La disidratazione nel Soccorritore, un pericolo sempre in agguato

Salute e disidratazione: Cosa ci dice la normativa di riferimento al riguardo?

 

DISIDRATAZIONE NEL SOCCORRITORE, COSA DICE IL TESTO UNICO?

Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs.81/08) ci indica tra gli obblighi che:

  • IL DATORE DI LAVORO (DDL) Deve valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore tipico delle attività lavorative svolte in ambiente aperto nei periodi di grande caldo estivo.

Tale valutazione deve tener conto anche dei rischi collegati alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi.

E’ necessario programmare misure di prevenzione che integrino le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente (come temperatura ed umidità dell’aria) e dell’organizzazione del lavoro.

Bisogna fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale (DPI), garantire ai lavoratori sufficiente ed adeguata informazione e formazione in materia di salute e sicurezza, (attraverso i corsi di 4h “formazione generale” e 12h “formazione specifica” fatti dal RSPP formatore autorizzato con l’aiuto del Medico competente dove previsto e regolamentato “dall’Articolo 37 – Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti del D.Lgs.81/08”).

In caso di lavoratori immigrati, la valutazione avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso formativo.

Il DDL verifica poi se i propri lavoratori (dipendenti e/o volontari) aderiscono al Ramadan, soprattutto se affetti da patologie croniche come il Diabete e infine sottopone i lavoratori a “controllo sanitario”, inviandoli dal medico competente (MC),  conosciuto anche come ex medico del lavoro.

IL RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE NELL’INDIVIDUAZIONE DELLA DISIDRATAZIONE DEL SOCCORRITORE

Oggi il Medico Competente interviene direttamente nell’attuazione del servizio di prevenzione e protezione (SPP), al fianco del datore di Lavoro (DDL) e del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), per la valutazione dei rischi al lavoratore e/o volontario, e alla stesura del (DVR) documento valutazione dei rischi

 

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DISIDRATAZIONE DEL SOCCORRITORE, GLI OBBLIGHI DEI LAVORATORI

-Informano il datore di lavoro se si sta seguendo il Ramadan, diete particolari ecc.

-Osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, o da un suo responsabile (preposto/capo turno), ai fini della protezione collettiva ed individuale.

– Utilizzano correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza e di protezione messi a loro disposizione.

– Segnalano immediatamente al datore di lavoro, o ad un suo responsabile, le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di sicurezza e di protezione, nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza.

– Si sottopongono ai controlli sanitari previsti dalla norma o disposti dal medico competente.

– Non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori.

– Partecipano ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro.

QUALI SONO I RISCHI PER LA SICUREZZA DI PAZIENTI E COLLEGHI NELLA DISIDRATAZIONE DI UN SOCCORRITORE?

In quali occasioni la disidratazione ha un impatto rischioso sulla nostra sicurezza e sui nostri colleghi?

La disidratazione può causare mal di testa, stanchezza e perdita di concentrazione, che a loro volta riducono la capacità di rimanere vigili.

Un’idratazione adeguata è quindi particolarmente necessaria per tutte le attività che richiedono una buona performance mentale e fisica, come la guida di un mezzo di soccorso, il lavoro in equipe tra medico, infermiere e soccorritore durante un intervento di soccorso.

DISIDRATAZIONE DEL SOCCORRITORE: EFFETTI DANNOSI DEL CALORE

I danni da calore si manifestano per esposizione a condizioni climatiche caratterizzate da elevata temperatura ed elevata umidità dell’aria.

In ordine di gravità si possono presentare:

  • Disidratazione: è legata ad una perdita di liquidi con la sudorazione e ad un loro insufficiente reintegro.
  • Crampi da calore: sono dovuti ad una sudorazione abbondante e prolungata che porta ad una perdita di sali minerali.
  • Esaurimento da calore: è un collasso circolatorio che può portare alla perdita di coscienza.
  • Colpo di calore: è dovuto al blocco dei meccanismi di dispersione del calore con conseguente aumento della temperatura corporea fino a superare i 40°C (la prognosi è grave con rischio di morte).

disidratazione3I segnali di allarme:

  1. Cute calda e arrossata;
  2. Sete intensa;
  3. Sensazione di debolezza;
  4. Crampi muscolari;
  5. Nausea e vomito;
  6. Vertigini,
  7. Convulsioni;
  8. Stato confusionale;
  9. Perdita di coscienza.

