118 e ambulanza, come legare velocità e sicurezza? Con la motomedica

La moto ambulanza è un mezzo per prestare soccorso in tempi ultra rapidi su zone urbane complesse da raggiungere per vari motivazioni. Quando serve una risposta medica avanzata in zone turistiche affollate, centri storici con accessi stretti, metropoli con parecchio traffico nell’ora di punta, in tante realtà hanno pensato che siano due le ruote più indicate per trasportare un sanitario paramedico, infermiere o medico.
Eppure da sempre le due ruote hanno tre problemi fondamentali:

 

  • Le moto non stanno in piedi da sole, bisogna stare attenti a non cadere;

  • Le moto non sono facili da guidare, ci vuole equilibrio e capacità di dosare il gas;

  • Le moto non sono facili da parcheggiare quando sono cariche di attrezzature sanitarie;

 

Per questi motivi nel mondo si è pensato di testare diversi veicoli, diversi dalle moto. A New York hanno provato i Quad. Ma sono grandi, anch’essi difficili da guidare, e non sempre comodi. In alcuni centri storici e aree espositive hanno pensato ai cart. Ma sono lenti, ingombranti, e senza autonomia.

Poi qualcuno – in Australia e in Israele – si è accorto che sul mercato c’era una moto, si, ma che stava in piedi da sola. Una moto con una buona capacità di carico, un ingombro laterale paragonabile a una moto di grossa cilindrata con le borse installate. Una moto che si guidava bene, con un motore abbastanza potente per viaggiare in autostrada, e una piastra di carico adattabile e pesi che potevano essere distribuiti in modo intelligente per non influenzare le doti dinamiche nel traffico e di sicurezza.

Quella moto si chiama Piaggio Mp3 500, è prodotta in Italia, e in Israele ne hanno allestite più di 600 come motomediche per una prima risposta di emergenza veloce ed efficace in qualsiasi situazione. Il progetto è ormai avviato da oltre due anni e ha raccolto evidenze scientifiche sull’efficacia di un primo intervento sanitario o da parte di un first responders nei pazienti con patologie tempo-correlate. Arresti cardio-respispiratori e massive bleeding, traumi: tutti gli interventi fatti da paramedici o first responders su Piaggio Mp3500 in Israele hanno garantito un miglioramento dei tempi di trattamento dei pazienti.

Il principio segue le idee innovative della medicina pre-ospedaliera attuale.

Trattare e stabilizzare il prima possibile il paziente è l’unica strada per riuscire a capire se – in ospedale – sarà possibile salvarlo. E anche le linee guida per l’arresto cardiaco dicono le stesse identiche cose: se nell’arco di 5 minuti il paziente riceve un massaggio e un accurato supporto vitale basico, le sue chances di sopravvivenza senza danni a lungo termine sono elevate.

Questi sono i motivi che hanno portato agli attuali allestimenti dei Piaggio Mp3 israeliani. I mezzi hanno kit BLSD per intervenire rapidamente e stabilizzare un paziente in attesa dell’arrivo del medico rianimatore con l’ambulanza. Sul veicolo sono presenti tutti i presidi e le medicazioni necessarie per un first responders, che possono eventualmente essere integrate nel caso in cui l’intervento venga effettuato da un sanitario, paramedico o infermiere che sia.

Come si guida la moto ambulanza? Come un’automedica

Il secondo grande vantaggio, e motivo d’orgoglio per la Piaggio che ha ideato questo mezzo, è che l’Mp3 si guida con la normale patente B, non c’è bisogno della patente motociclistica. Ovviamente la dinamica, la guida e il controllo del veicolo sono diversi, e ogni realtà che voglia usare questa soluzione deve mettersi nell’ottica di fare proprio come gli israeliani: attivare un corso di guida in sicurezza per tutti gli operatori che pilotano l’Mp3. Oggi infatti in poche ore di corso e di prova pratica, la gestione di un mezzo sanitario come il trike Piaggio è possibile, perché il mezzo ha una tecnologia unica per garantire la stabilità in ogni situazione. Il problema è legato all’allestimento, che dovrebbe sempre essere effettuato seguendo le indicazioni di Piaggio stessa. Mentre sulle ambulanze e sulle automediche i pesi sono un problema relativo, sui motocicli e sui trike è necessario impedire che pesi sbilanciati costringano il pilota a continue correzioni.

 

Cosa dicono gli studi sui tempi di intervento in motomedica?

Quello che può garantire oggi Piaggio è uno studio avanzato sul modello di motomedica. Quella di Pontedera è l’unica realtà certificata con un mezzo immatricolabile ad ambulanza. I vari sistemi 118 regionali stanno guardando con attenzione alla tecnologia Piaggio e le richieste di test si susseguono.
Ma quanto può incidere oggi una risposta medica su motoambulanza? Studi effettuati in olanda parlano di una riduzione dei tempi di intervento di quasi un minuto (54s) e di un miglioramento nelle decisioni di dispatch, perché la presenza tempestiva di un sanitario sulla scena garantisce una valutazione più appropriata. Un altro studio realizzato in Iran nel 2014 e 2015, parla di un tempo ridotto da 16 a 14 minuti in una grande metropoli come Teheran.
La Magen David Adom, con più di 28 mila fra volontari, first responders e professionisti sanitari accerta invece un miglioramento della qualità degli interventi, con più di 300.000 massaggi cardiaci effettuati dal personale di risposta. Certo, stiamo parlando di una realtà magnifica: mille ambulanze, 147 stazioni di intervento, migliaia di volontari, 400 unità ALS e un dispatch center di primordine.

E’ possibile per il nostro paese imitare questo modello di motomedica?

Assolutamente si. Perché la Magen David Adom è una grande realtà di volontariato, e anche il nostro servizio di soccorso si basa sulle associazioni. Associazioni che possono attivare servizi avanzati o di base, con mezzi che non hanno il significativo impatto economico di una automedica o di una ambulanza medicalizzata, ma possono garantire un presidio adeguato al territorio, soprattutto in situazioni dove la viabilità è difficile. Ma non solo: il 118 può muoversi su queste soluzioni perché – a differenza delle moto – sono attivabili quasi tutto l’anno. Poter quindi garantire l’arrivo di un sanitario preparato in pochi minuti potrebbe fare la differenza in diverse situazioni dove la procedura invasiva deve essere immediata. E salvare una vita.

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