6 indagati per omicidio nel processo sull'incidente all'elisoccorso di Pescara avvenuto a Campo Felice

L’AQUILA – E’ stata chiusa la parte di indagine per l’incidente mortale che un anno fa vide precipitare a Campo Felice l’AW139 del 118 di Pescara. In quell’incidente morirono Valter Bucci, medico del 118; Davide De Carolis, soccorritore tecnico del CNSAS; Giuseppe Serpetti, infermiere specializzato in emergenzaMario Matrella, tecnico verricellista Inaer; Gianmarco Zavoli, pilota ed Ettore Palanca, il paziente sulla pista. Secondo le conclusioni dell’accusa riportate dal quotidiano “Il Centro” le condizioni meteo avrebbero dovuto impedire il volo a vista, e l’uscita dal white-out secondo l’indagine avrebbe dovuto avvenire in regime di volo strumentale. Secondo l’accusa il pilota Gianmarco Zavoli non aveva ricevuto «un idoneo addestramento iniziale e ricorrente» come quello richiesto a chi, in equipaggio singolo, debba effettuare operazioni simili. Il pm Simonetta Ciccarelli ha chiuso le indagini preliminari notificando a sei indagati le contestazioni di disastro aviatorio e omicidio colposo.

indexL’accusa, ha formulato le sue conclusioni avvalendosi di consulenti esterni, ricostruendo il volo passo dopo passo. “Il pilota partito a bordo dell’AW 139 dalla base di elisoccorso dell’aeroporto dei Parchi di Preturo per una missione di soccorso in favore di Ettore Palanca, infortunatosi sulle piste da sci e da trasferire all’ospedale, una volta condotto l’aeromobile in località Campo Felice caricava Palanca a bordo mantenendo i turbomotori accesi e ripartiva in direzione dell’Aquila nonostante le condizioni meteorologiche assai proibitive che non garantivano la visibilità prevista dalle minime di volo. Durante il viaggio il pilota, perdendo il contatto visivo con la strada 696, faceva ingresso accidentale in condizioni di volo strumentali e, evitato un primo impatto con il costone di Monte Cefalone al quale l’aeromobile si avvicinava fino a una distanza di 8 metri dal terreno, effettuava una brusca e accentuata virata in salita e a sinistra che gli provocava un disorientamento spaziale tale da non consentirgli di comprendere, nel prosieguo del viaggio, l’esatta posizione e assetto dell’aeromobile. Quindi, con imperizia indotta dal mancato addestramento, ometteva a quel punto di utilizzare il pilota automatico e seguire le indicazioni di assetto indicate dagli strumenti, evitando qualsiasi riferimento alle proprie percezioni spazio-temporali, proseguendo invece con le regole del volo a vista pur essendovi condizioni meteo tali da imporre il passaggio al volo strumentale, con manovra di virata costante a destra in direzione della montagna fino all’impatto, a quota 1850 metri, istantaneamente letale per sé stesso e tutti i passeggeri”.

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