TEMPERATURA E UMIDITÀ DELL’ARIA

Vanno considerate a rischio le giornate in cui la temperatura all’ombra è di oltre i 30°C con l’umidità relativa molto elevata (superiore al 70%), il lavoro si svolge in pieno sole ed i periodi caratterizzati da improvvise ondate di calore.

Lavorare in ambienti caldo-umidi, aumenta lo sforzo cardiovascolare e aumenta la frequenza cardiaca di 4 battiti al minuto per ogni percentuale di perdita di liquidi, fino a raggiunge i 16/20 battiti al minuto con una perdita del peso corporeo del 4-5%.

Si tratta di un aumento nella frequenza cardiaca in genere accompagnato da un aumento soggettivo dello sforzo percepito per eseguire un lavoro, capace di alterare la stessa performance nel soccorso.

 

disidratazione4.jpgDISIDRATAZIONE NEL SOCCORRITORE: ECCO COSA PUOI FARE?

– Verifica prima di iniziare la missione, le condizioni meteorologiche al fine di valutare il reale rischio, (oggi giorno basta guardare sul telefonino..).

SIAMO SOCCORRITORI A RISCHIO?

Dipende da molti fattori, e dal tipo di missione che ci prepariamo a svolgere:

I soccorritori a maggior rischio sono quelli che lavorano all’aperto o comunque in ambienti di lavoro caratterizzati da elevata temperatura ed umidità dell’aria o anche da marcato impegno fisico:

  • Soccorritori impiegati in incidenti stradali con operazioni di soccorso complesse e lunghe (pazienti incastrati e/o altamente instabili, più veicoli coinvolti, dispersi, ecc.).
  • Rianimazioni in ambienti ostili o poco ventilati dove non è possibile spostare rapidamente il malato per un miglior comfort dell’equipaggio, (case non climatizzate, in strada, spiagge, terrazze, campanili, ecc.)
  • Ricerca persone, in aree rurali o zone montuose (ricerca, stabilizzazione in loco, estrazione e recupero fino al mezzo di soccorso, ecc.).
  • Trasporti ordinari o programmati dei pazienti da e verso l’ospedale alla guida di ambulanze sprovviste di aria condizionata, dovuto a:
  • un guasto dell’impianto, a cattiva manutenzione, oppure alla non presenza, in questo caso, si mette a rischio la vita del paziente già defedato dalla sua patologia, della propria sicurezza di quella del collega e degli utenti presenti in strada).

Da ritenere inoltre maggiormente suscettibili i lavoratori affetti da malattie metaboliche ed endocrine (diabete mellito, distiroidismo, ecc..) cardiovascolari, epatiche, i soggetti più anziani o coloro che seguono particolari trattamenti terapeutici.

Sono inoltre da ritenere a rischio particolari missioni di soccorso come: all’interno di cunicoli, o altri ambienti confinati pericolosi, a lavori in altezza, trasporto del paziente per le rampe delle scale, e guida dei mezzi di soccorso).

 

SFORZO FISICO RICHIESTO NEL SOCCORRERE UNA PERSONA

Tanto più è intenso lo sforzo fisico svolto dal soccorritore tanto maggiore è la quantità di calore

prodotta dall’attività muscolare con conseguente “surriscaldamento” dell’organismo e quindi

aumento del rischio di colpo di calore.

Bere acqua fresca (non ghiacciata), ed eventualmente bevande che contengono sali minerali, ricordandoti di rinfrescarti frequentemente, non solo abbassa la temperatura interna del corpo, ma soprattutto consente al fisico di recuperare i liquidi persi con la sudorazione.

