Infermieri inesperti sulle ambulanze del 118? Una denuncia dal Salento

Nel Salento, infermieri ancora poco esperti salgono sui mezzi di soccorso delle onlus convenzionate con la Asl leccese. A dirlo un testimone su “Sanità Salento”

La notizia – ai limiti dell’inverosimile – arriva dalla testimonianza di una persona addetta ai lavori, che vuole rimanere anonima, ma che conosce molto bene le associazioni che prestano servizio di emergenza – urgenza per conto dell’azienda sanitaria salentina.

A riportare l’intervista è Sanità Salento, blog di un conoscente locale del mondo Asl. Il 118 nel Salento, come nel resto della Puglia, é affidato in parte a diverse onlus, convenzionate con l’Asl per 23 mila euro mensili. le associazioni arruolano personale infermieristico a 50 euro a turno, spesso però l’infermiere che sale in ambulanza, è uscito dalle scuole da appena 6 – 8 mesi, senza aver fatto prima, i due anni di tirocinio previsti per legge, in una delle aree mediche critiche, ovvero: UTIC (unità terapia intensiva cardiologica), pronto soccorso, rianimazione. Qui si impara e si fa esperienza per affrontare i casi più gravi, acquisendo pratica e dimestichezza con: la gestione di un infarto, con la manualità e le terapie, come prendere un politraumatizzato, qui si vede da vicino si vede da vicino un cardio monitor, capendo bene come si deve usare in casi di infarto. Tutte cose che si imparano nella teoria, ma che nella pratica è ben diverso.

L’infermiere che arriva con l’ambulanza della onlus convenzionata con il sistema sanitario pugliese, rimane spesso inerme davanti a un grave incidente stradale come capita frequentemente sulle strade del Salento, senza capire come soccorrere un politraumatizzato. Senza avere la prontezza di prendere due vene per inserire i liquidi necessari e tenerlo in vita.

Le ripercussioni dell’inesperienza di molti infermieri che lavorano nelle associazioni 118, sono gravissime per gli utenti che chiedono soccorso. A colmare le carenze infermieristiche, sarebbero molto spesso i soccorritori, che hanno alle spalle la pratica di anni di esperienza sul campo. Sono persone che periodicamente si aggiornano con corsi di formazione base. IL BLSD, il PBLSD, il PTC. Gli stessi attestati dei soccorritori li hanno anche gli infermieri, che eseguono anche quelli avanzati, senza però quella formazione professionale, prevista dalla legge, fatta nei reparti ospedalieri ad alta criticità, fondamentale per un infermiere che deve salire in ambulanza a salvare una vita e avere.

L’andazzo che ci sarebbe nelle onlus convenzionate, sarebbe di vecchia data, secondo la testimonianza raccolta, che evidenza come la mancata preparazione infermieristica, è una storia che durerebbe da anni.

Non c’è però solo il problema dell’inesperienza, ma tra il personale infermieristico, c’è una vera e propria corsa ai turni. In molte onlus infatti, gli infermieri, compresi quelli dipendenti di strutture private e di Asl pubbliche, si contendono i turni delle associazioni da coprire. L’infermiere che lavora nell’associazione, non ha un contratto mensile, bensì un compenso di 50 euro a turno, naturalmente più fasce orarie si coprono e più sale l’onorario, sino ad arrivare anche a 18 turni per un vero e proprio stipendio da lavoratore dipendente.
Gli infermieri arrivano a litigare – stando a quanto dice il testimone – per potersi garantire un’entrata in più, che arrotondi lo stipendio base, della struttura privata o pubblica, dalla quale dipendono contrattualmente. Peccato però che secondo la normativa vigente, qualsiasi lavoratore già dipendente, non può salire sull’ambulanza 118 di una onlus convenzionata. Eppure è quello che é accaduto sino a qualche mese fa, con infermieri dipendenti delle Asl di Lecce e Brindisi, tanto che il direttore generale Valdo Mellone, ha prima mandato una circolare alle associazioni, diffidandole dall’arruolare personale dipendente, salvo poi scoprire di aver eliminato il fenomeno solo per gli infermieri dell’Asl di Lecce, che venivano sostituiti con i colleghi dell’Asl di Brindisi. Ciò voleva dire che, chi smontava il turno in un reparto ospedaliero, si trovava poi sul mezzo di soccorso, già stanco dal turno precedente, peggio ancora se questo era stato effettuato di notte.
A dire la verità oggi il fenomeno si sarebbe sensibilmente ridotto se non eliminato, i dipendenti pubblici non si vedono più nelle ambulanze convenzionate, chi continua ancora a salire sui mezzi di soccorso delle onlus, sono lavoratori dipendenti privati. Ci sono ancora infermieri di cliniche private che dopo il lavoro, coprono il turno in associazione e non è mancato chi si è persino addormentato mentre era in servizio sull’ambulanza, per soccorrere chi era in pericolo di vita.

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