Covid, Iss: “Rt nazionale a 1,16, forte aumento ricoveri in terapia intensiva”

Covid, Rt nazionale in forte aumento, e l’aumento ricade sui reparti di terapia intensiva: ecco cosa emerge dai principali dati contenuti nel monitoraggio della Cabina di Regia dell’Istituto superiore di Sanità

ISS: Rt medio calcolato è di 1,16

“Si osserva un ulteriore aumento dell’incidenza a livello nazionale, che supera la soglia di 250 casi settimanali per 100mila, che impone il massimo livello di mitigazione possibile.

Nel periodo 12-18 marzo 2021 è risultata di 264 per 100.000 abitanti. Nel periodo dal 24 febbraio al 9 marzo, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (range 1,02 – 1,26), sempre sopra uno in tutto il range”.

Sono i principali dati contenuti nel monitoraggio della Cabina di Regia dell’Istituto superiore di Sanità sulla situazione epidemiologica del Covid-19.

Nel monitoraggio “si osserva un peggioramento nel numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (13 Regioni/PPAA vs 11 la settimana precedente).

Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in forte aumento e sopra la soglia critica (36% vs 31% della scorsa settimana)”.

“Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva- prosegue il monitoraggio- è in forte aumento da 2.756 (09/03/2021) a 3.256 (16/03/2021).

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è arrivato alla soglia critica (40%) con un forte aumento nel numero di persone ricoverate: da 22.393 (09/03/2021) a 26.098 (16/03/2021)”.

Emergenza Covid, in aumento terapia intensive, Rt ma  secondo ISS anche i casi non associati a catene di trasmissione

“Continua ad aumentare il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (54.964 vs 50.256 la settimana precedente).

La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è 28,2%. Invece, il 37,2% dei casi è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi.

Infine- conclude il monitoraggio- il 20,5% attraverso attività di screening e per il 14,1% dei casi non era disponibile tale informazione”.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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