La storia di Elias, il neonato prematuro salvato con un volo sanitario

Attraversata l’Africa, dalla città di Lomè in Togo alla città di Tunisi, facendo scalo a Tamanrasset in Algeria, con un paziente neonatale prematuro. Missione difficile per i piloti, il medico e l’infermiere, ma nonostante le gravi condizioni del paziente, non è mancato il lieto fine.

Airmedical racconta un’altra storia di soccorso molto toccante, che spiega l’importanza del soccorso sanitario aereo nel mondo dell’emergenza internazionale, su spazi molto ampi. In questo caso si tratta di un soccorso in Africa, fra la Tunisia e il Togo.

Si chiama Elias, ed è un bambino nato prematuro alla trentacinquesima settimana. Le sue condizioni sono apparse subito molto serie. La sua vita era in pericolo, lo sarebbe stata in un moderno ospedale europeo, lo era ancor di più in un piccolo ospedale africano nello stato del Togo.

Per questo motivo i genitori di Elias, in Togo per motivi di lavoro ma originari del nord Africa, per niente scoraggiati si sono messi immediatamente alla ricerca di un modo per trasferire il bambino in Tunisia, più precisamente nel principale ospedale della città di Tunisi.

IL TRASFERIMENTO

Il trasferimento con un moderno jet a reazione richiede almeno sei ore di volo, ma le condizioni di salute precarie in cui versava il piccolo paziente ponevano numerosi dubbi sulla fattibilità del viaggio.

E’ a questo punto che il papà di Elias è entrato in contatto con la centrale operativa Air Medical. Un’equipe sanitaria si è messa subito al lavoro raggiungendo telefonicamente i medici dell’ospedale del Togo per approfondire le notizie cliniche e valutare le eventuali complicanze dovute al trasporto. Fin dalla prima telefonata con il primario della clinica ginecologica che stava assistendo in quel momento la mamma e il bambino, emerse come l’unica possibilità di sopravvivenza per il piccolo fosse il trasferimento in un centro più attrezzato e specializzato.

IL VIAGGIO

Nel frattempo lo staff logistico e operativo della compagnia pianificava il piano di volo con tutte le autorizzazioni necessarie, individuando inoltre come scalo tecnico obbligato la città di Tamanrasset in Algeria, dove il Cessna Citation utilizzato per la missione avrebbe potuto rifornirsi di carburante.

In poche ore era tutto pronto, e dopo il consueto breefing pre-volo tra equipaggio sanitario, piloti ed operation manager, si decollava da Milano Linate con destinazione Lomè, capitale del Togo.

Il giorno seguente, alle prime luci dell’alba, il medico anestesista e l’infermiere Air Medical stavano già caricando a bordo del velivolo il bambino, protetto da una nuovissima culla termica della Burke&Burke. ed accompagnato da entrambi i genitori visibilmente preoccupati.

Il paziente, in respiro spontaneo, leggermente ipoteso ma tutto sommato stabile, presentava delle frequenti apnee respiratorie; nonostante questo aspetto si è scelto di non procedere con l’intubazione tracheale. Lo spazio all’interno della fusoliera era più che sufficiente, e preparandosi accuratamente il materiale si sarebbe potuto procedere con tale manovra nell’eventuale momento del bisogno, in caso di peggioramento della situazione. Peggioramento che per tutta la durata del volo non c’è stato. Il bambino è stato infatti consegnato ai colleghi dell’ospedale di Tunisi in condizioni cliniche stabili e discrete.

IL COMMENTO DI AIR MEDICAL

Ancora una volta noi di Air Medical vogliamo soffermarci a ragionare su come spesso i parenti o i pazienti stessi siano propensi a rinunciare a lunghi trasferimenti. Quando poi il paziente da trasportare è un bambino piccolo, si è portati a pensare che non possa riuscire a sopportare lo stress del viaggio (quando in realtà molti studi dimostrano l’estrema resistenza e adattabilità di quei piccoli corpicini ai vari stress ambientali). Oggi le moderne tecnologie elettromedicali, la professionalità dei sanitari e gli aerei sempre più veloci, garantiscono infatti voli sanitari (anche neonatali) che fino a pochi anni fa erano impensabili.

Per dovere di cronaca, a distanza di una quindicina di giorni il piccolo Elias sta bene e ha superato brillantemente il periodo più rischioso e preoccupante. I medici Tunisini sono quindi ottimisti riguardo a una sua rapida ripresa.

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