Incidente di Bologna: come si è generata l'esplosione del GPL

L'ing. Stefano Rotti ci spiega la dinamica dell'incendio fino ad arrivare all'esplosione BLEVE

Abbiamo tutti ancora impressi nella memoria gli impressionanti video dell’esplosione dell’autocisterna carica di GPL in autostrada a Bologna, e tutti ci siamo fatti molte domande sulla dinamica e su cosa sia successo.
Le risposte definitive le daranno le indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Bologna, che in queste ore ha aperto un fascicolo per disastro colposo.
In attesa dei risultati ufficiali abbiamo chiesto all’ing. Stefano Rotti, responsabile antincendio della Raffineria di Milazzo e uno dei maggiori esperti a livello nazionale di antincendio industriale di raffinerie, di aiutarci a interpretare quello che possiamo vedere nei video e nelle fotografie che sono circolati in rete.

Partiamo con il definire, inizia l’ing. Rotti, le caratteristiche della autocisterna coinvolta: un semirimorchio costruito appositamente per trasportate sostanze pericolose, in questo caso un serbatoio speciale per trasportare il GPL compresso liquefatto, dalla capacità di 33mila litri (per fare il paragone, una “bombola” per uso domestico ne contiene dai 35 ai 60 litri, nda).

Dalle immagini che ho potuto visionare, continua, l’enorme esplosione la possiamo classificare come un fenomeno di BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion -Esplosione dei vapori che si espandono a causa dell’ebollizione di un liquido) innescato in conseguenza dell’incendio scoppiato al momento dell’impatto.
Ma come si è arrivati a questo terribile evento?

Guardando le immagini dell’incidente si nota che l’autocisterna ha tamponato un autoarticolato e si è scatenato immediatamente un incendio, probabilmente a causa dei solventi che pare trasportasse quest’ultimo, entrati in contatto con parti calde del motore o con cavi elettrici scoperti dall’impatto.
Le fiamme hanno avvolto pesantemente la cisterna del GPL, alimentate anche dal gasolio contenuto nei serbatoi dei due camion coinvolti.
Se teniamo conto che ogni serbatoio potrebbe contenere circa 400lt di gasolio, continua Rotti, facciamo presto ad immaginare l’intensità delle fiamme alimentate dai quest’ultimo e dai solventi trasportati nel semirimorchio, oltre che dai pneumatici dei camion stessi che per diversi minuti hanno avvolto la cisterna surriscaldandone il contenuto.

Il BLEVE quindi è il risultato del cedimento della cisterna causato dall’aumento di pressione al suo interno, dovuto alla vaporizzazione della fase liquida del GPL contenuto nella cisterna surriscaldata che ha iniziato a premere contro le pareti della cisterna fino a causarne la rottura lungo le linee di saldatura. L’enorme deflagrazione ha prodotto sia un’onda d’urto che si è propagata in tutte le direzioni facendo crollare il viadotto e provocando danni enormi nei dintorni, sia la palla di fuoco che ha causato una buona parte dei 145 feriti (ustionati), mentre altri hanno riportato lesioni dall’onda d’urto creata dall’ esplosione, definite anche “lesioni da scoppio”.

Cosa possono fare dei soccorritori che si dovessero trovare in una situazione simile?
Sicuramente attendere i Vigili del Fuoco ed allontanare eventuali presenti/curiosi, e in scenari con un incendio già sviluppato da un tempo non noto, non tentare assolutamente lo spegnimento ma tenersi a distanza di sicurezza ( nel caso di un camion cisterna oltre 500 metri di distanza).
Sarebbe poi importantissimo leggere il codice kemler (tabella di color arancione applicata sui veicoli con due righe di numeri), da far sapere immediatamente ai Vigili del Fuoco, se non sono ancora sul posto.

Il profilo dell’esperto

Ing. Stefano Rotti, responsabile antincendio della Raffineria di Milazzo (Messina), vanta un’esperienza ultra ventennale nel campo della safety operativa, dei rischi di incidente rilevante e dell’ antincendio industriale. Attualmente responsabile della unità operativa di antincendio industriale e soccorso tecnico all’interno della Raffineria di Milazzo, nonché responsabile della formazione basica ed avanzata di antincendio per tutto il personale operativo. Considerato uno dei maggiori esperti di antincedio industriale nel campo delle raffinerie.

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