Autista soccorritore, una proposta da 1.000 ore in discussione al Senato

Autista soccorritore, vietato guidare le ambulanze senza un corso da mille ore?

La proposta è in discussione al Senato, ma scontenta tutti. Vediamo perché.

 

ROMA – Il riconoscimento della figura e del profilo professionale di autista soccorritore del servizio sanitario di emergenza ed urgenza è un tema estremamente importante.

Esso sta entrando finalmente nell’agenda politica del Parlamento, dopo 27 anni dall’istituzione del sistema 118. Si discute ormai da troppo tempo sulla possibilità di fornire una base solida normativa per chi guida le ambulanze, sia esso volontario o professionista.

Negli ultimi anni non basterebbero le dita delle mani per contare gli interventi e i tentativi di normare questa figura, fondamentale per assicurare il soccorso in ambulanza.

Un ruolo che all’estero è già normato con chiarezza e precisione, a differenza dell’Italia.

Fra le tante proposte che sono fino ad oggi passate attraverso le discussioni – molto accese – dei soccorritori, non c’è nulla riguardo all’unica proposta che si sta avvicinando al voto del Parlamento.

Si tratta del Disegno di Legge presentato alla Commissione Sanità e Affari Sociali del Senato da Gaspare Antonio Marinello, Senatore del Movimento 5 Stelle proveniente dalla Sicilia. La data prevista per la discussione di questo DDL è il 2 giugno 2019.

Ma i dati e le proposte inserite nel DDL potrebbero scontentare molte, moltissime realtà.

Corso di abilitazione fra le 1.000 e le 1.350 ore

Prima di tutto prendiamo l’articolo 6, 7 e 8 che stabiliscono il percorso formativo per diventare autista soccorritore del 118. Il dato “monstre” è uno solo: mille ore di formazione, 300 di teoria, 400 di pratica e altre 300 di tirocinio. Facciamo un paragone? I corsi di guida sicura a normativa Dlgs 81/08 durano dalle 12 alle 16 ore e hanno scadenza ogni 5 anni, con aggiornamenti che devono durare almeno 4 ore.

Stiamo parlando dei corsi che devono sostenere “tutti gli operatori coinvolti in attività viaggianti”: edili, manutentori, dipendenti ASL o dipendenti pubblici, agenti della Polizia Locale e della Polizia di Stato.

Per guidare le ambulanze quindi si partirebbe da un corso che richiede dieci volte il numero di ore di formazione previste per chi guida una pattuglia della Municipale.

Ma c’è di più: su Trento e Bolzano, provincie autonome, è concesso l’aumento della formazione obbligatoria di 350 ore con finalità specifiche scelte dai due enti locali.

La didattica: pilota, soccorritore, operatore radio, manutentore, e poi?

Guardando gli allegati che devono definire la didattica su cui formare il futuro autista soccorritore però c’è qualche grossa lacuna.

In particolare il percorso teorico è definito per macro-aree dove si definiscono meno competenze rispetto alle attuali insegnate ai soccorritori volontari in un classico corso AREU da 120 ore.

La definizione delle competenze, delle attività e dell’impegno richiesto all’autista soccorritore prima, durante e dopo l’intervento di emergenza pre-ospedaliera quindi è ancora piuttosto lacunosa.

Sanatoria per chi ha 2.000 ore di servizio certificate

C’è poi da chiarire l’aspetto forse più complicato, ovvero l’esclusione dall’obbligo di frequentare il corso da parte degli autisti soccorritori che – alla data di entrata in vigore della legge – abbiano svolto per almeno 2.000 ore l’attività di autista di ambulanza, autista soccorritore o di autista di ambulanza coordinatore.

Chi insomma nell’ultimo anno ha svolto come professione il ruolo d’autista non dovrà effettuare tirocinio e corso abilitativo.

E il volontario che guida l’ambulanza o il mezzo di trasporto sanitario?

Questa proposta sembra però pensata e creata ad hoc per quelle realtà dove l’autista soccorritore è un professionista.

Esistono però tante associazioni di volontariato nel nostro Paese che portano – in ogni momento – il servizio di soccorso e di emergenza dove questo non è disponibile.

Attenzione: non parliamo di un volontariato che è contrario a qualsiasi tipo di formazione, ma che vuole una formazione più logica e aderente alle reali necessità del servizio, e che capisca la funzione del volontariato, non solo sociale ma anche civile.

Già pochi mesi fa, con una proposta che vedeva uno standard formativo da 500 ore, c’erano stati alcuni malumori. Anpas, Croce Rossa, Misericordie, ma anche alcune sigle sindacali sono rimaste in silenzio e piuttosto contrariate da una iniziativa che non ha – al momento – “padri” nella società civile.

Come e cosa dire quindi alla politica, affinché recepisca le istanze di un mondo del soccorso che sembra faticare a trovare un’unità di intenti ed una efficace visione d’insieme? Sarà possibile, un giorno, arrivare ad un mondo pacificato fra volontari, autisti soccorritori, infermieri specializzati medici e direzioni sanitarie? Ecco il testo del Disegno di Legge proposto dal Senatore Gaspare Marinello. Si tratterebbe – secondo le nostre fonti – della versione al 5 aprile 2019

MARINELLO-M5S-AUTISTA SOCCORRITORE

 

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