Anche in Lombardia è emergenza Pronto Soccorso. La Cgil: "Manca il territorio"

VARESE – Solo il sole ha salvato il Pronto Soccorso varesino, dopo che per 10 giorni si è registrato il tutto esaurito con 70 barelle occupate. Gli accessi – complice un’allentamento della morsa influenzale – si sono stabilizzati, secondo quando riporta Varese News – ma l’allerta rimane alta. Giovedì scorso 43 barelle erano dislocate lungo tutti i corridoi del Pronto Soccorso. Venerdì pomeriggio – quasi 24 ore dopo – le persone sistemate provvisoriamente erano 26.

La calca nei reparti di Pronto Soccorso italiani sta facendo vivere un periodi di superlavoro infinito a medici e infermieri. Complice l’influenza che mette in difficoltà respiratoria molti anziani la situazione sta degenerando e anche i sistemi sanitari più avanzati – come quello lombardo – fanno fatica a stare al passo. Anche perché in molti casi – come quello varesino – il piano di emergenza messo a punto dall’azienda sanitaria locale non è ancora entrato in azione. In settimana, però – riporta sempre Varese News – si potrebbe raggiungere il picco dell’influenza e l’eventuale super afflusso porterebbe a bloccare l’attività elettiva ( cioè programmata) di chirurgia. Il problema non è di facile soluzione: “Se anche aprissero nuovi posti letto, non basterebbero – commenta Cinzia Bianchi delegata sindacale RSU della Cgil – Il problema è che manca il territorio. La rete formata dai medici di medicina generale e dalla guardia medica non è sufficiente. Arrivano tutti in pronto soccorso: e sono casi difficili, che vanno gestiti e, quindi, ricoverati. È ora che la questione venga veramente affrontata a livello territoriale altrimenti in pronto soccorso l’emergenza posti letto ci sarà sempre”.

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