6 errori nell'esecuzione degli accessi intraossei su pazienti adulti PDF

L’IO detto accesso intraosseo è un sistema di infusione semplice e rapido per somministrare farmaci direttamente nelle cavità non collassabili del midollo osseo. Si possono infondere cristalloidi, colloidi, derivati del sangue e mezzi di contrasto.

 

In questo video Larry Mellick della Georgia Regent University spiega sei errori tipici nel posizionamento dell’ago per infusione. Il video è in inglese ma spiega con chiarezza gli errori che si possono effettuare la prima volta che si prova ad effettuare una puntura intraossea. In questo caso il paziente è disidratato e in stato critico, ma cosciente.

L’accesso intraosseo è una valida alternativa per i pazienti critici sia adulti che pediatrici nei quali non sia possibile instaurare un accesso venoso periferico. Nell’emergenza extraospedaliera è da preferire all’accesso venoso centrale (CVC), in quanto più rapido, con una maggior probabilità di successo al primo tentativo e con minor complicanze. Sono molti – e molto approfonditi – i corsi per imparare l’utilizzo dell’I/O con diversi dispositivi. Nel video e in questo breve articolo andremo a spiegare in particolare la pistola EZ-IO.

Quando si usa l’accesso intraosseo?

Secondo le linee guida FDA, approvate sia dall’AHA che dall’ERC – come è possibile visionare nel documento di sintesi della HEMS Association – in emergenza extra-ospedaliera l’accesso intraosseo va utilizzato dopo dopo 2 tentativi falliti di incannulazione venosa periferica o dopo 90 secondi, in un paziente che abbia uno dei seguenti problemi:

GCS< 9

• Insufficienza respiratoria grave

• Shock

• Stato di male epilettico

• Intossicazione che richiede immediata infusione di un antidoto

In urgenza, in Pronto Soccorso e generalmente in Ospedale, l’accesso intraosseo è utilizzabile per:

• Pazienti obesi o tossicodipendenti, dopo ripetuti vani tentativi di accesso venoso periferico, ed in ogni paziente che necessiti di accesso infusionale non reperibile diversamente.

Esistono alcune controindicazioni all’uso dell’accesso intraosseo, in particolare se il  paziente ha un accesso vascolare periferico adeguato o che può essere stabilito in tempi rapidi, non è necessario l’uso dellaI-O.

Se il paziente non richiede somministrazione di infusioni o farmaci in tempi rapidi o se sono presenti fratture delle ossa che devono ospitare l’accesso intraosseo. Altre controindicazioni riguardano la presenza di ustioni severe o di infezioni nel sito di inserzione, oppure la conoscenza di interventi chirurgici effettuati nel sito di inserzione dell’ago intraosseo. Per esempio, una frattura di tibia e perone con posizionamento di chiodi o altre attività chirurgiche.

Nella scheda della HEMS Association è presentata con una scheda semplificata la procedura e l’equipaggiamento corretti per inserimenti tibiali e omerali in pazienti adulti o pediatrici.

Alcuni concetti basilari insegnati nei corsi per l’utilizzo del dispositivo intra-osseo riguardano innanzitutto la scelta dell’ago.

Se infatti la cte del paziente è alla prima tacca dell’ago, la lunghezza del prescelto è corretta. Un’altra importante nozione che si impara ai corsi è la pressione di foratura. In medicina tattica e militare, sia per chi deve operare in teatro operativo che per chi deve operare in contesti meno complessi, viene fatta fare pratica sulle uova.

La pressione ottimane è quella che ti permette di forare senza romperlo.

Chiaramente negli ultimi anni l’utilizzo del dispositivo intra-osseo ha avuto un aumento esponenziale, soprattutto grazie agli sviluppi tecnologici.

E’ quindi poi una pratica continua che porta a percentuali di posizionamento corretto prossimo al elevate sia in sede tibiale che in sede omerale.

Quando viene poi effettuato il posizionamento, è importante l’ispirazione: questa permette di accertarsi subito se l’ago ha raggiunto il canale midollare, e successivamente può essere usato per esami ematici.

Va poi effettoata terapia antidolore con ludocaina, e massimizzazione del flush con fisiologica per rompere le trabecole ossee.

In sede tibiale poi i liquidi verranno somministrati tramite spremisacca.

L’uso della spremisacca è differente a seconda del risultata che si desidera ottenere, ma generalmente il lavaggio del lume con una velocità di 3-5ml/h si può ottenere con una pressione di 300mmHg.

E’ importante però regolare la pressione per evitare il travaso dei liquidi, quindi è importante valutare la velocità di infusione a partire da 100mmHg.

Altri ottimi materiali riguardo il tema dell’infusione intraossea sono riscontrabili in questi articoli:

ROSSOEMERGENZA

EMPILLS

 

Potrebbe piacerti anche