Europea, 48 anni di ingegno al servizio dell'emergenza

Inizia nel 1968, grazie all’ingegno di Emilio Sorbi che ne è il fondatore, la attività della carrozzeria CEVI ( acronimo di Carrozzeria Europea Veicoli Industriali) che nella originaria sede di P.za Puccini a Firenze, nell’anno passato alla storia per la contestazione giovanile, iniziò a realizzare allestimenti e furgonature per camion e veicoli industriali in genere.

Per i successivi 20 anni la CEVI resta saldamente in questo settore, che comprende oltre alla realizzazione dei mezzi anche la loro riparazione in caso di incidenti; nello stesso tempo, affianca a questi anche qualche veicolo sanitario come emoteche e ambulatori mobili.

Nel 1988, con l’ingresso in azienda dei figli Alessandro e Fabrizio la svolta che interessa dal nostro punto di vista: nello stabile in cui nel frattempo la Azienda si era trasferita, a Signa, in provincia di Firenze, diventa preponderante la realizzazione d’ambulanze.

La prima  fu un Fiat Ducato mk1 per una associazione piemontese.

L’attività  ingrana subito con buona soddisfazione tanto che si rende necessaria, dopo poco tempo, la ricerca di un nuovo sito produttivo: questo, con una superficie coperta tra  lavorazioni ed uffici di circa 700 m2, a cui si aggiungono un altro migliaio di metri quadri di piazzali esterni, viene trovato in Via del Pantano ad Oste di Montemurlo (PO) ed è operativo fin dal  1990.

Vi lavorano, nel 2015, 10 persone alla produzione, una negli uffici oltre ai figli del titolare, Alessandro e Fabrizio, che seguono la parte commerciale.

La capacità produttiva attuale è di circa una quarantina di ambulanze per anno, oltre ad altri 30 mezzi allestiti come servizi sociali o antincendi o più genericamente come protezione civile.

Oggi, come del resto nel corso degli anni, la produzione è incentrata in massima parte sul Fiat Ducato X290 che – con i gemelli del gruppo P.S.A. Peugeot Boxer e Citroen Jumper – raggiunge in pratica l’80% degli allestimenti realizzati.

Visto il periodo in cui l’azienda ha iniziato il proprio percorso, c’è stato tempo per creare ambulanze utilizzando, come base, telai di familiare: ne è un esempio questa Mercedes 200Te per la Misericordia di Porto Santo Stefano ( GR ) al quale viene allungato lo sbalzo posteriore e rialzato il tetto per ottenere la maggior cubatura interna possibile rimanendo, comunque, entro ingombri dimensionali esterni ancora accettabili.

 

Ne risulta un’ambulanza da trasporto particolarmente elegante ed armoniosa nella linea, il cui allungamento – come si può vedere nella foto sopra – viene reso otticamente meno evidente dalla aumentata altezza complessiva ben raccordata dal montante di coda, massiccio ma non per questo pesante visivamente.

Il mezzo in questione è molto probabilmente una delle ultime ambulanze di questo tipo a venire realizzate in Italia, dove oramai pressoché ovunque aveva preso il sopravvento l’utilizzo dei furgoni come mezzi di partenza da trasformare, ed anche per i servizi di trasporto non urgenti la clientela cominciava ad orientarsi, piuttosto, verso le versioni a tetto basso dei mezzi commerciali che andavano per la maggiore.

Alla base della produzione ad inizio anni ’90 troviamo come di prassi il Fiat Ducato, declinato nella serie  Eurocevi , su tetto alto Fiat; si tratta dell’ allestimento per così dire “classico” che con la nuova serie del Ducato diventa invece l’ “entry-level” e  che permette “una semplice funzionalità, pur mantenendo una elevata qualità del prodotto” (testuale dalla brochure pubblicitaria del 1992). Gli interni sono semplificati ma restano piuttosto pratici. Particolare caratteristico è  il rivestimento interno a losanghe, che verrà utilizzato per moltissimi anni.

All’estremo opposto, e forte della esperienza di costruttore di veicoli industriali, nel 1991 la Cevi, nel frattempo più conosciuta come Carrozzeria Europea V.I., si getta nella progettazione di una ambulanza modulare su Fiat Ducato prima serie e, poi, sul restyling, nella versione a passo lungo denominata Maxi, che viene chiamata Unity for Help.

