Ebola, quarantena in Italia per 11 soldati Usa: provenivano dalla Liberia

Undici i militari Usa di ritorno dalla Libera posti in isolamento a Vicenza per verificare l’eventuale contagio dal virus Ebola

Undici militari americani di stanza a Vicenza sono stati messi in isolamento nella caserma Usa `Del Din´ dopo essere rientrati dalla Liberia, uno dei paesi più colpiti dall’Ebola.  Lo riportano la Cnn e la Cbs precisando che i soldati saranno tenuti in quarantena per il periodo d’incubazione del virus Ebola (21 giorni) che ha colpito l’Africa occidentale.  Anche se gli uomini dell’U.S. Army non mostrano sintomi della malattia, il Pentagono sta pensando di estendere l’isolamento per tutti i suoi 900 militari impegnati in Africa.

La notizia è stata confermata dall’ambasciata americana a Roma, la quale ha precisato che il «rischio potenziale di infezione è basso» dal momento che nel paese africano il gruppo di soldati – tra i quali il generale Darryl Williams – «non ha avuto contatto con persone contagiate dal virus». Lo stesso Williams, comandante della base Usa in Africa, contattato dall’Ansa ha rassicurato: «stiamo benissimo. La probabilità che qualcuno di noi abbia contratto il virus di Ebola è quasi zero».

I militari sono stati accolti in Italia dai carabinieri coperti dalle tute di protezione. Nella città veneta intanto è scattato l’allarme, attenuato però in serata dal sindaco, Achille Variati, che ha che ha detto di aver avuto assicurazioni dal Prefetto e dalle autorità militari americane sul fatto che «tutti i militari tornati dall’Africa sono sani. Nessuno di loro presenta i sintomi dell’Ebola».

La caserma “Del Din” è la nuova struttura che il Pentagono ha realizzato a Vicenza – dopo anni di polemiche e manifestazioni dei comitati contrari all’opera – nell’area dell’ex aeroporto Dal Molin. Sempre a Vicenza c’è l’altra sede storica della “Setaf”, la caserma Ederle.

In Liberia il gruppo di soldati si era occupato della costruzione e dell’avvio di infrastrutture sanitarie dedicate a contenere il contagio del virus Ebola. Ora non potranno avere contatti con l’esterno e nemmeno con i familiari per un periodo di 21 giorni; nel frattempo saranno attentamente monitorati. In caso di comparsa di febbre o di altri sintomi collegabili al virus verranno trasferiti in sicurezza in una stanza isolata predisposta all’ospedale di Vicenza, e qui trattati da equipe specializzate. Anche la Regione Veneto, con l’assessore alla sanità, Luca Coletto, si è subito detta disponibile a fornire aiuto sanitario se le autorità americane lo richiederanno.

Il gruppo di militari fa parte di un contingente di 87 persone, destinate ad affrontare l’emergenza Ebola e partite circa 20 giorni fa dalla base di Vicenza per il paese Africano. Il rientro è iniziato proprio oggi (nelle prossime ore ne arriveranno altri 30) e per questo la scorsa settimana il tema era stato al centro di una riunione del Comitato cittadino per l’ordine e la sicurezza pubblica, allargato alla presenza degli ufficiali della base e del sindaco di Vicenza. In quella occasione era stato detto che il personale militare era stato alloggiato in strutture alberghiere in Liberia e aveva avuto un ruolo manageriale con pochi contatti, o nulli, con la popolazione malata. Per questo era stato stabilito un protocollo che prevedeva controlli medici a distanza di 12 ore, ma senza necessità di segregazione fisica all’interno della base.

Oggi invece è maturata una nuova linea, dettata direttamente dal Pentagono, applicata per primo nei confronti del comandante di “Africom”, Darryl Williams. Con lui sono stati messi in quarantena i primi dieci militari arrivati all’aeroporto di Pratica di Mare e trasferiti a Vicenza con un pullman militare. La quarantena nella base americana fa il paio con la chiusura delle frontiere in Australia. «Credo che un paese civile di fronte a un esodo biblico di immigrati ha il dovere e l’obbligo di alzare le barriere”, ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando dell’allarme per i militari Usa in isolamento a Vicenza, ma inserendo il problema Ebola nel tema più generale dell’arrivo di immigrati in Italia.

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