Soccorritori, slot machines, polemiche: cosa sta succedendo nel pavese?

Un video dove si vede un’ambulanza parcheggiata su un incrocio e poi due persone giocare con le slot-machines all’interno di una tabaccheria ha scatenato il putiferio “social” contro la First Aid One, che da pochi mesi ha vinto l’appalto per il trasporto sanitario nella provincia di Pavia.

MILANO – Il video pubblicato sui social media è abbastanza chiaro: un’ambulanza lasciata con lampeggianti accesi e le frecce d’emergenza attive su un incrocio, e poi due soccorritor all’interno di una tabaccheria intenti a giocare con le slot-machines.53 secondi che lanciano una accusa forte e precisa contro chi non rispetta l’attività di soccorso sanitario e che infangano la First Aid One, cooperativa che da poche settimane si è aggiudicata l’appalto per il trasporto sanitario provinciale. L’azienda ha già provveduto alla sospensione dei due dipendenti, riservandosi la possibilità di licenziarli per giusta causa. Il fatto è accaduto a Voghera, in viale Repubblica, all’incrocio con via Silvio Pellico: non è una città qualunque. Voghera è la città con il più alto tasso di ludopatia in provincia di Pavia (rapporto tra abitanti e slot esistenti). La First Aid One ha risposto via social con alcuni dipendenti, i quali hanno segnalato che l’evento è una grave mancanza di rispetto per la divisa che si indossa e per la tipologia di servizio che si fornisce.

La polemica però è montata soprattutto perché la First Aid One Italia è stata l’unica azienda a partecipare ad un bando di concorso – quello della Provincia di Pavia – per l’assegnazione dei trasporti sanitari a cui tutte le associazioni locali hanno deciso di non partecipare per il prezzo troppo basso offerto nel bando. Da questa assegnazione è nata una feroce polemica fra le 25 associazioni del territorio pavese, la First Aid One Italia e la ASST di Pavia, che ha difeso il proprio bando.
“Tutti sanno che le gare non possono essere costruite sulle esigenze degli operatori ma partono dalle esigenze dell’Ente e si rivolgono al mercato” ha scritto infatti l’ente pubblico in un commento alla situazione.

Resta un vulnus normativo piuttosto grave, che riguarda i dipendenti delle associazioni rimasti senza lavoro: i bandi infatti non prevedono il ricollocamento di autisti o infermieri da una associazione a una cooperativa, perché questa tipologia di attività è prevista solo ed esclusivamente per appalti che coinvolgono cooperative o aziende. Quando il servizio appaltato viene spostato da un’associazione di volontariato ad una cooperativa, si genera un problema piuttosto grave di ricollocazione e disoccupazione.

Chi oggi è stato tagliato fuori dai servizi protesta, anche con parole di fuoco contro il nuovo servizio. La First Aid One Italia ha inviato il seguente comunicato:

First Aid coop sociale denuncia le manovre persecutorie delle quali è oggetto da parte di ignoti a seguito delle contestazioni degli Appalti pubblici che gestiamo a Mantova e Pavia.L’atteggiamento persecutorio e infamante, culminato con l’ultimo colpo di scena: la “presa in diretta” di un video divenuto virale sui social network che da 48 ore sta sollevando l’indignazione generale, è il prodotto di una ricercata diffidenza verso chi indossa le nostre divise sul territorio lombardo. Un territorio, ricordiamo, dove lavoriamo con dignità e coerenza da oltre 10 anni, con attestati di stima e fiducia da parte delle Istituzioni territoriali. Benché censurabile, dunque, riteniamo che l’episodio resti un fatto isolato che non attiene al codice deontologico della nostra Azienda e non può infangare il nome e la divisa che i nostri collaboratori portano con dignità e professionalità comprovata. Con la stessa serietà che ci contraddistingue, annunciamo fin da ora azioni legali contro chiunque intende minare la stabilità della nostra Azienda, la serenità, la trasparenza e la correttezza dei nostri operatori. Mentre con decisione puntiamo il dito contro i responsabili di un’azione giunta, con l’immissione del video su FB, alle ultime disperate battute di discredito. Infatti risulta che il video “virale” sia stato postato da un esponente della Croce Rossa Italiana di Voghera, che assieme ad altri militi evidentemente ha condiviso la strategia diffamatoria, non avendo  altri strumenti legali, per raggiungere i suoi propositi. A partire dall’aggiudicazione contestata (ci riferiamo a Pavia) passando per quella di Mantova (dove indaga la Procura della Repubblica). A Pavia per aver costituito un “cartello” di croci con il preciso scopo di “dettare il prezzo delle alici” a Mantova con la fondata ipotesi di un reato che si ascrive alla turbativa d’asta per sottrarci un appalto che non poteva non esserci aggiudicato.Questi sono i fatti che scuotono le croci. Il mondo del volontariato che ruota attorno a CRI ed Anpas sembra infatti disinteressarsene, intento a produrre veleni e livore gratuito che trasuda da ogni loro parola. A tal riguardo ricordiamo come il Capitolato di gara di Pavia non è stato impugnato nelle sedi preposte e la contestazione resta un atto promosso sul territorio dalla fucina dell’odio. Qualcuno infatti dovrà spiegarci quali siano le incompatibilità tra l’attitudine, al gioco d’azzardo,  legalizzato dallo Stato, attraverso le slot machine e l’uso dei rimborsi a pié di lista attraverso convenzioni “gonfiate”.  Il comportamento dei nostri soccorritori, seppur censurabile, è limitato all’uso del loro denaro, e non del denaro pubblico. Denaro questo, che forse fa gola a chi esprime alti sentimenti civici, salvo poi dover far transitare il lavoro grigio alla voce “volontariato”. Il nostro appello va dunque ai Prefetti di Pavia e Mantova, affinché vigilino sulle azioni persecutorie fin qui poste in essere (attraverso i post che si rincorrono sui profile Facebook) e le azioni gravemente lesive del diritto alla privacy e del diritto ad esercitare il proprio lavoro, nella civile e armoniosa convivenza. Un diritto che la nostra Azienda rivendica per se stessa e per i propri operatori, essendosi da sempre contraddistinta sul campo, dal Nord al Sud Italia, grazie ad una collaudata squadra di professionisti che non sarà intimorita da vili e disperati espedienti.

Va precisato che i servizi di emergenza-urgenza non sono svolti dalla First Aid One Italia, ma dalle associazioni convenzionate con AREU. L’azienda First Aid One Italia infatti è impegnata nel pavese sui servizi secondari, cioè i trasporti sanitari non urgenti.

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