmente pericolose dietro le vostre spalle, evitare di sostare in stanze con oggetti contundenti come la cucina, non perdere mai di vista gli altri membri dell’equipaggio e lasciarsi sempre una via di fuga).
Se lo scenario fosse la strada ricordarsi sempre di avvicinarsi in sicurezza, di lasciarsi la via di fuga e di osservare con cura tutta la scena.

Giornata-mondiale-contro-la-violenza-sulle-donneIL CONTATTO CON LA VITTIMA: SEPARAZIONE E NESSUN GIUDIZIO

Se la vittima di violenza presenta gravi lesioni procedere con la valutazione primaria ed agire di conseguenza. Se la vittima non presenta lesioni che richiedono un intervento immediato, è importante cercare di parlare con lei in un ambiente separato da altri (familiari o altre presenze sulla scena). Farla quindi accomodare nell’ambulanza spiegandole che in essa sono presenti presidi necessari per la visita. Parlare chiaramente spiegando il proprio ruolo e non dare mai giudizi. Spiegare che le domande che verranno poste sono uniformi a tutte le vittime di un trauma. Poiché spesso la vittima di violenza tende a non dichiarare quello che realmente le è successo o a minimizzare l’accaduto, è importante che il soccorritore riconosca i possibili “indicatori” di violenza quali:

  • Spavento, ansia e paura di fronte agli altri membri della famiglia o conoscenti;
  • Esitazione nel racconto dell’accaduto e della dinamica del trauma;
  • Contrasto tra la vittima e i familiari rispetto all’accaduto;
  • Mancata corrispondenza tra il racconto della vittima e il tipo di lesione;
  • Disturbi dichiarati dalla vittima vaghi e di tipo diverso come frequenti cefalee, insonnia, disturbi addominali, dolori vari;
  • Stato di gravidanza della vittima e presenza di lesioni (soprattutto all’addome e al seno);
  • Presenza di lesioni varie in differenti stadi di evoluzione;
  • Atteggiamento disinteressato da parte dei familiari/conoscenti della vittima e tentativo di impedirne il trasporto in ospedale;
  • Ritardo grave ed ingiustificato nella richiesta di soccorso;
  • Presenza di altre chiamate al 118 per le stesse motivazioni da parte della stessa famiglia.

 

Volontariato Cassazione AnpasConsiderare infine la presenza di lesioni a testa, faccia e collo, schiena e natiche, seno, braccia, addome, genitali, in quanto esse sono le tipologie più frequenti nei casi di violenza. In presenza di uno o più di questi segni/indicatori è necessario porre domande più specifiche come ad esempio:

  1. “Sembra che qualcuno ti(l’) abbia malmenato(a). Mi puoi(può) dire cosa è successo?”
  2. “ A volte capita che persone che chiamano il 118 per sintomi come i tuoi (suoi), risultano poi avere problemi in famiglia. Pensiamo che qualcuno ti(le) abbia fatto del male. È questo quello che è successo?”
  3. “ A volte le persone con i tuoi(suoi) stessi problemi, subiscono violenza da qualcuno che amano. È il tuo (suo) caso?”
  • È importante spiegare alla vittima che chi la sta soccorrendo conosce la dinamica della violenza ed è preparato per intervenire nel migliore dei modi, che le richieste al 118 per gli stessi casi sono numerose, che il comportamento di una persona violenta non è normale e che la vittima verrà assistita e non verrà lasciata sola.
  • È importante cercare di convincere la donna ad andare in ospedale o a trovare accoglienza presso una residenza protetta in caso di lesioni di scarsa entità (contattare via filo‐ non via radio‐ la S.O.).
  • Considerare che se l’aggressore non è presente al momento dell’arrivo dell’ambulanza, potrebbe ripresentarsi una volta che i soccorritori e le forze dell’ordine lasciano la scena. Nel caso ci siano minori ricordare alla vittima che potrebbero subire loro stessi violenza.

È necessario ricordarsi che un episodio di violenza oltre all’aspetto strettamente sanitario, presenta un risvolto legale. Pertanto è di straordinaria importanza la corretta e completa compilazione della scheda di soccorso che, oltre a riportare i dati dell’esame obiettivo, descriva anche la situazione ambientale (lo stato della casa ad esempio). Se la vittima viene portata in ospedale, il soccorritore, in assenza delle forze dell’ordine, sarà l’unico testimone della scena. Inoltre il soccorritore potrà essere chiamato dall’Autorità Giudiziaria in qualità di testimone. È importante infine cercare di non alterare e contaminare la scena del reato. Ai fini della repertazione è indispensabile, già sul luogo dell’accaduto, non inquinare la scena e di non lavare la vittima, non farla bere, non farla spogliare; nell’evenienza che la vittima si tolga gli abiti è fondamentale raccoglierli secondo le modalità previste.

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