 

COSA PUOI FARE?

  • Sul posto di lavoro devono essere regolarmente riforniti di acqua potabile fresca, bevande idro-saline e acqua per il rinfrescamento dei soccorritori nei periodi di pausa.
  • E’ importante consumare acqua prima di avvertire la sete e frequentemente durante il turno di lavoro, evitando le bevande ghiacciate ed integrando con bevande idro-saline se si suda molto.
  • Lascia una almeno una bottiglia d’acqua in ambulanza dentro una borsa termica.

 

disidratazione5DISPOSITIVI DI PROTEZIONE (DP)

I dispositivi di protezione sono rappresentati da un abbigliamento che consenta al lavoratore di proteggersi dagli effetti dannosi del calore e delle radiazioni ultraviolette (UV) del sole.

Le misure specifiche sono:

– Copricapo: è consigliabile indossare un cappello con “visiera” tipo da baseball, (l’ottimale sarebbe a testa larga e circolare che fornisca una buona protezione, oltre che al capo, anche alle orecchie, naso e collo).

– Indumenti: è consigliabile indossare la divisa estiva (ove prevista, in dotazione) in tessuto traspirante (misto cotone/poliestere). Leggete la scheda tecnica della vostra divisa..

È consigliato, se compatibili con la tipologia della missione, l’uso di occhiali da sole, che devono essere aderenti per impedire il passaggio di radiazioni UV, e di prodotti antisolari da applicare sulle parti del corpo scoperte. i raggi ultravioletti, invisibili e impercettibili, ci raggiungono ogni giorno tramite l’irraggiamento solare.

I valori massimi giornalieri si registrano tra le 11:00 e le 15:00 (12,00 – 16,00 con l’ora legale).

A partire da una determinata intensità i raggi UV possono provocare tumori della pelle o lesioni oculari.

 

DISIDRATAZIONE, I COMPORTAMENTI DEL SOCCORRITORE

Alcuni comportamenti scorretti del soccorritore possono aumentare il rischio di colpo di calore.

Misure specifiche che il Capoturno deve compiere è verificare: l’ informazione e formazione sul rischio specifico, uso corretto dei dispositivi di protezione, misure di prevenzione in azienda.

– Comportamenti di salvaguardia quali: non assumere alcolici e sostanze stupefacenti, evitare pasti abbondanti in pausa pranzo e non lavorare in luoghi isolati senza aver preventivamente informato i colleghi o il datore di lavoro.

 

disidratazione6FATTORI INDIVIDUALI

Alcuni fattori individuali possono favorire la comparsa del colpo di calore:

  • Età: la tolleranza al caldo diminuisce con l’età;
  • Tipologia corporea: eccessiva magrezza ed obesità aumentano il rischio ;
  • Il sesso: le donne sono più sensibili al calore dell’uomo;
  • Assunzione di farmaci: possono aumentare la suscettibilità al calore;
  • Condizioni cliniche generali del soccorritore: condizioni patologiche possono render maggiormente “fragile” il soggetto come il Diabete;
  • Ipersuscettibilità individuale legata a fattori genetici.

 

Misura specifica: la sorveglianza sanitaria dei lavoratori svolta dal medico competente consente di identificare le controindicazioni allo svolgimento della mansione o di individuare soggetti a rischio per cui si dovranno adottare particolari provvedimenti.

Da valutare con attenzione le situazioni di privazione volontaria di cibo e di bevande da parte dei lavoratori.

SEGNALARE SUBITO I PRIMI SINTOMI IN CASO DI MALESSERE: ai colleghi o all’addetto al Primo Soccorso.

 

SOLUZIONI DA RSPP: per il periodo estivo è consigliato acquistare giacche predisposte per il contenimento della sacca d’acqua, (ne esistono di vari tipi e funzioni, a seconda delle esigenze operative, economiche e organizzative).

Articolo di Davide Pezzetta

PER APPROFONDIRE:

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