Ambulanze: sarà questo il REAS del cambio automatico?

In Germania non esiste più nessuna ambulanza che entri in servizio con il cambio manuale. La tendenza si è estesa rapidamente in Spagna e Francia. Cosa succede in Italia? Cosa vedremo al REAS?

Visitatori al REAS nel 2017. Quest’anno saranno superati i 30.000 soccorritori?

MONTICHIARI (Brescia) – Si avvicina a grandi passi il REAS 2018 e Montichiari si prepara ad ospitare una edizione probabilmente memorabile dal punto di vista della guida e dei veicoli presentati per il mondo del soccorso e dell’emergenza pre-ospedaliera. Secondo i maggiori rumors che abbiamo raccolto infatti, la qualità delle ambulanze presentate sale di livello e molti allestitori baderanno in maniera molto consistente ad un aspetto fino ad ora poco centrale per la guida in emergenza urgenza: la gestione del cambio e della frizione.

Il cambio automatico, che negli Stati Uniti copre il 99,9% dei mezzi immatricolati e che in Germania è ormai obbligatorio sui mezzi di nuova immatricolazione scelti per i servizi sanitari e di emergenza, sarà l’aspetto di punta visibile in molti allestimenti presentati a REAS. La particolare importanza che ricopre nella guida in emergenza è difficile da percepire prima di aver provato questa soluzione. La cambiata automatica infatti gestisce con una centralina elettronica la coppia e i cavalli disponibili che vengono scaricati a terra sempre con il rapporto più indicato alla velocità tenuta, affinché il mezzo abbia sempre l’adeguata risposta.

I problemi risolti e…

Il primo Crafter presentato in Italia nel 2017 con trazione 4motion da parte di Ambitalia su linea QTX-K

Con il cambio automatico si risolvono due problemi: il primo è il problema della sicurezza attiva, con l’autista che avrà sempre due mani sul volante e la concentrazione rivolta alla guida, al freno e all’acceleratore. L’ambulanza non perderà MAI trazione sulle ruote e quindi avere SEMPRE una marcia ingranata. Non è un aspetto da poco, considerate le alte percorrenze e i lunghi periodi di utilizzo dei mezzi di emergenza che in pochi anni raggiungono i 300 mila chilometri di impiego. A questo aspetto si ricollega il secondo problema risolto, ovvero quello della manutenzione. Un cambio automatico avrà sempre una scadenza di tagliando programmata, difficilmente sarà sottoposto a verifiche spot dovute ad un errato utilizzo del cambio o ad un eccessivo consumo della frizione. Invece il cambio manuale, utilizzato da persone con “piedi” diversi, si usurerà in modo anomalo e imprevedibile. Questo succede perché cambi e frizioni, sollecitati in modalità diverse e scorrette da autisti con stili di guida a volte diametralmente opposti, possono incidere molto sul consumo del dispositivo. Non dimentichiamo mai che, poi, l’ambulanza non trasporta patate, ma pazienti: il comfort per loro è fondamentale e qualsiasi strappo, scossone, rollio o accelerazione influisce in maniera davvero importante, specialmente in caso di pazienti traumatici.

…le ansie che si creano.

Oggi il cambio automatico è una costante sui veicoli medi come il Transporter T6. In questo caso, allestitore è Orion Veicoli Speciali

Dall’altra parte però il cambio automatico è visto come una macumba da tanti soccorritori abituati “alla manetta”. Soprattutto, perdendo l’uso del cambio si incappa in un problema psicologico che è stato studiato e definito: si chiama “ansia del controllo” ed è banalmente la convinzione che uno strumento non controllabile da noi, sia forzatamente più lento nella risposta ai nostri desideri. Questo aspetto psicologico è la ragione che ha portato molti ascensori ad essere dotati di un pulsate chiudi-porte, che in realtà quasi mai ha una funzione reale. L’illusione di avere il controllo sulla chiusura delle porte dell’ascensore ci consente infatti di affrontare lo stesso periodo di tempo che intercorre con una tranquillità maggiore, e quindi fa percepire il passaggio del tempo in maniera più veloce. In realtà non cambia nulla nelle tempistiche di chiusura delle porte dell’ascensore, ma il fatto di aver premuto un pulsante rende più tranquilli e quindi maggiormente predisposti all’attesa le persone più in ansia. Allo stesso modo chi contesta al cambio automatico una lentezza nell’adeguarsi alle necessità di potenza e trazione richieste dall’autista, deve fare i conti con la realtà: la cambiata elettronica è veloce tanto quanto una cambiata manuale, perché il tempo e la trazione persi per la cambiata sono equiparabili a quelli persi dal sistema elettronico per analizzare ed elaborare la maggiore richiesta di potenza fatta premendo l’acceleratore. Anzi, a volte il cambio elettronico riesce ad essere più efficace della cambiata manuale, soprattutto per quei piloti che non hanno centinaia di migliaia di chilometri alle spalle con la guida “classica”.

Cosa guardare in tre lettere: DSG

Il cambio DSG è su molte ambulanze per le aree collinari e montuose. Questa è di EDM.

Fra le ambulanze presenti al REAS vi invitiamo a guardare le proposte di Volkswagen Veicoli Commerciali, davvero interessanti: il nuovo Crafter con cambio automatico a 8 rapporti e il Transporter T6 con cambio automatico a 7 rapporti DSG, una tecnologia – quest’ultima – rodata da tempo, che garantisce una prestazione costante, affidabile e prestazionale, soprattutto quando abbinata alla trazione 4MOTION con il 4×4 progressivo. Il cambio DSG (basato sulla tecnologia dual clutch transmission) è fondamentalmente un cambio con doppia frizione che sfrutta alberi separati per collegare al motore le marce pari e le marce dispari. Questa trasmissione riduce l’interruzione della trazione a terra garantendo anche un bassissimo cambio di giri/minuto in ogni cambiata. Nei fatti, quando si viaggia rimangono sempre innestate due marce, quella utilizzata e quella appena superiore. In questo modo i tempi di cambiata sono brevissimi, la fluidità di guida è maggiorata, il motore gira sempre al regime ideale ed è più efficiente. In più questa tecnologia – presente nel mondo sportivo dagli anni ’80 e in quello commerciale da quasi 15 anni – ha una manutenzione programmata dal costruttore estremamente precisa, perché il cambio diventa un sistema organico da controllare in modo periodico e cadenzato.

 

Una ricostruzione grafica dei tempi di cambiata, analisi Al Volante del 2017. (Clicca l’immagine per il video)

Anche l’Italia quindi dovrà affrontare con attenzione questo passaggio epocale. E al REAS saremo sicuri di vedere novità e proposte che potranno convincere molte associazioni e realtà sanitarie a passare definitivamente al futuro dei veicoli per l’emergenza.

 

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