Ebola, il contagio continua: la Liberia chiude le frontiere

MONGROVIA – Aumenta il livello d’allarme per il contagio da virus Ebola che sta colpendo sempre più intensamente le regioni occidentali dell’Africa. Dopo il contagio di due cittadini americani, un medico e un missionario che hanno operato come volontari nelle zone del soccorso, lo stato della Liberia ha ordinato la chiusura delle frontiere con i paesi confinanti, dove sono state infettate più di 1.100 persone. Soltanto gli aeroporti maggiori rimarranno transitabili, ma con serrati controlli sanitari per tutti. Dall’inizio dell’anno in Liberia sono stati riconosciuti 127 decessi causati dall’Ebola, che causa forti febbri emorragiche, vomito, diarrea e sanguinamenti continui. Spesso il virus è letale per l’uomo e per i primati. Il virus, un Rna della famiglia dei Filoviridae, genere Filovirus, ha la caratteristica forma allungata, la cui storia è legata a doppio nodo all’Africa, tanto che i nomi che segnano la diffusione del virus sembrano un tour del “Continente nero”. Il primo ceppo di virus che in questi giorni sta facendo tremare il mondo, venne identificato nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo (che allora si chiamava Zaire): il nome Ebola, infatti, è quello di una valle dove scoppiò un focolaio in un ospedale missionario. Il virus Ebola si trasmette all’uomo attraverso lo stretto contatto con il sangue, le secrezioni, gli organi o gli altri fluidi di animali infetti. L’infezione si diffonde attraverso la trasmissione interumana, risultante da uno stretto contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei tra persone infette.

CURE RIFIUTATE – Il problema inizia ad esserea anche la ritrosia da parte delle popolazioni colpite dal virus ad accettare cure e medicine, perché hanno paura di non essere infette e di venire infettate nel monento in cui entrano in quarantena e vengono ricoverate al fianco di persone già infette.

 

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