La commercializzazione fu comunque di poche unità, in quanto i tempi non erano – allora come oggi – maturi per il diffondersi nel nostro Paese di ambulanze che invece hanno grande seguito in tutta Europa e negli Stati Uniti; ma sono ostacolate soprattutto dalla presenza di un territorio con strade troppo strette e intasate per permettere a questi mezzi, più ingombranti delle normali ambulanze, di prendere campo come in realtà meriterebbero.

Al contrario, molto diffusi sono invece i mezzi destinati a soccorsi in ambienti urbani o con viabilità comunque ridotta, ed anche qui Europea è sempre stata presente con i suoi allestimenti, in particolare con la linea City Line, che si poneva fra quella già vista Eurocevi, e il top di gamma (Unity for Help esclusa) Euroline, di cui parleremo più avanti:  City Line riproponeva su scala ridotta gli allestimenti creati per i mezzi di fascia più alta.

Il Bedford Midi è l’esempio eclatante di una base piuttosto particolare, decisamente poco diffusa sulle strade italiane; anche qui abbiamo un tetto rialzato in modo da avere un vano lettiga comunque nel complesso ben fruibile, ed il portellone ad anta unica apribile verso l’alto come sulla Mercedes già illustrata.

Altrettanto rara, la versione del City Line su base Mercedes MB100; questo furgone, validissimo, non ha mai avuto in Italia quel successo che invece ha conosciuto e conosce l’erede Vito/Viano.

Com’è logico aspettarsi, la parte del leone – per la serie City Line – era appannaggio del Volkswagen T4, un veicolo che pur non rientrando – a causa delle misure interne – fra le ambulanze omologabili per le urgenze poteva contare, in molte zone d’Italia, su deroghe specifiche legate alle necessità contingenti per operare anche come mezzo di primo soccorso.

Linea regina della carrozzeria era poi la Euroline92: su questi veicoli il tetto era riportato in vtr con i lampeggiatori anteriori alloggiati in uno scasso, mentre sul retro erano sporgenti lateralmente e montati su una piccola base conica.  La grafica standard prevedeva una doppia banda arancio sovrapposta ed unita, sulla parte posteriore del tetto, da tre frecce di dimensioni degradanti. Gli interni erano costruiti, sempre come standard, in poliestere e fibra di vetro e il pavimento, dello stesso innovativo materiale, era definito a tenuta stagna: ciò permetteva una facile pulizia del mezzo. Il poliestere rinforzato con fibra di vetro garantiva la robustezza necessaria all’uso prolungato e stressante, mantenendo però un buon grado di elasticità che evitava crepe o cigolii vari.

Si trattava infatti di un materiale preso in prestito dall’ambiente delle costruzioni navali, settore con il quale il titolare della azienda aveva diversi contatti, e che si misura ogni giorno con indesiderate torsioni e sollecitazioni dovute al moto ondoso:  di conseguenza, il comparto nautico ha sempre sviluppato le tecnologie adatte a dare risposte adeguate.

Rivoluzione epocale nel 1993, quando la Fiat esce con la nuova versione del Fiat Ducato, completamente diverso dal suo predecessore e sul quale la Europea realizza il TopLine che possiamo definire l’erede della “vecchia” Euroline92, e – successivamente – la Fantasy2000 che porta l’allestimento in vetroresina marino anche sulla base di gamma.

Sulla base del Ducato 1993 viene riproposta anche una versione modulo, la Spaceline, lunga 5.620 cm e larga 1998 cm contro i  5.393 e 1.968 della vecchia Unity for Help; la cellula è in acciaio con trattamento anticorrosione mentre i pannelli esterni e delle porte sono in lega di alluminio alla ricerca della maggior leggerezza possibile. Due vani accessibili dall’esterno posizionati vicino alla coda del veicolo consentivano di alloggiare le attrezzature sanitarie da utilizzare in strada od in abitazione, estraibili senza dover risalire sul mezzo. Il vantaggio di poter sostituire solo la parte meccanica del mezzo, quando usurato  o per un incidente, montando sul nuovo la cellula usata che aveva una aspettativa di vita più lunga si scontrava ancora una volta con la problematica maneggevolezza ed ingombro in relazione alla stragrande maggioranza dei contesti operativi italiani e quindi anche di questa bella ambulanza pochi sono stati gli esemplari in circolazione. L’esemplare qui sotto era ancora in servizio nel 2009, segno che la sua costruzione era decisamente accurata!

Viene adottato sulla fortunata serie Elegance, per la prima volta in Italia, il vano divisorio con alloggio a scomparsa della barella a cucchiaio, e più tardi anche della tavola spinale; elementi che ritroveremo anche nelle successive serie Functional, New Euroline, Exclusive in cui il mobile/cassettiera andava a sfruttare spazi in genere meno inutilizzati. In tutte, esternamente si semplifica la grafica del tetto nel quale le due bande arancio sono molto più sottili e non più unite dalle frecce sul retro, ma in compenso entrambe si prolungano, ora, fino sulla parte frontale della rialzatura.

