ITALIA - La malaria torna a far paura

Ritornano le zone malariche in Italia. Una malattia che fa pensare alle zone più disastrate e sottosviluppate del pianeta. E invece, accade anche nella nostra “evoluta” Italia. Nonostante i protagonisti di questa disavventura siano braccianti immigrati, il messaggio è ben diverso: i 4 uomini hanno contratto la malaria in Italia. Proprio qui, un Paese in cui scoppiano focolai di malattie che pensavamo di aver debellato da più di 60 anni. In tutto questo, la chiave dove sta?

Sotto i riflettori ci sono ancora una volta gli immigrati. Quattro, per la precisione. Uomini tra i 21 e i 37 anni di origine marocchina, spiega Il Corriere della Sera, risiedenti in Italia da diversi anni e che hanno contratto la malaria. Lavorato come braccianti durante l’estate nella località di Ginosa, detta “Pantano” (Puglia) e al momento sono ricoverati all’ospedale di Taranto.

Il direttore sanitario dell’Asl di Taranto, Stefano Rossi, ha specificato che i quattro non hanno portato con loro la malaria dal continente africano, ma l’hanno contratta qui, in Italia.

Rossi spiega che ai migranti è stata confermata la diagnosi di malaria da `Plasmodium falciparum´e che viene contratta dal morso delle zanzare. In particolare, rossi spiega che la malaria ha un periodo di incubazione di 15 giorni. Di conseguenza è impossibile che l’abbiano portata con loro in incubazione prima di arrivare in Italia.

Di certo, continua Rossi, andrà fatto un accertamento sulle zanzare presenti in loco. Di conseguenza, andrà eseguita una cattura di zanzare per mandarle poi all’Istituto zooporofilattico e procedere con ulteriori verifiche. In tutto questo, verrà fatto di sicuro un controllo sulla condizione in cui lavoravano i migranti. I quattro avevano manifestato da qualche giorno i sintomi della malaria, ma solo oggi, dopo diversi accertamenti effettuati in collaborazione con il Policlinico di Bari, si è certi che sia malaria. Ad agosto, era deceduta una bambina di Trento a causa della malaria proprio in quell’ospedale.  anche in quel caso è stato dichiarato che la malattia fosse stata contratta in Italia, e addirittura, si ipotizza che l’avesse contratta proprio in quello stesso ospedale in cui era stata ricoverata per altri motivi.

Ma quindi, in tutto ciò, dove sta la chiave?

Di certo è una conferma che il problema delle malattie non risiede sempre nei migranti che arrivano nel Paese, ma spesso e volentieri siamo noi che sottovalutiamo tanti aspetti interni. Uno di questi è la prevenzione. Principalmente, potrebbe tornare utile effettuare nuovi controlli di bonifica ed effettuare controlli periodici sulle zanzare che infettano le nostre campagne. Gli insetticidi non bastavano già negli anni ’60 a debellare in maniera radicale le zanzare portatrici della malaria. Occorre studiare attentamente la situazione attuale.

La profilassi della malaria è conosciuta e consiste nell’assunzione di farmaci tra cui clorochina, doxiciclina, atovaquone. Questa procedura viene fatta eseguire a chi effettua viaggi in zone a rischio. Ma a questo punto, l’Italia quanto può considerarsi un Paese sicuro?

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