Terremoto centro Italia, la Protezione Civile lavora in silenzio: 100.000 verifiche di agibilità e nuove regole per l'accoglienza alberghiera

I Comuni potranno prorogare la richiesta di disponibilità per le famiglie sfollate negli alberghi della costa. Intanto proseguono le verifiche, che hanno già superato soglia 100 mila analisi, con 5.200 tecnici coinvolti. Il 66% degli edifici scolastici sono agibili.

 

ROMA – Prosegue l’attività delle squadre di tecnici ed esperti abilitati per le verifiche di agibilità, sia con procedura AeDes (Agibilità e Danno in emergenza sismica), avviata fin dai primi giorni successivi alla scossa del 24 agosto, e sia con procedura FAST (Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto), attivata dopo gli eventi sismici del 26 e del 30 ottobre. A ieri, sono complessivamente 100.115 i sopralluoghi di agibilità effettuati nelle Regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo in 5 mesi, grazie all’impegno di circa 5.200 tecnici: si tratta di professionisti appartenenti ai Consigli nazionali degli Ingegneri, Architetti, Geometri e Geologi impiegati a titolo volontario, nonché di tecnici dei centri di competenza del Dipartimento, delle Regioni, delle Forze Armate e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Nella giornata di oggi sono operative sui territori 89 squadre per i sopralluoghi, a cui si aggiungono 23 tecnici impegnati nel supporto ai centri di coordinamento e alla digitalizzazione delle schede.

Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza, sono state acquisite e digitalizzate 47.283 schede AeDes, tra edifici pubblici e privati: di queste, oltre 2mila hanno riguardato edifici scolastici (66% agibili, 6% inagibili, le restanti caratterizzate da esiti di parziale o temporanea inagibilità); più di 1.700 hanno riguardato altri edifici pubblici (45% agibili, 22% inagibili, le restanti caratterizzate da esiti di parziale o temporanea inagibilità). Su circa 43.500 edifici privati, il 45% è risultato agibile, a cui si aggiunge un 6% di edifici che non risultano danneggiati ma sono inagibili per rischio esterno, mentre il 30% è stato dichiarato inagibile e i restanti hanno avuto esiti di parziale o temporanea inagibilità.

Le squadre attivate con procedura FAST a partire dai primi di novembre, in seguito alle forti scosse di fine ottobre, hanno condotto ad oggi 52.832 sopralluoghi sui soli edifici privati. Di queste ultime, 41.466 hanno consentito l’attribuzione dell’esito: di agibilità per il 57% degli esiti attribuiti, a cui si aggiunge un 3% di edifici che, pur non essendo danneggiati, risultano non utilizzabili per solo rischio esterno, mentre il 39% ha dato esito di non utilizzabilità per temporanea, parziale o totale inagibilità. Sono invece 11.366 gli edifici per i quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere agli immobili o sono comunque necessari ulteriori sopralluoghi. Il numero di edifici interessati e le percentuali degli esiti di valutazione del danno, però, variano significativamente nelle quattro regioni interessate.

In particolare, nella Regione Marche su 24.706 verifiche FAST su edifici privati, sono 20.250 le verifiche per le quali è stato attribuito l’esito: risultano 9.387 edifici agibili (46,6% degli esiti), 751 che, pur non essendo danneggiati, risultano “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 10.112 “non utilizzabili” perché danneggiati.

Nella Regione Umbria su 16.721 verifiche effettuate sono 12.290 gli esiti attribuiti: risultano 8.480 edifici agibili (il 69% degli esiti) e 365 “non utilizzabili” per solo rischio esterno, mentre sono 3.445 gli esiti di “non utilizzabilità” per danneggiamento.

Nella Regione Abruzzo su 9.748 verifiche effettuate sono 7.803 gli esiti attribuiti: sono risultati 5.060 edifici agibili (quasi il 65% degli esiti), 294 “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 2.449 “non utilizzabili” perché danneggiati.

Nel Lazio, su 1.657 verifiche effettuate, sono 1.123 gli esiti attribuiti: risultano 869 gli edifici agibili (oltre il 77% degli esiti), 32 “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 222 “non utilizzabili” perché danneggiati.
Il protrarsi della sequenza sismica – che dal 24 agosto ha fatto registrare oltre 53mila scosse, di cui nove di magnitudo superiore a 5 -, ha più volte incrementato il numero delle richieste di sopralluogo: per questa ragione, la stima dei sopralluoghi ancora da effettuare, che alla data del 18 gennaio era di circa 91mila, risulta ad oggi in aggiornamento.

