Emergenza nel foggiano, due morti nel rogo del ghetto di Rignano

FOGGIA – I Vigili del Fuoco di Foggia hanno potuto soltanto assistere al terribile rogo che ha ucciso due persone originarie del Mali, questa notte, presso il ghetto di Rignano Garganico, uno dei tanti centri illegali di raccolta degli esseri umani sfruttati nei campi agricolo sotto capolarato o lavoro nero. Dal primo marzo il campo di Rignano era sotto sgombero.

1480631067631.jpeg--incendio_distrugge_il_gran_ghetto_di_rignanoNon si esclude che il rogo sia doloso. Le fiamme si sono sprigionate rapidamente ed hanno avvolto un centinaio di baracche, piene di plastica, legno e cartone. Fra le baracche erano ovviamente presenti anche bombole di gas usate per riscaldarsi e cucinare, che sono immediatamente esplose. 98 persone si sono salvate, mentre due non ce l’hanno fatta. Le persone ancora all’interno del campo avevano paura di perdere il lavoro agricolo legato al ghetto.

Due giorni fa era cominciato lo sgombero da parte delle forze dell’ordine disposto dalla Dda di Bari nell’ambito di indagini avviate nel marzo del 2016 e culminate con il sequestro probatorio con facoltà d’uso della baraccopoli per presunte infiltrazioni della criminalità.
Giovedì 2 marzo alcuni dei migranti che non volevano lasciare il ghetto – circa 200 – hanno protestato davanti alla prefettura di Foggia, ribadendo di non voler lasciare il ghetto e chiedendo di parlare con il prefetto.

Nel corso dell’ultimo anno il ghetto è stato colpito da due grossi incendi che lo hanno
distrutto in parte, ma ogni volta le baracche di legno erano state ricostruite. A dicembre un video aveva ripreso il rogo in diretta.

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