Arresto cardiaco extra ospedaliero, i tempi di risposta dell'ambulanza aumentano i tassi di sopravvivenza: uno studio dalla Svezia

L’arrivo più o meno celere di un’ambulanza in caso di arresto cardiaco extra ospedaliero incidono sensibilmente sull’esito OHCA, a prescindere dalla pratica o meno delle manovre di rianimazione cardiopolmonare prima dell’arrivo stesso. E’ quanto emerge da uno studio condotto in Svezia da ricercatori delle Università di Borås e Goteborg.

Gli autori del lavoro, che riproduciamo in forma integrale in coda, sono Johan Holmén, MD, PhD; Johan Herlitz, MD, PhD; Sven‐Erik Ricksten, MD, PhD; Anneli Strömsöe, RN, PhD; Eva Hagberg, MD; Christer Axelsson, RN, PhD; Araz Rawshani, MD, PhD .

Tempo di risposta dell’ambulanza ed esito di arresto cardiaco: lo studio condotto in Svezia

“La rapidità dei tempi di risposta delle ambulanze – affermano gli autori – in casi di arresto cardiaco extra ospedaliero (OHCA) sono raddoppiati negli ultimi 30 anni in Svezia. Contestualmente, le possibilità di sopravvivere a un OHCA sono aumentate notevolmente.

Una corretta comprensione dell’effetto del tempo di risposta dell’ambulanza sull’esito dopo l’OHCA è fondamentale per un ulteriore progresso nella cura dell’arresto cardiaco.

Abbiamo utilizzato i dati del SRCR (Registro Svedese di Rianimazione Cardiopolmonare) per determinare l’effetto del tempo di risposta dell’ambulanza sulla sopravvivenza a 30 giorni dopo l’OHCA.

Abbiamo incluso 20.420 casi di arresto cardiaco (OHCA) verificatisi in Svezia tra il 2008 e il 2017. La sopravvivenza a 30 giorni è stato il risultato che abbiamo privilegiato.

In un modello collegato all’età, al sesso, all’anno solare e al luogo del collasso, la sopravvivenza a 30 giorni è presentata per 4 diversi gruppi di trasporti sanitari con ambulanza di emergenza (EMS): da 0 a 6 minuti, da 7 a 9 minuti, da 10 a 15 minuti e >15 minuti.

La sopravvivenza a 30 giorni dopo un OHCA è diminuita con l’aumento del tempo di risposta dell’ambulanza.

La sopravvivenza a 30 giorni dopo un OHCA diminuisce con l’aumentare dei tempi di risposta dell’ambulanza.

Questa correlazione è stata vista indipendentemente dal ritmo iniziale e dal fatto che la rianimazione cardiopolmonare sia stata eseguita prima dell’arrivo dell’equipaggio dell’EMS.

L’accorciamento dei tempi di risposta dell’EMS è probabilmente un modo veloce ed efficace per aumentare la sopravvivenza in OHCA”.

Lo studio è stato pubblicato sul JAHA Journal of the American Heart Association dal Dipartimento di Anestesiologia e Terapia Intensiva dell’ospedale pediatrico Queen Silvia’s Children’s Hospital Gothenburg Sweden (J.H.); Dipartimento di Prehospital and Emergency Care Sahlgrenska University Hospital Gothenburg Sweden (J.H.); Centre for Prehospital Research Faculty of Caring Science, Work Life and Social Welfare University of Borås Borås Sweden (J.H., C.A.); Dipartimento di anestesiologia e medicina intensiva Sahlgrenska AcademyUniversity of GothenburgSahlgrenska University Hospital Gothenburg Sweden (S.R., E.H., A.R.); School of Education, Health and Social Studies Dalarna University Falun Sweden (A.S.); Centre for Clinical Research Dalarna Uppsala University Uppsala Sweden (A.S.); Department of Prehospital Care Region of Dalarna Falun Sweden (A.S.).

L’arresto cardiaco ed i tempi di risposta dell’ambulanza, lo studio in forma integrale:

JAHA.120.017048

Per approfondire:

Infermiere su ambulanza e conflitti etici: uno studio dalla Svezia

COVID-19, i ricercatori puntano sui nanoanticorpi: in Svezia, Karolinska Institutet presenta studio su Sybody 23 / PDF

Paese che vai, sanità che trovi: la Svezia, le sue municipalità e le sue contee

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Fonte dell’articolo:

Giornale scientifico JAHA

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