OSPITALITA’ E ACCOGLIENZA: PROLUNGABILE DAI COMUNI L’USO DEGLI ALBERGHI

Sono poco meno di 13.400 le persone assistite dal Servizio Nazionale della Protezione Civile in seguito ai terremoti che hanno colpito il territorio dell’Italia centrale il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017, a cui si sono sommate le forti nevicate. È bene ricordare che i dati sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento e non comprendono tutti coloro che hanno individuato autonomamente una sistemazione.​

Sono più di 10mila le persone ospitate in alberghi e strutture ricettive, di cui circa 3.100 sul proprio territorio e quasi 7mila lungo la costa adriatica e sul lago Trasimeno, in Umbria. Circa 700 persone trovano accoglienza nel proprio comune in container, moduli abitativi prefabbricati rurali emergenziali (MAPRE) e camper allestiti in questi mesi dalla Protezione Civile, mentre oltre 1.200 sono ospitati negli alloggi realizzati in occasione di terremoti del passato in Umbria, Marche e Abruzzo. Sono oltre 1.350 sono infine gli assistiti in palazzetti, centri polivalenti, strutture allestite ad hoc nel proprio comune e nei moduli e appartamenti realizzati .

Degli oltre 6.500 assistiti nella regione Marche, oltre 1.800 si trovano in strutture ricettive locali e più di 3.600 negli alberghi della costa adriatica. Circa 370 persone trovano alloggio in container e camper, 120 nelle casette realizzate per terremoti del passato e quasi 600 sono ospitati presso strutture comunali.

In Umbria degli oltre 2mila assistiti, quasi 600 persone sono ospitate in strutture ricettive sul territorio e circa 950 negli alberghi individuati in altre aree della stessa regione e sul lago Trasimeno. Sono 300 invece le persone alloggiate tra MAPRE, container e camper, 240 assistiti presso le casette realizzate in occasione di precedenti terremoti e circa 80 in strutture di accoglienza comunali.

Per quanto riguarda i circa 700 cittadini del Lazio assistiti direttamente, quasi 400 hanno trovato alloggio negli alberghi della costa, mentre poco più di 200 si trovano presso gli alloggi del piano CASE e MAP messi a disposizione in Abruzzo. Una trentina sono le persone alloggiate in camper.

Nella Regione Abruzzo, infine, dei circa 4.100 assistiti oltre 600 si trovano presso strutture ricettive locali e circa 2.000 negli alberghi sulla costa circa; quasi 800 sono sistemati presso gli alloggi del piano CASE e MAP e altri 700 in strutture di accoglienza.

Per quanto riguarda coloro che, anche a seguito delle abbondanti nevicate di metà gennaio, hanno scelto di usufruire di sistemazione negli alberghi delle quattro regioni colpite, è stata firmata nei giorni scorsi una circolare che fissa i termini per il rientro delle famiglie che si sono allontanate dalla propria abitazione per ragioni non legate al danneggiamento dell’immobile.
La circolare individua sei ipotesi (ordinanza di sgombero, istanza pendente di sopralluogo di agibilità, inaccessibilità, danneggiamento da frana o valanga, permanente interruzione energia elettrica e impossibilità per il Comune di garantire servizi locali indispensabili) il cui accertamento e attestazione da parte dei Comuni consente la prosecuzione dell’ospitalità alberghiera. Per tutti gli altri casi diversi da quelli elencati nella circolare — anche in seguito alla scossa di magnitudo 4.4 registrata in provincia di Macerata lo scorso 3 febbraio, per consentire ai sindaci di svolgere ulteriori attività di ricognizione ed eventuali verifiche speditive sugli edifici — è stato fissato al 10 febbraio il termine ultimo per il rientro di tutti i nuclei familiari ospitati presso le strutture alberghiere.​​

La circolare, e relative integrazioni, sono consultabili sul sito istituzionale del Dipartimento della Protezione Civile http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_new.wp?contentId=NEW62410​

Rieti, 4 febbraio 2017
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Ufficio Stampa del Capo Dipartimento

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Dipartimento della Protezione Civile

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