Trasporto sanitario con gara d'appalto anche in Friuli Venezia Giulia. Si torna alla guerra con il terzo settore?

UDINE (Il Messaggero Veneto) –  Un centinaio di posti di lavoro a rischio in provincia di Udine e l’attività di quasi duemila volontari appesa a un filo. È lo scenario che alcune associazioni impegnate nel trasporto sanitario vedono all’orizzonte da quando è stato annunciato il passaggio dalle convenzioni dirette alle gare d’appalto nel settore del trasporto sanitario.

La norma ha fatto capolino nel disegno di legge per l’assestamento di bilancio 2015, dove viene prevista l’abrogazione del comma 16 bis della legge regionale 12/1995. È un principio che garantisce l’affidamento dei servizi attraverso un bando riservato alle associazioni del territorio in via prioritaria, e solo in subordine prevede il ricorso alle procedure previste dal codice degli appalti pubblici.

L’abolizione del comma ora rischia di tagliare fuori le associazioni, spiegano i rappresentanti sul territorio che si sono mobilitati e che chiedono un confronto con l’assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca. A intervenire con un emendamento all’assestamento di bilancio regionale è stato il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli.

Nel documento chiede che venga mantenuto il comma 16 bis della legge regionale 12/1995. «A oggi – rileva Novelli – le Aziende della sanità regionale hanno la possibilità di procedere con convenzioni dirette con le associazioni. Ora, però, la Regione vuole impedire questa modalità e passare al bando di gara, appellandosi alle normative europee sulle gare d’appalto.

È un atto improprio che mette a rischio posti di lavoro, investimenti fatti in mezzi e tecnologia, ma anche la professionalità e la formazione di dipendenti e volontari delle associazioni senza scopo di lucro che operano nel settore sanitario e socio-sanitario».

A mobilitarsi per prima è stata la Croce Rossa. Il Comitato provinciale di Udine annovera 30 mila servizi all’anno più le emergenze, e si affida all’attività di 60 dipendenti e di 1.500 volontari. «Aprendo a chi fa lucro – osserva il funzionario Fabio Di Lenardo – si vanno ad aumentare i costi e a danneggiare associazioni che creano posti di lavoro mettendo a rischio la qualità del servizio.

Abbiamo già visto a cosa possono portare i bandi di gara per il trasporto sanitario, ricordiamo l’esempio della Croce italiana Marche, ora fallita, che non pagava dipendenti, carburanti o autostrada – ricorda Di Lenardo – fu la Cri a dover intervenire in supporto».

Altrettanto preoccupato il presidente della Sogit Maurizio Rinaldi: «Così si mette a repentaglio la sopravvivenza di una rete di associazioni che costituisce una risorsa per il territorio anche in caso di calamità – protesta –, noi contiamo sull’attività di 23 dipendenti e di 40 volontari con i quali gestiamo il servizio di emergenza, recentemente gli affidamenti ci sono stati rinnovati di trimestre in trimestre, fino alla fine dell’anno, poi non sappiamo che succederà».

Meno preoccupati i vertici della Croce Verde. «Da 25 anni facciamo emergenza e trasporto in tutta la Bassa con tre dipendenti e 150 volontari partecipando anche alle gare d’appalto senza timore, certo – osserva il presidente Diego Modesti –, scegliendo questa strada bisogna garantire la qualità e vigilare sulle offerte al massimo ribasso».

Nel frattempo Novelli si prepara a impedire l’abrogazione del comma e il passaggio alle gare d’appalto. Per farlo cita il pronunciamento della Corte Europea a favore della Regione Liguria che chiedeva l’affidamento prioritario alle associazioni di volontariato.

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