Protezione civile, Curcio incontra nuovi direttori regionali di Toscana, Marche e Molise

Si è svolto questa mattina, presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, un incontro tra il Capo del Dipartimento, Fabrizio Curcio, i direttori del Dipartimento e i neo-direttori di protezione civile delle Regioni Marche, Cesare Spuri, Toscana, Riccardo Gaddi, e – collegato in video-conferenza dalla struttura molisana di Campobasso – Gino Cardarelli.

Dando il benvenuto ai neo direttori il Capo del Dipartimento ha voluto sottolineare alcuni aspetti importanti dell’attività e delle caratteristiche del sistema di protezione civile. “La devoluzione al territorio della materia di protezione civile stabilita dalla riforma del 2001 del Titolo V della Costituzione – ha spiegato – ha creato modelli regionali diversificati che non sempre fanno bene all’efficienza del sistema complessivo. Da più parti, partendo proprio dalle Regioni, è emersa, negli ultimi anni, l’esigenza di lavorare congiuntamente per omogeneizzare quanto più possibile i diversi sistemi, salvaguardando comunque le peculiarità territoriali nel rapporto – costruito negli anni – tra le istituzioni e i cittadini. Il Dipartimento vuole impegnarsi a fissare le priorità nazionali su cui, insieme a tutti, avviare o proseguire un proficuo confronto”.

Grazie al collegamento con il direttore Cardarelli, l’incontro è stato l’occasione anche per fare il punto delle attività che la struttura di protezione civile del Molise, in raccordo con la Prefettura di Campobasso e i Comuni coinvolti, ha messo in campo da sabato sera – quando l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologica ha registrato nel Matese la scossa 4.1 – tenendo informato il Dipartimento cha sta seguendo costantemente la situazione. La riunione, quindi, ha permesso di discutere di attività legate al rischio sismico in termini generali.
Accanto alla fondamentale messa in sicurezza degli edifici, ci sono infatti azioni meno costose – in termini economici – ma altrettanto centrali: la sensibilizzazione dei cittadini (con campagne come “Io Non Rischio”, www.iononrischio.it) e l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza.
“Rispetto a quest’ultimo punto – ha ricordato il Capo del Dipartimento – il 4 aprile del 2014 venne pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio dello stesso anno, relativa al Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico”. Un documento contenente le indicazioni per la redazione della pianificazione di emergenza in caso di terremoto, presupposto indispensabile per assicurare la capacità di attivazione e intervento del Servizio nazionale della protezione civile in caso di necessità.
Un documento che, per essere davvero utile, ha previsto delle sezioni che devono essere elaborate singolarmente da ogni Regione, che dovrebbero contenere indicazioni circa le modalità di attivazione dei sistemi territoriali di protezione civile e riportare le informazioni utili a consentire la piena applicazione del modello d’intervento nazionale.
In sintesi, si tratta di allegati al Programma nazionale che dovrebbero contenere informazioni specifiche sulla catena del coordinamento operativo e sui relativi flussi di comunicazione all’interno della Regione, sul raccordo del livello regionale con le Prefetture e le province, sul modello d’intervento sanitario, sulla logistica di emergenza e sulle procedure di attivazione delle colonne mobili regionali, sull’impiego del volontariato regionale, sulle azioni di supporto ai Comuni e agli enti locali, sempre con riferimento al principio di sussidiarietà.
“A oggi il Dipartimento nazionale è ancora in attesa di ricevere questi documenti”, ha segnalato l’ingegnere Curcio. “Dico questo non per puntare il dito, ma solamente per sollecitare tutti noi a interessarci di rischio sismico – e della sua prevenzione – quotidianamente, anche quando le cronache giornalistiche spostano, per necessità, l’attenzione su altri fronti. Per riportare al centro delle nostre attenzioni la tutela dei territori e fare, di conseguenza, delle scelte consapevoli, come singoli e come comunità”.

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