L'Ordine dei Medici di Bologna fa infurirare tutti i professionisti dell'emergenza 118

Sta creando scandalo e molta rabbia, la sospensione di 6 mesi comminata dall’Ordine di Bologna ai 4 medici che hanno dato vita ai protocollo infermieristici di intervento in emergenza. Il tam-tam partito da Repubblica Bologna sta scatenando reazioni in tutti i professionisti dell’emergenza, a partire proprio dai medici che poche settimane fa avevano appoggiato con grande passione la difesa dei colleghi accusati di aver tradito la deontologia professionale.

L’ordine dei medici diretto da Giancarlo Pizza (che non lavora nel settore dell’emergenza urgenza, ma è responsabile della struttura semplice di immunoterapia dei tumori nel reparto di urologia al Policlinico Sant’Orsola) è già stato infatti criticato aspramente da SIMEU, ANIARTI, IRC e AMIETIP. Che oggi ribadiscono le proprie posizioni:

La Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza (SIMEU), Italian Resuscitation Council (IRC), l’Associazione nazionale infermieri di area critica (ANIARTI) e l’Accademia medica e infermieristica di emergenza e terapia intensiva pediatrica (AMIETIP), esprimono forte preoccupazione per la posizione dell’Ordine dei Medici di Bologna, che ha preannunciato sanzioni disciplinari molto severe nei confronti di alcuni medici coinvolti a vario titolo del coordinamento dell’emergenza territoriale, “colpevoli” di aver predisposto protocolli e istruzioni operative per l’attività degli infermieri. La SIMEU e l’IRC avevano già elaborato e diffuso lo scorso novembre un Policy Statement comune sul “Trattamento farmacologico da parte dell’infermiere nell’emergenza territoriale” nell’ottica della massima efficacia del servizio al paziente e nel rispetto delle normative vigenti e dell’identità professionale delle figure operanti nell’emergenza sanitaria. Il documento era in linea con le recentissime linee guida internazionali sulla gestione dell’arresto cardiaco e dell’infarto del miocardio, pubblicate nel mese di ottobre 2015, che raccomandano sempre più un’alleanza tra i sistemi di emergenza territoriale la popolazione generale e una forte integrazione di competenze tra operatori sanitari centrata sul paziente e sulla qualità dell’intervento. E’ dimostrato ormai da anni che per aumentare la sopravvivenza dei pazienti affetti da un gruppo ben definito di patologie acute e gravissime è necessario il trattamento precoce sul territorio da parte di personale specificatamente formato e che opera, sotto il coordinamento delle centrali operative, sulla base di algoritmi basati sull’evidenza e condivisi internazionalmente. In Italia esistono numerose e collaudate esperienze che riguardano la gestione precoce sul territorio delle patologie tempo-dipendenti anche da parte di personale infermieristico addestrato e competente. Grazie all’integrazione tecnologica delle centrali operative 118, alle procedure standardizzate e al trattamento farmacologico precoce sul territorio da parte del personale infermieristico autorizzato è stato possibile salvare molte vite. Come associazioni di professionisti ci stanno a cuore principalmente la salute e la sicurezza dei cittadini; per questo supportiamo l’approccio multidisciplinare alle emergenze attraverso procedure standardizzate basate sull’evidenza e percorsi di formazione certificata condivisi con la comunità scientifica internazionale. AMIETIP, ANIARTI, IRC e SIMEU, esprimono inoltre piena solidarietà ai colleghi coinvolti nei procedimenti per aver elaborato protocolli sanitari nell’interesse dei pazienti e della funzionalità del SSN.

Il Presidente Nazionale SIMEU Dr.ssa Maria Pia Ruggeri
Il Presidente IRC Dr Federico Semeraro
Il Presidente ANIARTI Dr Fabrizio Moggia
Il Presidente AMIETIP Dr Luca Tortorolo

 

Non riprendiamo per l’ennesima volta il parere medico legale della Regione Emilia Romagna (LEGGI), la quale meno di due mesi fa sulla questione aveva espresso grande entusiasmo per il coinvolgimento nei team come parte attiva e integrata la figura dell’infermiere d’area critica, professionista formato e proattivo nelle fasi dell’emergenza.

Sinceramente Emergency Live si unisce alle voci del mondo dell’emergenza che esprimono preoccupazione e restano sbalordite leggendo le dichiarazioni del Presidente dell’Ordine di Bologna: “Non possiamo permettere che gli infermieri senza una formazione come la nostra somministrino farmaci, facciano diagnosi e terapie. Si tratta di una violazione del Codice Deontologico”.

La domanda che sorge spontanea è: L’Ordine dei medici sta tutelando se stesso, sta tutelando lo stipendio dei medici dall’aggressione di un sistema sanitario che cerca nuove figure più flessibili e meno care dal punto di vista formativo, oppure sta cercando di tutelare il cittadino?

Molti dei nostri lettori staranno pensando che la domanda è retorica, ma non vogliamo portare le centinaia e centinaia di esempi in cui i cittadini vengono soccorsi da coppie di soccorritori volontari, non perché si voglia andare “in spregio” al diritto della persona di essere curata da un medico, ma perché di medici a sufficienza per coprire tutto il territorio e tutte le emergenze non ce ne sarebbero mai abbastanza. Purtroppo dobbiamo notare che l’Ordine dei Medici di Bologna parla molto quando si tratta di punire dei professionisti che vogliono migliorare il servizio, e non pare prendere posizione mai quando succedono vicende come quella del bimbo nato senza gambe all’Ospedale di Parma, ma si senta invece forte di dichiararsi paladino dei diritti dei cittadini.

Emergency Live condividendo le posizioni espresse dalle varie sigle professionali del mondo dell’emergenza, come nel mese di novembre scorso, ribadisce che le attività svolte, in scienza e coscienza, dagli Infermieri del 118 trovano giustificazione nei bisogni dei cittadini che assistono con modalità riconosciute come le più appropriate sul piano clinico (linee guida di accreditate società scientifiche) e organizzativo (presa in carico integrate e multiprofessionale).

Gli infermieri, come già espresso in più occasioni sono pronti: #noisiamopronti

 

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