In ogni modo, al di là degli allestimenti standard è possibile sia la personalizzazione interna sia quella esterna, tanto che la carrozzeria realizza la prima ambulanza italiana ( escludendo quelle del 118 Emilia Romagna che avevano una precisa deroga regionale per la loro coloritura particolare) che ad Ottobre del 1997 esce con forza, quasi con violenza, dagli schemi consueti del bianco con bande arancio ( o rosse, per la CRI) e riscuote grande successo alla mostra Emergency ’97 tenutasi a Riva del Garda (TN) .

Da qui il via ad una serie di personalizzazioni di colori che – se dal punto di vista legislativo non trovano adeguato supporto né quasi mai sono frutto di ponderati studi sulla visibilità – ha almeno il merito di indicare una diversa strada per rendere le ambulanze più avvistabili e sicuramente diverse dal furgone del lattaio, per capirsi.

Da segnalare fra le attività della Cevi l’allestimento, che naturalmente prosegue anche oggi,  di automediche come questa Fiat Multipla; non si tratta comunque di un settore di primaria importanza per la economia di questa carrozzeria.

Prima di passare all’oggi, è d’obbligo uno sguardo ad un mezzo  destinato a servizi speciali, tipo protezione civile e soccorso in ambiente ostile, come il Land Rover Defender dell’Avis di Perfugas (SS), ed ad un allestimento sulla base di un Ford Transit mk5, giusto per segnalare la poliedricità di basi allestibili.

 

 

Arriviamo così a giorni a noi più vicini, ed alle realizzazioni che oggi sono incentrate, quasi all’ 80%, sul nuovo Fiat Ducato X250 e sulla sua evoluzione X290, oltre che sui “gemelli” del Gruppo P.S.A., Citroen Jumper e Peugeot Boxer.

I modelli sono allestiti come Exclusive, Liberty, ed ancora Euroline e City Line ( dove, oltre al Volkswagen T5 il modello più gettonato è il Fiat Scudo); di queste, il primo è realizzato in acciaio, con ogni singolo mobile prodotto integralmente in azienda che è dotata di tutte le attrezzature utili alla lavorazione di quel materiale e del complementare alluminio;  gli altri allestimenti sono in  vetroresina marina, lavorata da fornitori esterni ed assemblata in loco fino a costituire praticamente un monoblocco partendo dai 5 pezzi originari: parete destra, parete sinistra, tetto con i pensili, parete divisoria ( con alloggiamento cucchiaio ed apertura traslante per poterlo estrarre anche in spazi ridotti), ed infine il pavimento. Il tutto, all’occorrenza, smontabile con i dovuti accorgimenti ed attrezzi, per eventuali riparazioni a seguito di incidenti.

Voglio ricordare, per la sua importanza sociale, l’allestimento su Ducato linea Exclusive dell’ambulanza “Tommasino Bacciotti”.

L’omonima Fondazione, creata per raccogliere fondi da destinare allo studio e alla cura dei tumori cerebrali tra cui il pinealoblastoma che ha portato alla prematura scomparsa di Tommasino, ha donato, con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, questa ambulanza pensata per i bambini (non una ambulanza pediatrica o neonatale, ma studiata in funzione della presenza a bordo di bambini) alla Misericordia di Quinto (FI) che la dovrà utilizzare in sinergia con l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze come pure metterla a disposizione di ogni altra Associazione o Ente regionale che ne dovesse avere necessità.

Le stesse linee di prodotto realizzate sul nuovo Ducato X290, Citroen Jumper e Peugeot Boxer possono poi equipaggiare anche telai  Mercedes Sprinter, Volkswagen Crafter, Renault Master  con i cugini Opel Movano e Nissan NV400: quindi il cliente più legato agli allestimenti tradizionali, a prescindere dal mezzo di base, può ancora optare per il vecchio acciaio, mentre l’altra fetta di clienti ha la possibilità di puntare sul comunque collaudato ma via via sempre aggiornato VTR marino, liscio al tatto, che con la sua leggerezza, robustezza , elasticità e facilità di pulizia ed igienizzazione permette una lunga durata nel tempo dell’allestimento del vano sanitario.

Per concludere questa breve storia, diamo di seguito un’occhiata alla produzione più recente.

 

 

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